Salerno. Contagi dopo la pizza Paura al “da Procida”

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Salerno. Contagi dopo la pizza Paura al “da Procida”. Una decina di studenti del liceo scientifico “da Procida” di Salerno avrebbero mangiato una pizza nei giorni scorsi e ora si teme che molti di loro sia diventati positivi al Covid, dopo i primi casi registrati nelle scorse ore. A temere sono anche studenti di classi diverse. Ecco perché da ieri, un’intera quinta è rimasta in Dad, la didattica a distanza. La preside Annalaura Giannantonio ha adottato la misura prevista dalla normativa anti-Covid dopo le segnalazione arrivate da parte di alcune famiglie. Ieri, prima di entrare in classe, tra gli alunni del “da Procida” non si faceva altro che parlare di questo contagio – che si sono registrati quando ancora si era in Dad – e si temeva l’ingresso in classe. Basta notare, infatti, quello che è accaduto ieri davanti a molti istituti scolastici di Salerno. All’ingresso tutti gli alunni con la mascherina indossata, ma prima di entrare, quando ci si ferma anche a decine se non a centinaia di metri dalla scuola per il chiacchiericcio, pochi ragazzi l’avevano sulla bocca e sul naso e la distanza minima non esisteva. Al transito di un’auto delle forze dell’ordine, è scattato l’indietreggiamento immediato e il riassembrarsi poco lontano. L’adozione di misure severe a scuola, il raddoppio dei mezzi pubblici di trasporto scolastico, costato otto milioni di euro, si infrangono poi di fronte alla tradizionale chiacchierata o all’ultima sigaretta fumata con gli amici prima delle lezioni.

C’è poi il problema dei trasporti: «Con il doppio turno d’ingresso, ci sono compagni nostri di scuola che entrano circa alle 10 e i loro fratelli più piccoli alle 8 del mattino», affermano alcuni studenti del Liceo classico “De Sanctis”. «Le nostre famiglie non possono organizzarsi. In più, non bisogna vedere solo il pullman principale, quello che fa da un comune all’altro, ma anche i trasporti urbani e così di casa si esce alle sette del mattino, anche prima, e non sempre si trovano bus necessari per arrivare subito a scuola ». A reclamare la Dad sono molti studenti fuori sede: «Nella nostra scuola – affermano alcune studentesse dell’Alfano I – ci sono molti ragazzi e ragazze pendolari e che si svegliano prima delle sei del mattino per arrivare in classe. Un disagio notevole anche perché devono stare molte ore sul pullman e, pieni o vuoti che siano, si rischia notevolmente il contagio. A questo punto, meglio la Dad e tanti la stanno chiedendo». Solo per l’Alfano I si parla di circa 300 domande di “Dad facoltativa”.

C’è anche il problema degli insegnanti, la cui età è mediamente molto alta e si avvicina ai 60 anni, con docenti affetti da patologie o con anziani a carico o, se giovani, con figli piccoli. E così, anche i prof chiedono di essere esonerati dalla docenza in classe. Nei prossimi giorni, quindi, potrebbe nascere la necessità di nominare supplenti.

Problemi, inoltre, poi con la Did, la didattica dove l’insegnate fa lezione in contemporanea a metà della classe in aula e metà in collegamento on line. «Già al primo giorno di scuola ci siamo imbattuti nei problemi della Did – afferma Gerardo Gambone, alunno della quinta E del Da Procida – . I professori erano in seria difficoltà, stanchi e nervosi, alle prese con lezioni insostenibili con mascherina, problemi audio e difficile gestione del gruppo classe in sincrono con quello da remoto. I docenti non hanno colpa: sono oggettivamente impossibilitati a dare sufficiente attenzione ad entrambi i gruppi. In più i ragazzi in aula sono costretti a rimanere immobili nel banco per 5-6 ore: salvo rare e veloci pause, si arriva assai stanchi a fine giornata, rendendo inefficace anche quel poco che i professori ci insegnano, oltre che la socializzazione e l’empatia tra compagni di classe pari a zero ». Al di là di questo, il liceale ha sottolineato un altro aspetto preoccupante: «Ci sono studenti che la mattina arrivano a scuola e ai termometri scolastici riportano temperature oltre la norma. Ma, nonostante ciò, li si fa aspettare qualche momento in un’aula dedicata, finché non scenda e poi subito in classe. Ci possono essere malfunzionamenti dei misuratori, ma in via precauzionale non andrebbero sorvolate situazioni del genere, bisognerebbe rimandare lo studente a casa non avendo la possibilità di fare test che garantiscano al 100% la sua negatività ». Gambone si chiede: «Visti tutti questi disagi, a che è servito tornare in classe?».

Fonte La Città di Salerno

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