Ravello. Novità editoriale del Centre Jean Bérard. Nola – Croce del Papa : un villaggio sepolto dall’eruzione vesuviana delle Pomici di Avellino, a cura di C. Albore Livadie e G. Vecchio

Come Pompei, circa 2000 anni prima, in un momento avanzato dell’antica età del Bronzo, il primitivo cono vulcanico del Vesuvio, l’attuale Monte Somma, si risvegliò con una forte eruzione che noi oggi chiamiamo delle “Pomici di Avellino” in relazione all’area di ricaduta principale dei prodotti vulcanici. Fu un’enorme catastrofe che cambiò profondamente il paesaggio e l’ambiente; molti abitati ed i circostanti terreni coltivati furono coperti dai materiali eruttivi e sono giunti a noi fossilizzati, conservando e preservando le testimonianze della vita delle popolazioni locali.
Molto è stato scoperto in questi ultimi anni e vari siti sono in corso di analisi. #Nola costituisce però un’area di studio di particolare eccellenza grazie alla fortunata scoperta del villaggio di Croce del Papa. Le capanne dell’insediamento non furono incendiate o abbattute dall’evento, ma furono inglobate e parzialmente conservate nelle piroclastiti. La popolazione in fuga lasciò tutti i propri beni al loro posto (ceramiche, cibo, riserve alimentari, animali) consentendo così la conservazione di un’eccezionale documentazione del sito nelle sue strutture abitative e di vita quotidiana.
Questo volume, attraverso lo studio del villaggio di Croce del Papa, autentica finestra sulla preistoria dell’ età del Bronzo, prende in esame tutti gli aspetti di questo particolare momento culturale che dal sito eponimo è oggi convenzionalmente noto come facies di Palma Campania.
Vengono proposte datazioni radiocarboniche che migliorano la cronologia dell’evento. La necropoli di Montesano a San Paolo Belsito illumina alcuni aspetti della ritualità funeraria e offre per la prima volta un approccio alla caratterizzazione anatomica dei volti di tre individui. Gli eventi successivi all’eruzione, come l’eventuale migrazione di alcuni gruppi verso territori risparmiati dalla catastrofe, sono solo accennati e lasciano sperare nuovi contributi da future scoperte.

Generico febbraio 2021

Generico febbraio 2021
Illustrazione di copertina: Fuite du village de Nola – Croce del Papa. Illustration originale (détail) de Christian Jégou 2003.
Copertina: Giuseppina Stelo (EFR, USR 3133).

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Collection du Centre Jean Bérard, 54  NOLA – CROCE DEL PAPA UN VILLAGGIO SEPOLTO DALL’ERUZIONE VESUVIANA DELLE POMICI DI AVELLINO
a cura di  Claude Albore Livadie e Giuseppe Vecchio  Napoli 2020
Indice
Préface ……………………………………………………………………………………………………………………… p. 9
Dominique Garcia
Presentazione ……………………………………………………………………………………………………………. p. 11
Pier Giovanni Guzzo
L’area nolana nell’ambito della Campania del Bronzo antico
Note introductive sur le facies de Palma Campania ………………………………………………………… p. 15
Claude Albore Livadie
Assetto geoarcheologico dell’Ager Nolanus …………………………………………………………………….. p. 21
Giovanni Di Maio
Un village de l’âge du Bronze à la transition Holocène moyen-final …………………………………. p. 33
Michel Magny
L’eruzione delle Pomici di Avellino
Evidenze dal sito di Nola – Croce del Papa …………………………………………………………………….. p. 41
Mauro Antonio Di Vito, Sandro de Vita, Roberto Sulpizio, Evdokia Tema, Elena Zanella
Les produits de l’éruption …………………………………………………………………………………………….. p. 57
Gérard Vernet
Le datazioni assolute dell’eruzione ……………………………………………………………………………….. p. 63
Isabella Passariello, Fabio Marzaioli, Manuela Capano, Antonio D’Onofrio, Filippo Terrasi
Chronologie de l’éruption et des cultures archéologiques associées par le logiciel
de statistique bayésienne ChronoModel ………………………………………………………………………… p. 71
Philippe Lanos, Jean-Claude Lefèvre, Christine Oberlin, Claude Albore Livadie, Philippe Dufresne
Il villaggio di Nola – Croce del Papa
L’indagine archeologica
Il villaggio 1 – Sepolto dall’eruzione (Fase A) ……………………………………………………… p. 89
Claude Albore Livadie, Matteo Delle Donne, Giuseppe Vecchio
La zona artigianale (Fase B) …………………………………………………………………………….. p. 113
Claude Albore Livadie, Matteo Delle Donne, Giuseppe Vecchio
Il villaggio 2 – Il villaggio più antico (Fase C) ……………………………………………………… p. 117
Claude Albore Livadie, Matteo Delle Donne, Giuseppe Vecchio
L’architecture de l’âge du Bronze en Europe …………………………………………………………………. p. 121
Olivier Buchsenschutz
Tipologia, architettura e tecnica delle capanne ……………………………………………………………… p. 127
Emilio Castaldo
Un esempio di archeologia sperimentale: la capanna 4 sulla collina della Vigna
a San Paolo Belsito ……………………………………………………………………………………………………… p. 143
Emilio Castaldo
L’uomo e l’artigianato
La ceramica
Le forme: ordinamento e funzione ……………………………………………………………………. p. 165
Elena Soriano
Analisi tessiturali e composizione delle ceramiche di alcuni siti dell’area vesuviana
prima e dopo l’eruzione ……………………………………………………………………………………. p. 213
Sapienza Pasquino, ChiaraBenedetta Cannata, Sara Tiziana Levi, Rosanna De Rosa
I metalli
Su alcuni reperti metallici del Bronzo antico dalla Campania …………………………….. p. 225
Claude Albore Livadie
Analisi mediante TXRF di un gruppo di reperti del Bronzo antico
di provenienza campana ………………………………………………………………………………….. p. 243
Giovanni Paternoster, Salvatore Ponticiello
La materia dura animale
Une coiffe cérémonielle dans la cabane 2 ………………………………………………………….. p. 251
Claude Albore Livadie
Comment obtenir des bandeaux émaillés de défenses de suidés ………………………….. p. 257
François Poplin
La tessitura
I fittili tessili ……………………………………………………………………………………………………. p. 261
Maria Teresa Pappalardo
Il rapporto Uomo – Ambiente: approccio interdisciplinare
Allevamento e caccia
Nola – Croce del Papa: allevamento e caccia in una comunità protostorica ………….. p. 269
Natascia Pizzano
Un ricovero fortuito per animali: il caso della struttura 8 …………………………………… p. 287
Natascia Pizzano, Angelo Genovese
Studio radiologico su di un calco di pecora da Nola – Croce del Papa ………………….. p. 291
Leonardo Meomartino
Il cane della capanna 3 di Nola – Croce del Papa ………………………………………………… p. 295
Jacopo De Grossi Mazzorin, Michela Rugge
La pastorizia e l’attività casearia ……………………………………………………………………….. p. 301
Daniela Citro
Amphibiens et reptiles du village du Bronze ancien de Croce del Papa ……………………………. p. 311
Salvador Bailon
Bilan provisoire sur l’alimentation végétale et l’agriculture à l’âge du Bronze
en Campanie ………………………………………………………………………………………………………………. p. 315
Matteo Delle Donne
I dati antracologici della capanna 3 di Nola – Croce del Papa …………………………………………. p. 323
Gaetano Di Pasquale, Alessia D’Auria, Chiara Comegna
Le analisi pedologiche dei suoli sepolti dall’eruzione delle Pomici di Avellino
a Nola e a Palma Campania …………………………………………………………………………………………. p. 329
Luciana Minieri, Fabio Terribile, Simona Vingiani
L’uomo e la sua spiritualità
Une statuette anthropomorphe féminine insolite …………………………………………………………… p. 335
Claude Albore Livadie
Les fœtus de la cabane 4 de Nola – Croce del Papa …………………………………………………………. p. 339
Henri Duday, Claude Albore Livadie
La necropoli di San Paolo Belsito
L’indagine in via Cimitero, località Monticello …………………………………………………… p. 353
Claude Albore Livadie, Giuseppe Vecchio
I reperti scheletrici umani: aspetti paleobiologici ………………………………………………. p. 371
Francesco Mallegni, Barbara Lippi
Analisi dell’usura dentaria di alcuni reperti umani …………………………………………….. p. 385
Emiliano Carnieri
Ricostruzione fisiognomica degli individui nelle tombe 4, 8 e 9 ………………………….. p. 387
Francesco Mallegni, Gabriele Mallegni
Studio paleonutrizionale dei reperti umani ……………………………………………………….. p. 391
Fulvio Bartoli, Alessandra Bacci, Francesco Mallegni
Risultati delle analisi isotopiche dei resti umani ………………………………………………… p. 395
Carmine Lubritto, Paola Ricci
Analisi dei resti faunistici dall’area della necropoli …………………………………………….. p. 399
Martine Leguilloux, Natascia Pizzano
Réflexions finales ………………………………………………………………………………………………………. p. 407
Claude Albore Livadie
Bibliografia generale …………………………………………………………………………………………………… p. 415
Indice degli Autori ………………………………………………………………………………………………………. p. 437
Tavole fuori testo …………………………………………………………………………………………………………

Presentazione  Pier Giovanni Guzzo Accademia Nazionale dei Lincei Ricordo ancora con nettezza la prima volta che mi sono affacciato dall’alto per vedere la consistenza dell’insediamento protostorico, allora in corso di scavo. E, poi, la visita che Claude Albore
Livadie mi condusse a fare, insieme ai suoi collaboratori, illustrandomi le condizioni  di conservazione delle strutture, la dislocazione degli oggetti che vi si conservavano, la conformazione del luogo in occasione della subitanea eruzione che ancora ci permetteva di conoscere quel complesso. Già con i ritrovamenti di Palma Campania, poi con quelli di Gricignano di Aversa, infine con il villaggio di
Longola di Poggiomarino e i terreni arati della stazione della Circumvesuviana di Boscoreale, il profilo diacronico degli insediamenti pre- e protostorici nella fascia intorno al Vesuvio si veniva sostanziando di elementi concreti. I lineamenti della storia dell’uomo in quel comprensorio si riempivano di spessore, anticipando nel tempo antico con il peso delle relative documentazioni quanto alla pubblica opinione era noto come la meraviglia di Pompei. Il rimando a questa molto più recente realtà non era riservato solo alle informazioni giornalistiche, attente alla superficie delle cose: anche per quelle, tanto precedenti nel tempo, erano stati i vulcani a conservarcene la sostanza. Poi criticata ed illustrata da attenti studi, molti dei quali si devono all’impegno di Claude Albore
Livadie e dei suoi allievi. Suppellettili e tecniche costruttive, strategie di sostentamento e di coltivazione, perfino le impronte dei piedi di quegli antichi abitatori riemergevano da accurati scavi e fornivano informazioni fin’allora sconosciute. Era il tempo delle scoperte: che si è sviluppato fino a divenire quello della critica e dell’indagine scientifica, come risulta anche da questo studio, che segue numerosi contributi ed il volume fondamentale su Longola. Anche di questa costanza, lunga anni e così tenace da essere stata in grado di superare molte difficoltà, il merito va riconosciuto a Claude Albore Livadie. Siamo, oggi, attrezzati quindi a riflettere, dopo la folgorazione seguita alle prime scoperte, su quanto quei lavori archeologici, ormai non più vicini nel tempo, hanno portato per
l’avanzamento delle conoscenze, contribuendo a dare sostanza a quanto, fino a poco fa, consisteva solamente in ritrovamenti isolati e distanziati fra loro. Il cammino della critica, che con questo volume oggi segna una sua tappa importante, si è intrecciato con le vicende della conservazione di queste stesse evidenze. Le strutture pubbliche deputate alla tutela non sono state sempre in grado di conservarcene la materialità. Necessità di altra natura, considerate più strategiche, hanno portato all’obliterazione, se non anche talvolta alla distruzione, di quanto era stato ritrovato ed attentamente investigato. Risorse finanziarie sono state indirizzate verso differenti obiettivi, in una gradazione di interesse più attenta all’immediato ritorno che all’equilibrata conservazione del patrimonio
storico territoriale. L’aver evitato la distruzione di quelle opere dell’uomo all’inizio della rispettiva conoscenza, come a Gricignano e a Longola, non ha poi evitato che si procedesse ad azioni destinate a condannarle all’oblio, nonostante l’attenzione che buona parte dell’opinione pubblica locale avesse loro riservata. In una tale progressione verso il disinteresse si riconosce un forte limite all’azione
di coinvolgimento che le strutture di tutela sono state in grado di portare avanti: elemento, quindi, di riflessione per coloro che volessero immaginare un Paese attento alla propria storia, alle manifestazioni materiali di questa, agli insegnamenti che potrebbero derivarne atti ad innalzare il livello medio di consapevolezza culturale. Ben più immediati interessi tengono deste l’attenzione e l’iniziativa di molti: così che i decisori supremi trovano più redditizio seguire l’immediatezza piuttosto che la più riflessiva cura di quanto abbiamo ricevuto, senza nostro merito, in eredità dai nostri progenitori, più o meno lontani nel tempo. Questo ricco contributo alla critica della conoscenza acquisita a Nola ci fa riflettere: abbiamo, con esso, la fortuna di poter riguadagnare, ogni
volta che ne sfogliamo le pagine, l’evidenza ormai scomparsa alla vista; e, contemporaneamente, siamo spronati ancora ad operare affinché situazioni del genere, che hanno portato all’obliterazione delle opere dell’uomo, non abbiamo più a verificarsi.

Préface  Dominique Garcia Professeur des universités Président de l’Inrap
Il y a près de dix ans, à propos de la publication du séminaire d’Aix-en-Provence consacré à L’âge du Bronze en Méditerranée (Paris, Errance, 2011), Jean Guilaine notait que pendant longtemps cette période avait manqué de visibilité et de cohérence, en particulier de par sa situation “en marge”, une position charnière entre la Préhistoire récente et les grands mouvements commerciaux et coloniaux du début de l’âge du Fer souvent illustrée mais jamais pleinement appréhendée. Cette façon d’étudier la période a surtout laissé de côté une approche plus systémique de ces sociétés agropastorales, celle qui aurait privilégié la manière dont elles ont su exploiter les contraintes de leur environnement et parfois les subir, et analysé leur mode de vie économique, leur organisation sociale et leurs pratiques cultuelles. En fait, il manquait à la recherche, il y a encore peu de temps, un laboratoire à ciel ouvert (un terrain, une équipe et une méthode) permettant d’étudier les communautés de l’âge du Bronze de la Méditerranée nord-occidentale pour ce qu’elles sont, ce dont elles sont les héritières, les innovations dont elles sont à l’origine et les traits culturels qu’elles ont pu transmettre.
Grâce à cet ouvrage, les résultats issus de l’un de ces “laboratoires” nous sont maintenant connus. Avec Nola – Croce del Papa, le Bronze ancien de la péninsule italique a son site de référence tant par la nature intrinsèque du gisement et de son mode de destruction que par la méthode de fouille utilisée, la documentation mise au jour, les collaborations pluridisciplinaires et interinstitutionnelles mises en œuvre, les analyses et comparaisons régionales et extra régionales présentées. Claude Albore Livadie
et Giuseppe Vecchio nous livrent une étude originale et exemplaire, une référence qui éclairera nos réflexions actuelles et celles des chercheurs à venir. Il convient donc, sans entrer dans les détails, de pointer le caractère novateur et heuristique de cette étude en évoquant quelques thématiques dont la qualité documentaire et l’originalité des analyses nous ont marquées. La prise en compte,
en premier lieu, du milieu dit naturel. Trop souvent, la description de l’environnement sert à dresser un panorama, à donner un cadre à une étude archéologique et même si, de plus en plus, l’apport des naturalistes est intégré aux publications archéologiques, la manière dont le vivant a perçu l’espace, l’a dominé ou s’en est accommodé, l’a territorialisé et l’a exploité n’est pas pleinement intégrée. Dans ce livre, les rapports hommes-milieu bénéficient d’une attention particulière, des clés de lecture d’un cadre naturel original sont données au lecteur, les ressources naturelles sont appréhendées, les productions agro-pastorales et les modes de gestion
évaluées. Bien entendu, un événement naturel majeur – brusque et exceptionnel – fait l’objet d’un traitement spécifique : l’éruption des Pomici di Avellino est interrogée dans le contexte de la fouille, analysée de façon sédimentaire, datée de façon absolue et ses répercutions régionales pleinement prises en considération. De l’unité domestique de base et ses aménagements du quotidien à l’organisation spatiale du village, l’architecture et l’organisation topographique du gisement sont décrites et analysées : elles
forment un autre dossier majeur du livre. Le mode de destruction du site mais aussi la qualité de la fouille et la démarche ethnoarchéologique mises en œuvre font déjà du village de Nola – Croce del Papa un gisement de référence. La lecture de la
monographie viendra compléter les données déjà diffusées depuis quelques années et surtout permettre au chercheur de bénéficier de comparaisons régionales et d’éclairages à l’échelle européenne. Au-delà de “l’idéal-type” de la maison du Bronze ancien de Campanie c’est bien la forme initiale des maisons et des mises en œuvre des matériaux mais aussi leur évolution entre les deux phases (A et C)
que l’on percevra. Grâce à l’étude de ces maisons, mais aussi des espaces artisanaux et de l’environnement immédiat du village c’est la vie quotidienne des familles, en tant qu’unité de vie et de production domestique ou artisanale qui constitue un troisième dossier de
choix. La céramique illustre dans le détail et dans sa variation les usages de la poterie – stockage, cuisson, présentation – mais parfois également laisse apparaître des caractères culturels ou cultuels. Le métal vient compléter cette approche mais, à côté de l’étude de la production des textiles, c’est la publication de la coiffe cérémonielle en matière dure animale découverte dans la cabane 2 qui
retiendra le plus l’attention. L’objet est exceptionnel, peut-être était-il unique, mais dans tous les cas il illustre un aspect matériel méconnu et sans doute sous-estimé. Peut-être est-il à mettre en relation avec le dernier dossier que je tenais à évoquer, celui du domaine funéraire et cultuel. La fouille de la nécropole de San Paolo Belsito permet de compléter notre connaissance de ces sociétés campaniennes du début de l’âge du Bronze. Au-delà de la topographie et des architectures funéraires c’est la population contemporaine de Nola – Croce del Papa qui nous est restituée grâce à des études paléo-biologiques, paléo-nutritives et isotopiques. La notion de faciès, largement utilisée par les archéologues pour définir des caractéristiques culturelles matérielles, reprend là tout son sens puisque c’est la reconstitution physique de plusieurs individus qui nous est là présentée. On l’aura compris, le contexte de découverte exceptionnel et spectaculaire du village de Nola – Croce del Papa dû à l’éruption des Pomici di Avellino ne doit pas effacer la valeur intrinsèque de cette monographie qui éclaire d’un jour nouveau notre connaissance des communautés campaniennes du
début de l’âge du Bronze, leur rapport à l’environnement, et leur cadre économique et culturel. Ce livre ouvre ainsi une nouvelle façon d’analyser cette période : non pas comme une phase de transition ou une “marge” mais comme une phase au cœur de la Protohistoire.

dall’archivio video di Positanonews Tv . Visita dell’UNITRE di Piano al Museo archeologico di Nola.

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