Perugia zona rossa anche i medici vaccinati hanno contratto il virus

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    Perugia zona rossa anche i medici vaccinati hanno contratto il virus Perugia da questa mattina è zona rossa, insieme ad altri sessantaquattro comuni umbri. La città è deserta, tra le strade serpeggia la paura. Quella delle due varianti del Covid “brasiliana” e “inglese”, isolate nei tamponi analizzati nei giorni scorsi dall’Istituto superiore di sanità.
    La variante brasiliana si è manifestata all’interno dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, in due anziani, entrati con il tampone negativo in reparti di medicina generale, ma nei quali, poi, durante la degenza, è apparso il virus, come in altri dieci pazienti. E sempre nel grande nosocomio perugino, accanto al quale è sorto l’ospedale da campo che doveva servire come centro Covid per tutta la regione ma che è ancora inattivo, ben settanta tra medici e operatori sanitari sono risultati positivi. In sessanta avevano ricevuto la prima dose di vaccino. Le terapie intensive sono piene al 70% mentre i casi continuano a crescere.
    «La verità è che non siamo riusciti ad arginare il mare. I percorsi Covid all’interno dell’ospedale erano garantiti ma nei momenti di massima affluenza l’ospedale di Perugia non ce l’ha fatta a gestire tutti i percorsi in sicurezza». Chiede di restare anonimo il medico che racconta una trincea inevitabile, certo, dove forse però qualcosa non ha funzionato.
    Nei comuni intorno al lago Trasimeno, a Bastia Umbra e Perugia stessa, a fare da moltiplicatore, sembra, è stata invece la variante inglese, contagiosissima anche per bambini e adolescenti. E quindi, ha stabilito la governatrice Tesei, si chiude. La regione precipita nella zona rossa, mentre buona parte dell’Italia si avvia a riaprire le porte della vita normale, passando, finalmente al giallo. In Umbria invece coprifuoco, Dad, delivery. E paura. Che da qui parta, o forse è già partita, la terza ondata.

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