Palma Campania conquista l’associazione Carnevalia foto video

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Il Carnevale di Palma Campania . Il Covid non ferma il Carnevale palmese e le Quadriglie almeno nell’animo

Quadriglie carnevale Palma Campania

Palma Campania, 8 febbraio
La Fondazione Carnevale Palmese entra a pieno titolo a far parte dell’associazione Carnevalia.
Il giorno 3 febbraio la città metropolitana Palma Campania, (Napoli ) ha partecipato all’assemblea dei soci che, per ovvi motivi legati alla crisi epidemiologica, si è tenuta in video conferenza.
Portando a tutti i saluti dei maggiori Carnevali Storici Italiani tra cui quello di Venezia, Viareggio, Cento e Putignano.
Rosa Ferrante

Il Carnevale di Palma Campania

Il Carnevale di Palma Campania affonda le sue radici nella tradizione carnevalesca campana, strizzando l’occhio agli antichi riti propiziatori perpetuatisi in varie forme dall’epoca romana al Medioevo. Attestazioni certe del Carnevale Palmese si hanno a partire dalla seconda metà del 1800, ma c’è ragione di pensare che esso abbia origini molto più antiche e che abbia assunto nei secoli forme diverse da quelle attuali. Che il Carnevale sia tradizione radicata sul territorio palmese è provato anche dall’interesse da parte di quanti hanno dato vita a preziosi testi di documentazione, raccogliendo testimonianze, ricordi e scritti affinché tutto un patrimonio di cultura locale non andasse perduto.

Nessuno conosce con esattezza la data di nascita del Carnevale, ma è nota ai più la spiegazione etimologica della denominazione: carnem levare, con esplicito riferimento alla prescrizione cristiana di non mangiare carne durante i venerdì di Quaresima, o carnem laxare da cui il più ricercato termine “carnasciale”. L’etimologia della denominazione rimanda ad un tempo in cui la ricorrenza aveva già assunto un carattere definito nel calendario cristiano e veniva celebrata appunto come apertura del periodo quaresimale.

Molteplici gli aspetti culturali confluiti nel Carnevale: somiglianze certe si ravvisano nelle feste pagane legate a riti di passaggio e di purificazione quali i  Saturnalia e i Lupercalia celebrati nell’antica Roma. Nei Saturnalia, in particolare, durante la festa, era data facoltà agli schiavi di considerarsi uomini liberi e di eleggere un princeps al quale venivano burlescamente assegnati pieni poteri. Invece, secondo i miti legati al ciclo delle stagioni, basti pensare al mito di Proserpina, durante l’inverno, le divinità degli inferi vagavano sulla terra, onde gli uomini, per indurli a ritornare sottoterra e a favorire il raccolto estivo, celebravano riti e feste propiziatori. Da queste feste pagane, durante i secoli bui del Medioevo e fino ad arrivare all’epoca rinascimentale, si svilupparono fra il popolo rituali propiziatori che si incanalarono nella ricorrenza carnascialesca.

Molti studiosi di tradizioni e costumi popolari hanno visto nel Carnevale una manifestazione sociale durante la quale le classi meno abbienti potevano capovolgere i ruoli e compiere atti al limite della liceità, protetti dall’uso delle maschere che garantivano il loro anonimato. Tuttavia, tutti concordano nell’affermare che questi riti originano in ambiente agreste, in quanto il periodo del Carnevale coincide per lo più con l’inizio dell’anno e perciò con la necessità di favorire la fecondità della terra attraverso l’eliminazione di quanto è vecchio e malato con il conseguente esorcismo della morte e la celebrazione della potenza creatrice della terra e dell’uomo. E’ da qui che scaturiscono rappresentazioni come quella dei “dodici mesi”, tipica di alcuni carnevali locali meridionali o scene come quelle della morte di Carnevale.

Ed è sempre ai rituali di eliminazione e di propiziazione che si deve il carattere grottesco e buffonesco delle mascherate tipiche: uomini che indossano vestiti femminili, attributi sessuali esplicitamente esagerati, maschere a metà fra il comico e il demoniaco, come quella nera e dal naso adunco del nostro Pulcinella.

Le Quadriglie del Carnevale di Palma Campania

Carnevale Palmese è una festa ultracentenaria che trae le sue origini nel 1700. Nato come manifestazione popolare, negli anni è diventato uno spettacolo ricco di musica e teatralità che – riconosciuto tra i Carnevali Storici d’Italia – ha saputo mantenere una forte tradizione senza trascurare l’innovazione. Le spettacolari Quadriglie rappresentano il suo cuore pulsante: condotti da abili Maestri, Musicisti e Musicanti, questi gruppi folkloristici eseguono canzoni uniche e inconfondibili. Gli strumenti artigianali tipici come scetavajasse, putipù e triccaballacche riescono da sempre a coinvolgere tutti e a rallegrare il percorso storico del paese. Come da tradizione anche quest’anno musica, divertimento e sfilate saranno gli ingredienti principali della kermesse. I temi scelti per l’edizione 2020 saranno LA RUSSIA STA QUA… MA ‘O ZAR ADDO’ STA’? (A Livella), C’ERA UNA VOLTA IL PRINCIPE AZZURRO (Amici di Pozzoromolo), AIZZ AIZZ AIZZ… ACCOST ACCOST ACCOST. A COSTIERA NOST! (Gaudenti), GLI STUDENTI ALL’ISOLA CHE NON C’E (Gruppo Storico Quadriglia degli Studenti), MONELLìPRIDE (MoNellì), CHE “SCUGNIZZI” QUESTI LADRI! – Storia, realtà e fantasia di un mondo di furfanti (Scugnizzi), FEST ‘E FESTULELL (Scusate il Ritardo), THE MAGIC FLUTE – Il Flauto Magico (Teglanum) e LA SIRENETTA (Tutta n’ata storia).

Vero emblema del Carnevale di Palma Campania, le Quadriglie raccolgono il meglio di una tradizione pluricentenaria che affonda le radici nel carnevale napoletano del 1600. In un intenso processo di partecipazione, esse rappresentano un patrimonio unico ed autentico di arte, spettacolo, teatralità, folklore, amore, passione, tradizione, canto, suoni, percussioni, ballo, coreografie, colori. L’intera comunità do Palma Campania attende un anno intero con entusiasmo il suo Carnevale, le sue Quadriglie, la sua festa con migliaia di figuranti attivi e più di 100.000 spettatori coinvolti provenienti dai comuni limitrofi, dalla Regione ed oltre. Ogni partecipante al Carnevale indossa costumi curatissimi realizzati sulla base di un tema scelto annualmente in un clima di festa scandito dagli strumenti della tradizione partenopeatriccheballacche, tamburelle, scetavajasse, putipù, acciarini, campanacci e quant’altro costruito artigianalmente. In questo incalzare ritmico e variopinto i quadriglianti si fanno accompagnare da una banda musicale che suona strumenti a fiato ed una banda piccola che suona strumenti a percussione, il tutto diretto dal Maestro della Quadriglia, la figura di eccellenza di ogni gruppo – un vero “macchiettista” che con mimica teatrale coordina e scandisce i tempi musicali.

Con la sua personalissima bacchetta dirige l’esecuzione del Canzoniere all’interno del cerchio. La disposizione a cerchio durante l’esecuzione dei canzonieri ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un elemento caratterizzante dell’esibizione delle Quadriglia. E’ nel cerchio che il maestro intreccia quel dialogo mimico gestuale con i quadriglianti, con la banda musicale, la banda piccola e la folla che gremita intorno al cerchio. La folla interagisce con quel misterioso e affascinante linguaggio, ride, applaude e sovente richiama l’attenzione di questo o quel quadrigliati. A ricordo dei Maestri negli anni, in piazza de Martino a ridosso delle mura di Palazzo Compagna, sono affisse le stelle di ceramica su cui è inciso il nome di ogni Maestro di quadriglia che si è onorato di dirigere una Quadriglia negli ultimi 100 anni.

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