Morra Presidente Antimafia vota no a Draghi, il M5S “Espulso”. “Voglio parole sulla lotta alla Mafia”

Più informazioni su

    Per il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, dopo aver votato ‘No’ alla fiducia in Senato, è stata avviata la procedura di espulsione. “Ora faremo le nostre valutazioni, singolarmente prima e poi chi vorrà le condividerà”, ha spiegato Morra a Fanpage.it “E poi si deciderà il da farsi. Nel rispetto delle regole e dello spirito del M5s”. Perché il senatore non avrebbe intenzione di andar via, si sente “M5S nel sangue”.

    Sul suo profilo Facebook ha spiegato così i motivi del suo voto in dissenso dal resto del gruppo: “Ho detto in varie occasioni, in questi giorni, che c’era il 99% di possibilità che io non dessi la fiducia al governo che si stava insediando, perché avevo riservato un 1 percento alla valutazione di quanto il presidente del Consiglio avrebbe sostenuto in merito all’impegno che il governo assumeva per contrastare le mafie. Perché sono sì un senatore M5S, storto quanto volete, ma anche il presidente della commissione Antimafia e ho degli obblighi istituzionali nei confronti dei quali non ritengo sia giusto venir meno”.

    Il suo voto contrario al governo Draghi non è stato isolato, e la procedura di espulsione interessa anche altri ex pentastellati, come l’ex ministra per il Sud, Barbara Lezzi, e i senatori Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Mantero, Minnino, Moronese e Ortis. Oltre a loro altri otto grillini sono risultati assenti (due giustificati). Questi ultimi non rischiano di essere cacciati dal Movimento, però rischiano una sanzione. Il reggente del M5s Vito Crimi ha annunciato la cacciata dei 15 senatori ribelli che hanno votato difformità dal gruppo con un post. “Io non so se questa espulsione, giuridicamente parlando, sia un atto perfetto e quindi incontestabile”. ha detto Morra su Facebook.

    Eppure, fanno notare i vertici, l’articolo 11 dell’associazione denominata ‘MoVimento 5 Stelle’ stabilisce senza ombra di dubbio che l’espulsione dal gruppo equivale automaticamente all’espulsione dal M5s, e viceversa: “Per gli iscritti che siano membri dei gruppi parlamentari e/o consiliari, l’espulsione dal ‘MoVimento 5 Stelle’ disposta in conformità con le procedure del presente Statuto comporta l’espulsione dal gruppo parlamentare e/o consiliare; analogamente, l’espulsione dal gruppo parlamentare e/o consiliare, disposta in conformità con le procedure dei rispettivi regolamenti, comporta l’espulsione dal ‘MoVimento 5 Stelle’. In entrambi i casi è riservata al Garante la possibilità di revocare l’espulsione.

    “Sul meccanismo dell’espulsione c’è necessità di interpellare un avvocato competente, non sono un esperto di diritto civile”, ci ha spiegato Morra. In molti tra i militanti si chiedono però che peso abbia l’esito di una votazione su Rousseau se poi i parlamentari votano secondo coscienza. “Se tanti attivisti che hanno votato ‘sì’ su Rousseau, mi chiedono di far rettificare il voto, perché si sono sentiti turlupinati, e sono stati indotti in errore da un quesito che prefigurava una realtà che non si è realizzata quando venerdì pomeriggio il presidente del Consiglio Draghi ha fornito l’elenco dei ministeri, penso di aver fatto bene”, ci dice Morra.

    Mattia Crucioli ha annunciato l’imminente formazione di un gruppo che potrebbe ospitare questi ex M5s, più i sei assenti in odor di espulsione, con l’aggiunta delle ex pentastellate Fattori e Nugnes. “Per il momento non sono interessato”, ha tagliato corto il senatore.

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »