Meta, turista stuprata: cinque condanne dimezzate. Non è stata drogata

Più informazioni su

Meta. Turista inglese stuprata all’hotel Alimuri: in appello cade l’aggravante della somministrazione di droghe, pene dimezzate per i cinque ex dipendenti della struttura alberghiera. Lo leggiamo oggi sul Mattino.

Fu violentata dal branco, Mary, la 50enne del Kent. Ma non fu drogata o, almeno, non c’è la certezza che ciò sia accaduto. Solo tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni che hanno spinto i giudici della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Napoli (presidente Rovida) a riformare la sentenza arrivata in primo grado poco più di un anno fa presso il tribunale di Torre Annunziata. Di sicuro, i ricorsi presentati dai legali degli imputati hanno fatto sorgere più di un dubbio, con la corte cha ha però confermato le accuse di violenza sessuale di gruppo. Sconto di pena più cospicuo per Gennaro Davide Gargiulo, che in primo grado era stato condannato a nove anni di reclusione: per lui la pena scende a quattro anni e otto mesi. Per Antonino Miniero, Fabio De Virgilio e Francesco Ciro D’Antonio la condanna in appello risulta dimezzata da otto a quattro anni di reclusione. Per Raffaele Regio, infine, da quattro si scende a tre anni. Parzialmente accolti, dunque, i motivi presentati dal collegio difensivo formato dagli avvocati Francesco Tiriolo, Mario Rosario Romaniello, Antonio Somma, Francesco Iaccarino, Mauro Amendola e Vincenzo Ezio Esposito.

I cinque ex dipendenti dell’albergo di Meta sono stati ritenuti ugualmente responsabili della violenza sessuale di gruppo ai danni di Mary, la turista inglese che era in vacanza in Penisola sorrentina insieme alla figlia 25enne. I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 ottobre del 2016, a poche ore dalla partenza della donna e della figlia che di mattina avrebbero lasciato la struttura ricettiva a picco sul mare per far rientro in Inghilterra. Quella notte, ha raccontato la donna costituita parte civile con l’avvocato Lucilla Longone, si trasformò in un vero e proprio incubo. Dopo aver bevuto una serie di drink, Mary era stata accompagnata dal bar alla spa, dove si era consumato un primo rapporto con i due baristi. Successivamente la donna è la ricostruzione degli inquirenti era stata portata nell’alloggio dei dipendenti, dove era stata stuprata da un numero imprecisato di camerieri (i tre condannati e probabilmente almeno altri tre). Alcune scene erano state fotografate, filmate e divulgate in una chat chiamata «cattive abitudini» in cui erano presenti diversi dipendenti dell’hotel, tra commenti e messaggi anche di chi non era in servizio. Solo in mattinata Mary era tornata in stanza dalla figlia, che nel frattempo aveva accusato un malore per il troppo alcool.

In questa ricostruzione, si innesta un dettaglio non da poco, fortemente sostenuto dall’accusa durante tutto il dibattimento: Mary aveva raccontato di avere ricordi non completi di quella notte, sintomi che richiamavano a un possibile consumo di ghb, la cosiddetta droga dello stupro, che amplifica i suoi effetti se assunta insieme a massicce dosi di alcool. Tesi accolta dai giudici di primo grado, anche se non esisteva la certezza scientifica della presenza di droga, in parte riscontrata dall’esame del capello, che però non dà una data certa. In secondo grado, è passata invece la tesi difensiva, con la caduta dell’accusa di somministrazione di stupefacenti e, dunque, la concessione agli imputati delle attenuanti generiche. In questo modo, già in estate potrebbero tornare tutti liberi, visto che sono detenuti da maggio 2018 e hanno già scontato quasi per intera la pena. Secondo l’avvocato Tiriolo, difensore di Miniero, «questa sentenza costituisce un primo importante passo verso la verità sui fatti accaduti quella notte. Siamo certi che l’ultimo grado di giudizio potrà ancora riservare grandi sorprese». Per l’avvocato Lucilla Longone, invece, «è stata confermata la responsabilità degli imputati che abusarono della mia assistita».

Più informazioni su

Commenti

Translate »