Le proposte del presidente del consorzio “Amalfi di Qualità” Gennaro Pisacane all’assessore Felice Casucci

Maiori. Riportiamo il post pubblicato sulla sua pagina Facebook dal presidente del consorzio turistico “Amalfi di Qualità” Gennaro Pisacane in merito all’incontro avvenuto giovedì scorso con l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci: «Oggi sono intervenuto all’incontro con l’Assessore Regionale al Turismo, organizzato a Maiori per l’ascolto degli sindaci e dei rappresentanti degli imprenditori della Costa d’Amalfi. Non ho avuto molto tempo a disposizione.  Perciò temo di non essere riuscito ad esprimere compiutamente il mio pensiero, che sintetizzo in questo post, anche per evitare possibili equivoci.

Il mio intervento è stato successivo a quello dei sindaci, nessuno dei quali ha posto in evidenza tematiche strettamente legate al turismo, avendo tutti parlato esclusivamente di viabilità, dissesto idrogeologico, sanità e semplificazione amministrativa. Nel mio intervento ho mostrato contrarietà a questo approccio.

Quelli affrontati dai sindaci sono problemi reali, da risolvere nel più breve tempo possibile, ma da discutere con gli assessori all’urbanistica, ai lavori pubblici, all’ambiente, alla sanità; non con quello al turismo, come se il suo compito si sovrapponesse a quelli degli altri. Ho sottolineato che, dal mio punto di vista, il suo problema prioritario dovrebbe essere quello della mancanza in Campania di un’organizzazione pubblica del turismo.

La legge regionale 18/2014 nacque infatti morta per essere stata voluta in fretta e furia dall’assessore dell’epoca, il quale la elaborò rispolverando un vecchio testo concepito 20 anni prima, quando il turismo era completamente diverso da quello attuale. Non è un caso quindi che sia rimasta del tutto inattuata.

La sua filosofia di fondo era infatti quella di concentrare tutti gli sforzi istituzionali nella promozione dei territori, in un momento in cui era proprio la promozione il marketing che produceva di più. Oggi sappiamo tutti che non è più così. Il marketing che paga di più è quello che si fa sui territori, quello dell’accoglienza.

L’avvento di internet e dei social nel turismo ha prodotto questo cambiamento. Si prenota un viaggio, un albergo o un ristorante se gli altri ospiti ne parlano bene. Idem per le destinazioni.  Perciò l’esperienza di vacanza è diventata prioritaria rispetto al resto. In questo senso la legge 18/2014 è del tutto inadeguata.

Essa infatti prefigura carrozzoni istituzionali (PTL) costruiti per sparare cannonate pubblicitarie, che però lasciano del tutto scoperto il problema dell’accoglienza. Ho perciò suggerito di ripensare questa legge mettendo da parte questi carrozzoni (peraltro mai costituiti) e valorizzando semmai i progetti di qualificazione dell’offerta provenienti dal basso (reti d’impresa, operatori singoli o enti).

Gli avrei voluto dire di farsi affiancare da un unico vero esperto in materia di turismo (in luogo dei 30 previsti dalla legge 18), per ripensarla e strutturarla in funzione delle nuove sfide poste da questo settore. Sfide che non competono solo ai privati, ma anche alla parte pubblica, che non può più astenersi dallo svolgere le attività di competenza, soprattutto nel settore dell’accoglienza turistica e della comunicazione social. Si risparmierebbero risorse e si farebbe un lavoro veramente straordinario, stimolando anche la concorrenza e competitività dei territori.

Gli ho fatto anche presente che i Distretti non sono attualmente una formula valida di governance turistica del territorio. Con il massimo rispetto per chi si prodiga per farli funzionare, va detto infatti che essi, attualmente, sono in un limbo. Sono cioè solo delle perimetrazioni che nessuna legge ha mai dotato di un’organizzazione. Perciò, è come se non esistessero affatto.

Le associazioni che li hanno presi spontaneamente in carico sono totalmente prive di legittimazione a rappresentare gli imprenditori e gli enti compresi nell’area di riferimento. Il che è particolarmente grave, perché sono mandati allo sbando soggetti che ci mettono buona volontà e amore per il territorio, ai quali, sia chiaro, va tutto il nostro rispetto. Mi sono anche lamentato della chiusura invernale della Riserva Naturale di Valle delle Ferriere e della scarsa attenzione dei sindaci verso le reti sentieristiche, evidenziandogli come alcuni di loro parlano di destagionalizzazione e di turismo verde senza sapere nemmeno cosa significhino queste espressioni.

Avrei voluto concludere pregandolo di liberarci definitivamente dai c.d. bus turistici (che turistici non sono perché provocano solo sentimenti antituristici nella popolazione locale) e di rivedere la legge sulle attività extralberghiere per restituire loro la dignità di strutture deputate all’accoglienza presso una famiglia del posto. Ma non ne ho avuto tempo. L’assessore ha preso nota. Ha mostrato di essere d’accordo con la necessità di rivisitare la legge 18/2014. Per il resto vedremo. Da Amalfi confermiamo la disponibilità degli imprenditori a sedere a tavoli tecnici di lavoro, precedentemente offerta anche ai nostri sindaci, ma da loro mai accolta».

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