Falsi invalidi a Cava de’ Tirreni, prescrizione per 65 indagati

Cava de’ Tirreni. Falsi invalidi, o presunti tali: la prescrizione cancella inchiesta e processo per 65 persone, coinvolte in un’indagine della Procura di Salerno che risale al 2013. Giorni fa, il tribunale di Salerno ha preso atto del tempo trascorso, emettendo sentenza di non luogo a procedere. La decisione era nell’aria: nel 2019, quando durante l’ultima udienza si era registrata l’impossibilità di ascoltare circa un centinaio di testimoni, i giudici avevano rinviato tutto al 2021, al fine di decretare la sola sentenza di prescrizione. Solo un imputato, un medico, ha deciso di entrare nel merito e continuare il processo per dimostrare l’estraneità ad ogni accusa.

LE INDAGINI

Sotto inchiesta un periodo che andava dal 2010 al 2013: nel mirino, una commissione medica che valutava le istanze di invalidità a Cava e a Vietri sul Mare. Il dibattimento si era aperto solo nel 2017. La Procura aveva raccolto e passato al vaglio diversa documentazione, tra pensioni e invalidità civile, ma anche assegni di accompagnamento. Per l’accusa, le pratiche sarebbero state aggiustate per elevare le percentuali di invalidità ai soggetti che venivano segnalati i quali, oltre all’assegno di invalidità, percepivano anche quello di accompagnamento, ottenendo l’iscrizione al collocamento agevolato. Tra gli imputati medici di base, cittadini, residenti anche nell’Agro nocerino. Non solo, avvisi di garanzia furono notificati anche a componenti dell’organismo di valutazione dell’Asl, ai pazienti stessi, ma anche a professionisti, come un imprenditore edile di Cava de’ Tirreni che, in cambio della concessione dell’invalidità, avrebbe eseguito lavori di ristrutturazione. Tra gli intermediari finì anche un religioso. L’indagine aveva coinvolto circa ottantacinque persone, con diverse accuse già finite in prescrizione prima dell’ultima udienza, riguardo ruoli minori. Sedici invece gli episodi ricostruiti dagli inquirenti per pratiche di invalidità falsate, mentre erano almeno un centinaio quelle analizzate durante la fase investigativa.

I REATI

In alcuni casi, sempre secondo il teorema accusatorio, tra le utilità vi erano anche i voti per le elezioni. Le accuse, invece, riguardavano l’abuso d’ufficio, il falso ideologico e la truffa ai danni dello Stato. In sede di udienza preliminare, invece, era già caduta l’accusa maggiore, quella di associazione per delinquere, non ravvisata dal gup con una sentenza di non luogo a procedere. Era invece risultato elevato il numero di testimoni indicati dalle parti che, sulla scorta del tempo trascorso dalla commissione presunta dei reati, ma anche in ragione dei tanti casi da analizzare, ha determinato l’impossibilità di arrivare ad un giudizio di primo grado.

Fonte: Il Mattino

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