CGIL Salerno: “Il Presidio di Cava de’ Tirreni condannato ad un lento declino”

Il segretario della Funzione CGIL Salerno Antonio Capezzuto, in una nota, così scrive: «Il Presidio di Cava de’ Tirreni condannato ad un lento declino. La Direzione del Ruggi prenda provvedimenti seri a tutela dei cittadini. Se negli ultimi mesi le assunzioni di operatori sanitari presso l’A.O.U. Ruggi d’Aragona di Salerno sono state numerose, lo sforzo compiuto non è riuscito a colmare la grossa carenza di personale che continua ad attanagliare i Presidi periferici. Dopo centinaia di pensionamenti e personale sanitario in malattia per contagio da Covid, urge necessariamente l’assunzione di ulteriori operatori per garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio, evitando operazioni a singhiozzo che non hanno finora risolto il problema, ma semmai aumentato il disorientamento tra i camici bianchi.

È un caso emblematico quello del Presidio Ospedaliero di Cava che dopo essere stato inizialmente privato della Rianimazione, con tutte le conseguenze del caso, resta oggi puntualmente fuori da ogni nuovo arrivo di personale. I numerosi arrivi di infermieri negli ultimi due mesi hanno visto appunto l’esclusione del Presidio metelliano. Questa scelta sembra rappresentare la volontà di privarsi di servizi ospedalieri di qualità che garantiscono le cure a migliaia di cittadini. Non si comprende quindi, in attesa del nuovo Atto Aziendale, quale sarà il futuro del Presidio di Cava, continuamente bistrattato e condannato al declino.

La Dirigenza del Ruggi ci spieghi se c’è una chiara volontà politica di chiudere l’Ospedale o se la causa è da ricercare nella gestione da “bottega” del Servizio Infermieristico del Ruggi, dove si volta la faccia alle reali esigenze dei presidi periferici, abbandonati a loro stessi e senza una prospettiva chiara e certa.

Pensiamo che siano maturi i tempi di una revisione dell’attuale servizio, oggi nelle mani di pochi eletti, nelle quali si sta consumando il declino dei Presidi e della sanità del territorio. C’è bisogno di un intervento autorevole per il ripristino della normalità, per dare fine ad un modello organizzativo privo di una visione complessiva a tutela dei servizi che l’ospedale dovrebbe offrire. È arrivato il momento di pensare all’interesse dell’intera collettività e non a come concedere spazi e privilegi a seconda delle proprie preferenze.

Tutto questo vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro dell’Azienda, vuol dire preoccuparsi della comunità, dei cittadini, vuol dire promuovere le eccellenze e il merito, vuol dire anteporre l’interesse di tutti a quello di pochi eletti».

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