Capri, comune unico o unione tra i due enti dell’isola

Tutti i dettagli in un articolo dell’edizione odierna di a firma di Marco Milano. Per l’isola di Capri l’unione dei comuni o il comune unico. Si riaffaccia il dibattito ed il confronto sulla necessità di unire le forze e mettere insieme sottoforma di unione oppure istituendo un supercomune le attuali due realtà amministrative, Capri ed Anacapri. Una proposta che era stata rilanciata da Costantino Federico, già sindaco di Capri, da qualche tempo e sulla quale si erano espressi favorevolmente numerosi rappresentanti istituzionali, politici e delle associazioni. L’idea dell’unione dei comuni, infatti, potrebbe rappresentare per l’isola azzurra un’importante sinergia per la gestione territoriale rispetto alla condivisione di obiettivi con gli enti sovra-comunali. Ed anche altri due ex primi cittadini, Gianni De Martino di Capri e Franco Cerrotta di Anacapri, hanno sostenuto favorevolmente il progetto dell’alleanza. Un territorio come quello dello scoglio amato dagli imperatori romani, attualmente, volendo fare due conti, raccoglie poco più di tredicimila abitanti, un numero che si distribuisce lungo l’intera superficie isolana e che ha indistintamente, per ognuno dei due enti municipali di appartenenza, esigenze condivise, una su tutte la sanità, considerando che l’isola dispone di un unico ospedale.

E poi c’è la questione collegamenti marittimi, tema e necessità assolutamente di paritario interesse per entrambi.

Tra l’altro l’unione dei comuni, porterebbe a poter contare su forze, anche finanziarie evidentemente maggiori sul fronte dei servizi, come per esempio quello dei rifiuti, ma anche in altri campi dove sicuramente il “matrimonio” tra Capri ed Anacapri vedrebbe un unico ente più grande, maggiormente strutturato e pronto alle sfide di una futura gestione amministrativa virtuosa. Come per esempio sul patrimonio dei beni culturali, che tornerebbe utile alla candidatura dell’intera isola di Capri e capitale europea della cultura, E se per l’istituzione di un comune unico si era parlato di un referendum con gli integralisti delle due posizioni pronti a comitati “pro” e “contro”, rispolverando antiche rivalità, l’opportunità dell’unione dei comuni sarebbe più agevole e con tempistiche più rapide.

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