Campania zona rossa, oggi la decisione. De Magistris lancia l’allarme

Campania zona rossa. L’incidenza dei casi Covid, ossia il numero di positivi rispetto alla popolazione residente, in Campania è in aumento costante da almeno una o due settimane. Un indicatore diventato, nella valutazione epidemiologica della pandemia, più importante del semplice indice di infettività Rt (la capacità del virus di infettare) peraltro fino a qualche settimana fa misurato dalla cabina di regia nazionale in rapporto all’entità dei sintomatici, in Campania sempre pochi rispetto alla media generale. Lo stillicidio costante di casi dunque e il basso numero relativo di guarigioni e di decessi mantiene molto alta la platea di coloro che portano il virus in fase attiva e che possono infettare altre persone. Ora che la variante inglese sembra farsi strada anche in Campania l’attenzione è diventata massima anche a fronte dei primi segni di stress della capacità sanitaria degli ospedali. Ecco cosa apprendiamo dal Mattino.

L’unità di crisi regionale dieci giorni fa ha deciso di rendere disponibili i dati, aggiornati giorno per giorno, in una piattaforma aperta e di facile consultazione da parte dei sindaci ai quali è delegata ogni decisione da assumere riguardo a restrizioni ulteriori su scala locale. Restrizioni già aumentate, una settimana fa, di un gradino, da giallo ad arancione, per decisione del Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. Un freno tirato agli assembramenti e ai luoghi e tempi di aggregazione giovanile che dovrebbero piegare la curva dei contagi.

Il solo confronto con la settimana scorsa fa comprendere quanto rapidamente stia peggiorando la situazione in Campania: tra mercoledì e ieri in Campania abbiamo registrato una media di 2.285 casi al giorno. Una settimana fa la media era di 1.463 casi e tre settimane fa la media era di 1.277. Inoltre ieri e il giorno prima abbiamo avuto una percentuale di positivi al tampone di oltre il 10%, mentre una settimana fa la percentuale oscillava intorno all’8,20%. «Il dato più impressionante – conferma Nicola Fusco, ordinario di Matematica dell’Università Federico II – è quello dell’incidenza. Gli attualmente positivi oggi sono quasi 73mila in Campania e a fine gennaio erano scesi a 61.600. Certo siamo lontani dal record di quasi 105mila attualmente positivi di fine novembre ma in questo mese di febbraio quasi ogni giorno il numero di quelli che si ammalano è stato più grande di quelli che sono guariti e da due giorni la differenza fra i due numeri è ben oltre 1000. Segno chiarissimo di una nuova impennata dell’epidemia». Un punto ulteriore su contagi e indicatori epidemici sarà tracciato nel fine settimana dalla cabina di regia regionale alla luce di un indice Rt stabilmente sopra il valore 1 (la zona rossa scatta a 1,2) a confronto con i parametri di incidenza per popolazione e di impegno ospedaliero.

Uno scenario che spinge il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a lanciare per la prima volta un allarme anche alla luce della elaborazione dei dati che il Comune di Napoli ha affidato al gruppo di Statistica medica dell’Università Vanvitelli guidata da Giuseppe Signoriello. Proprio quest’ultimo ha sottolineato che dopo una fase di stabilità a gennaio è seguita quella attuale di incremento del contagio. Nelle prime tre settimane di febbraio (al 21 del mese) sono stati notificati 4.158 casi, in aumento del sei per cento rispetto a gennaio. «Napoli evidenzia un’incidenza di Covid-19 sempre maggiore rispetto alla Campania, circa il 10 per cento in più al 21 febbraio. Anche la mortalità è notevolmente aumentata, del 65 per cento rispetto a quello della Regione Campania per 100mila abitanti. Il numero di ricoveri ospedalieri e di terapie intensive per Covid – infine – dopo una forte riduzione è attualmente stabile». «È chiaro che i contagi stanno salendo ed è verosimile, se continuano a salire, che ritorneremo – avverte il primo cittadino parlando a radio Crc – mi auguro per un periodo limitato, in una zona rossa». «Se c’è una questione di picco sanitario, di terza ondata – ha poi aggiunto – allora per la chiusura delle scuole deve intervenire o lo Stato o la Regione». Anche il Governatore, criticato da mesi per il suo decisionismo, non più tardi di tre giorni fa, all’indomani del passaggio della Campania in zona arancione, aveva lanciato a sua volta un alert, contrariato dalle immagini degli assembramenti sul lungomare. Una zona rossa che aleggia insomma, sulla testa dei cittadini napoletani e della sua popolosa provincia, sebbene con una tendenza a lasciare il cerino delle decisioni in mano ad altri. «Con un monitoraggio quotidiano stiamo verificando – ha concluso de Magistris – e nonostante il non intervento dello Stato e della Regione, se sono necessarie misure mirate».

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