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Arte Contemporanea. Le ricerche astratte di Alfredo Celli

Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde l’artista Alfredo Celli.

 

Alfredo Celli, da tempo, accompagna suggerimenti tattili e vibranti dell’immagine a riuscitissimi dettati costruttivi e segmentazioni decostruttive; nel segmento astratto opera con colori congrui e frazionamenti appropriati.
E’ un microcosmo compositivo, che respira tra piano e concavo, chiaro e scuro, pieno e vuoto lasciando infinite possibilità d’interpretazione.
Alfredo Celli è venuto varie volte in Campania: è stato anche presente nella mostra beneventana “Scambi di Confine/1”, che ha riscosso particolare successo, grazie anche all’organizzazione dovuta a Mario Lanzione; con Maria Pia Daidone e Carmen Novaco ha realizzato, a Casa Mugnolo, la mostra “Sensibili Intese”.
Le sue recenti elaborazioni di carattere rigoroso esprimono e concretizzano mediazioni di colori, che indagano su toni profondi.
Significativa la sua ultima produzione, ancor più icastica e mordente.
L’architetto-artista Alfredo Celli, di Tortoreto Lido, ha fatto viaggiare molto le sue ultime interpretazioni con fattive presenze in collettive o rassegne.

Da ricordare la sua monografia, intitolata “Alfredo Celli Orizzonti Plastici, pubblicata dall’Istituto Grafico Editoriale Italiano (I.G.E.I.), di Rodolfo Rubino.
Artista da seguire.

 

Ecco l’intervista:

 

D – Può segnalare il Suo percorso di studi?

R – Ho frequentato una Scuola Media annessa all’Istituto d’Arte. In seguito, ho frequentato l’Istituto d’Arte a indirizzo ceramico, sezione plastica, sempre a Castelli (TE); successivamente mi sono laureato in Architettura.

 

D – Può raccontare i desideri iniziali e i sentieri che aveva intenzione di seguire?

R – Risalgono ai tempi della scuola, quando attraversavo i laboratori scolastici o anche la frequentazione pomeridiana di alcuni professori, che erano validi scultori, ceramisti e pittori. Da loro ho avuto modo di apprendere molto, sia a scuola che nei loro studi ed anche in alcune botteghe ceramiche di Castelli. Cercavo di conoscere il più possibile i vari aspetti sulle varie tecniche e anche dell’uso di diversi materiali. Il classico desiderio ed entusiasmo di un ragazzo, quindi sono stati sicuramente anni di formazione.

 

D – Quando è iniziata la Sua voglia di “produrre arte”?

R – Proprio in quegli anni del periodo scolastico. Anche se in seguito, avendo intrapreso Architettura, ci sono stati dei periodi di produzione altalenante, anche se l’interesse era sempre presente.

 

D – Mi può indicare artisti bravi con cui ha operato, eventualmente “a due mani”?

R – Produzione effettiva “a due mani” non ho mai avuto modo. È capitato di partecipare a eventi con più artisti, ognuno realizzava un lavoro e, successivamente, è stato assemblato in un’unica opera. Invece, ho operato più volte, esattamente due volte, con un Gruppo.

 

D – Può precisare i temi e i motivi delle Sue ultime mostre?

R – Solitamente, quando una rassegna ha un tema o soggetto specifico viene accolta inizialmente sempre in modo spiacevole. Ma di solito, successivamente, mi rendo conto dell’utilità di un tema specifico, nel senso che “aiuta” a fare altro, una sorta di stimolo, altrimenti si percorre sempre la stessa strada. Quindi un tema che ho trovato interessante e stimolante è stata un’iniziativa voluta da Erminia Turilli con il “Gruppo Atomosfera.7” e riguardava una serie di emergenze e priorità nei riguardi del mondo, una riflessione sul vasto patrimonio culturale e anche vicinanza alla natura: Emergency in the World”. Oltre a realizzare alcune rassegne in diversi spazi istituzionali e museali, abbiamo anche donato un lavoro specifico, ognuno di noi del Gruppo, da poter essere esposto in modo permanente nel Museo Naturalistico di Pescasseroli.

 

 

D – Ora, può specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle personali che ha concretizzato e delle esposizioni, tra collettive e rassegne importanti, a cui ha partecipato?

R – Sono circa venti anni che nutro la necessità di un discorso espositivo continuativo, sia con personali, che risalgono a diversi anni fa, ma negli ultimi tempi mi interessa, soprattutto, la presenza a delle collettive e anche la partecipazione a degli eventi di risonanza nazionale come il Premio Vasto, il Premio Sulmona, la rassegna biennale PescarArt, il Premio “G.B. Salvi” a Sassoferrato, e altri.

Dico da circa venti anni perché il lavoro, prima, procedeva in modo stancante e non continuativo. Invece, in questi ultimi venti anni, forse la continuità mi è stata data anche dalla ricerca, oltre che in campo strettamente pittorico, anche dalla indagine su diversi materiali. Uno di questi che ho maggiormente lavorato è la plastica, lavorata a combustione. Successivamente, mi sono interessato a utilizzare dei derivati del legno, soprattutto il Medium-density fibreboard (MDF). Parallelamente, da alcuni anni un altro materiale che trovo particolarmente interessante è l’impiego della carta.

 

D – Dentro c’è la Sua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?

R – Ovviamente, la percezione del mondo, ma, soprattutto, la consapevolezza del proprio vissuto. Il perché è difficile da dichiarare, appartiene al nostro reale vissuto in modo delle volte anche involontario.

 

D – L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? L’Abruzzo, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso?

R – Vivo in provincia, di conseguenza arrivano i riverberi di qualsiasi evento culturale. Ma cerco di portare avanti il mio lavoro ben consapevole che un centro culturalmente dinamico potrebbe offrire altro.

 

D – Quali piste di maestri ha seguito?

R – Indico due coppie di nomi. Coppie distanti tra loro di circa 500 anni. Ho sempre avuto una predilezione per Beato Angelico e per Piero della Francesca. L’altra coppia Lucio Fontana e Alberto Burri.

 

D – Pensa di avere una visibilità congrua?

R – Assolutamente no, questo sicuramente dipende da me oltre che a circostanze del momento.

 

D – Quanti “addetti ai lavori” La seguono?

R – Nonostante la scarsa visibilità, come dicevo, comunque ho galleristi e critici interessati al mio lavoro. Ovviamente, sono di sostegno e rappresentano un contatto molto importante.

 

D – Pensa che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo Lei, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”?

R – Ritengo che sia molto difficile. La cosiddetta bravura credo che conti poco, occorrono altri fattori: soprattutto conoscenze giuste, anche vivere in un determinato luogo è importante e, ovviamente, la classica dose di fortuna.

 

D – I “social” L’appoggiano, ne fa uso?

R – Sono presente su un social e, ovviamente, è da prendere nella giusta dose ed essere coscienti di quello che può dare.

 

D – Con chi Le farebbe piacere collaborare tra critico, artista, promoter per metter su una mostra o una rassegna estesa di artisti collimanti con la Sua ultima produzione?

R – Mi farebbe molto piacere, e credo sia il desiderio di molti, di poter collaborare con critici e curatori che credono nel lavoro che portiamo avanti. Dico questo perché ritengo che la figura dell’artista debba essere assistita da altre figure, come quella di un critico, da chi organizza eventi e altri. Una sorta di cooperazione. Non solamente per una mostra, ma per un percorso da fare insieme.

 

D – Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei Suoi impegni produttivi?

R – Perché lavoro anche per loro.

 

D – Pensa che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?

R – Credo sia doveroso, io lavoro in ambito scolastico, quindi cerco di dare il mio contributo ai ragazzi cercando di avvicinarli all’arte, alla conoscenza del patrimonio in diversi modi, in base, soprattutto, alle loro inclinazioni, se occorre anche in modo ricreativo.

 

D – Prossime mosse, a …?

R – … no comment, …

 

D – Che futuro si prevede post-Covid-19?

R – La storia ci insegna che solitamente, come spesso accade dopo eventi di questo genere o altri disastri, come circostanze belliche, ci sarà sicuramente una rispesa molto vivace e positiva. Come sempre la tecnologia avrà le sue priorità e attorno il resto.

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