Pompei, entra di notte in un bar per dormire: “Non lo denuncio”

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Pompei, entra di notte in un bar per dormire: “Non lo denuncio”. La storia è stata raccontata da Salvatore Piro in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis. Gelo e clochard, un altro letto “rubato” per una notte in un bar di Pompei. La titolare del locale, Licia Petraccone: «Ha dormito qui, ma non l’ho denunciato. Piuttosto, ho preferito chiamare la Caritas. L’ho pure conosciuto: ha 40 anni, è italiano, poteva essere mio fratello. Era arrivato a Pompei in sella a una bici, cercava un posto caldo e un po’ di cibo. Ho provato a dargli una mano. In questi tempi, dovremmo farlo tutti». E’ una storia inizialmente triste, intrisa di solitudine, miseria e povertà, ma dai contorni finali “disegnati” dalla solidarietà e dall’animo sensibile mostrato da una giovane imprenditrice di Pompei. Il suo nome è Licia Petraccone, che da anni gestisce un noto bar, il Delirum Club di piazza Vittorio Veneto alle spalle della stazione Circumvesuviana Pompei Santuario. Un bar accogliente, confortevole, caldo. Per questo “attenzionato” da un 40enne clochard italiano, che in piena notte, dopo avere scavalcato le recinzioni che separano il locale dai binari della Circum di Pompei, due notti fa ha deciso di ripararsi dal gelo e dalla miseria, improvvisando un letto con cuscino (vedi foto, ndr) sui divani in legno vimini abitualmente occupati da clienti del locale. A scoprire il tutto, il giorno dopo, è stata una dipendente del bar Delirum di Pompei. Lei è Martina. «Mentre stava ripulendo il bar – confida Licia a Metropolis – Martina ha d’improvviso esclamato: cosa ci fa un cuscino sul divano? Poi ho visto le immagini registrate dalla videosorveglianza interna e infine ho capito tutto». Un cuscino e un plaid, disposti in maniera regolare, quasi simmetrica, dal clochard 40enne italiano, che la notte prima aveva cercato di difendersi dal gelo scavalcando le recinzioni per introdursi nel locale. La storia, però, continua. «Il giorno dopo – prosegue Licia – sul tavolino accanto al divano dove il clochard ha passato la notte ho ritrovato anche i residui di una piccola pizza, che di solito offriamo ai clienti come base per un aperitivo. Ho capito che il clochard aveva fame, aveva rovistato nei residui e nella spazzatura». Disperazione e fame. si tratta degli indizi che hanno infine spinto Licia Petraccone a “indagare”. Non per una denuncia alle forze dell’ordine – «l’ho esclusa fin da subito» continua l’imprenditrice dal cuore d’oro – «ma per chiedermi il perchè: il motivo scatenante di una storia che potrebbe apparire folle, ma oggi è il triste specchio della realtà». Licia Petraccone, il giorno dopo la scoperta, ha visionato i video, riconosciuto il clochard, che è passato nuovamente, 24 ore dopo aver dormito nel locale, sempre in sella alla sua bici di colore rosso acceso. «Gli ho parlato», conclude oggi Licia «l’ho aspettato per aiutarlo». Licia Petraccone, anziché sporgere denuncia, ha infatti chiamato il referente dell’associazione Pompei Social, Adolfo Giordano, «che a sua volta mi ha girato i contatti della Caritas e del dormitorio pubblico di Scafati». Il giovane clochard che cercava riparo dal gelo, almeno per questa notte, dormirà in un letto vero.

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