Oggi si celebra San Francesco di Sales. Ecco perché è il protettore dei giornalisti

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E’ legittimo chiedersi come mai San Francesco di Sales, nato il 21 agosto 1567 e morto il 28 dicembre 1622, quindi vissuto in un periodo in cui i giornali ancora non esistevano, possa essere il protettore proprio dei giornalisti.

Francesco – come riporta il sito “TarantoBuonasera” – è un cavaliere provetto, sa maneggiare la spada e conosce i modelli di comportamento dell’uomo di corte. E’, inoltre, un alunno eccellente. Al collegio Chappuisien di Annecy impara il “bel parlare” e a “cercare le belle parole” per scrivere con naturalezza e spontaneità, da perfetto umanista. Arriverà a laurearsi in Filosofia a Padova. Nonostante l’aspirazione del padre a vederlo con la toga rossa del senatore, Francesco pensa invece all’abito talare e nel 1593 viene ordinato sacerdote.

A 26 anni Francesco viene inviato nel Chiablese, una regione della Savoia messa in ginocchio dalle guerre e dalle discordie religiose. Il giovane prete cerca di fare la sua parte cominciando a predicare ma ottenendo pochi risultati. Decide, quindi, di scrivere a tutti, cattolici e ugonotti, costringendoli così almeno a leggere le sue parole. La vocazione all’informazione e cioè al giornalismo è già scattata. Francesco comincia a raccogliere di giorno notizie sugli sviluppi e gli esiti delle faccende politiche, commenta i fatti e semplifica la teologia per renderla accessibile a tutti. Scrive inoltre di fatti, misfatti e note teologiche, inventandosi uno stile praticamente giornalistico e cioè chiaro, piacevole, comprensibile e soprattutto sintetico per farsi leggere da chi, impegnato nel lavoro, non ha molto tempo a disposizione per studiare e approfondire certi argomenti. Di notte trascrive il tutto su dei foglietti che all’alba attacca sui muri delle case o infila sotto le porte.

Quei famosi foglietti volanti, che contengono il succo dei fatti di cronaca del tempo e del sapere teologico, furono poi raccolti sotto il titolo di “Controversiae” e utilizzati nel 1870 dai Padri del Concilio Vaticano I per definire l’infallibilità del Papa, e valsero a Francesco, nel 1878, il titolo di dottore della Chiesa e, nel 1923, quello di patrono spirituale dei giornalisti e degli scrittori cattolici.

 

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