Napoli la fila per il vaccino, l’avvocato infiltrato e il 101 % dei vaccinati il record strano della Campania, ma non è Crozza che imita De Luca

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Napoli. Non è Crozza che imita De Luca in un delirio di onnipotenza, essere più dei primi e consumare il 101 % delle dosi sembra una di quelle battute alle quali oramai ci siamo abituati , ma sono i dati ufficiali pubblicati che poi sono stati chiariti . In Italia La Campania è stata la regione più veloce nello smaltire la prima fornitura di vaccini e da oggi è in attesa che arrivino nuove dosi per ricominciare la campagna. Ma non è che tutto sia andato alla perfezione come traspare dalle esternazioni del presidente De Luca. Delle file interminabili e durate ore sotto la pioggia alla Mostra d’Oltremare, il Corriere ha pubblicato foto eloquenti che testimoniano come, proprio per la somministrazione dei vaccini, sia saltata una delle misure primarie contro il Covid: il distanziamento tra le persone. Ora però si scopre che quelle file non erano composte soltanto da medici o personale sanitario, come avrebbe dovuto essere secondo le disposizioni ministeriali, ma anche da molti infiltrati. Ieri è stato addirittura il direttore generale della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva a riconoscere, tra le tante persone in attesa, l’avvocato , noto amministrativista napoletano, e a intervenire per chiedergli di allontanarsi. Ne è anche nato un breve diverbio, prima che l’avvocato accettasse di lasciare la fila.

Le certificazioni e i trucchi
Ma il suo è un caso piuttosto eclatante solo perché si tratta di una persona conosciuta in città. Del resto la Campania è l’unica regione dove il presidente della Giunta si è fatto vaccinare già il primo giorno al posto di un medico che ne aveva diritto. Figuriamoci, quindi, quanti furbetti sconosciuti possano esserci stati. A centinaia, secondo quanto fa sapere la stessa Asl: ne sarebbero stati individuati e fatti allontanare anche duecento al giorno. E in ognuno dei giorni in cui si è lavorato. A vantare i titoli per essere sottoposti al vaccino non erano soltanto i sanitari convocati attraverso la piattaforma regionale. Alla Mostra potevano presentarsi anche dipendenti di studi medici, di case di cura private, collaboratori di medici di famiglia. Però bisognava presentare una documentazione che dimostrasse di far parte di questa tipologia di lavoratori a rischio. Come? Con una busta paga, un contratto o una attestazione del datore di lavoro. E qui sarebbe venuto fuori di tutto, e non si esclude affatto che molti siano anche riusciti a farla franca e approfittando dell’enorme affluenza e delle conseguenti difficoltà a fare controlli approfonditi, abbiano ottenuto la prima dose.

Il 101,7 percento
Ma se c’è stato qualcuno che si è vaccinato senza averne diritto, difficilmente potrà ripetere la furbata quando arriverà il giorno del richiamo: lì le convocazioni saranno nominali e anche i controlli potranno essere più stringenti. E nell’attesa che arrivino nuove dosi, emerge un’altra apparente stranezza, questa però subito chiarita. Secondo quanto si legge sul report, diffuso dal ministero della Salute, che per ogni regione indica il rapporto tra dosi consegnate e dosi somministrate, la Campania ha utilizzato il 101,7 per cento delle dosi disponibili. Più di quante ne avesse ricevute, quindi? Sembrerebbe, ma non è così. In Campania è stata utilizzata anche la sesta dose (considerata extra) contenuta nelle fiale distribuite da Pfizer, che ufficialmente contengono ciascuna una quantità di vaccino utile per cinque somministrazioni. Insomma: in Campania non sarebbe stata buttata nemmeno una goccia.

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