Maiori . Caccia all’ untore? No. All’ irresponsabile… Giancarlo Barela risponde a Gerardo Russomando

Maiori , Costiera amalfitana ( Salerno ) . Caccia all’ untore? No. All’ irresponsabile… Giancarlo Barela risponde a Gerardo Russomando

Gentile Direttore,

chiedo ospitalità alle pagine del suo giornale per esporre il mio pensiero in merito alle riflessioni del dott. Gerardo Russomando (persona amica e per la quale ho grandissima stima) in merito alla recente ripresa dei contagi in Costiera Amalfitana.
Comincio con i punti che mi trovano assolutamente d’ accordo: è fuor di dubbio che, con stile tipicamente “made in Italy” si siano messe in piedi misure restrittive che Gerardo definisce bonariamente paradossali e che, senza offrire grandi risultati dal punto di vista del contenimento del contagio, contribuiscono ad alimentare il clima di incertezza e confusione e porgono il fianco all’ altrettanto italiana propensione di trovare comunque il modo di raggirarle, pur restando entro labili parametri di legalità.
Ed è altrettanto inconfutabile che la diffusione del virus, sotto traccia o attraverso persone asintomatiche, sia tutt’ altro che esaurita.
Ed è proprio per questo motivo che l’ attenzione deve restare altissima e che certi comportamenti e situazioni vadano assolutamente evitati.
Credo, francamente che non ci sia nessuno tanto stupido da aver pensato per un solo istante ad una autogenerazione del virus da brodo primordiale e trovo scorretto definire semplicemente “momenti conviviali” alcune circostanze che, se la ricostruzione dei fatti risponde al vero, sono state delle vere feste o eventi con decine di partecipanti.
La caccia agli untori rappresenta il retaggio di una mentalità da basso medioevo che non deve appartenere alla nostra civiltà. Tuttavia la stigmatizzazione, l’ individuazione e la repressione di comportamenti irresponsabili ed incivili almeno quanto la caccia alle streghe, vanno perseguiti con tutti i mezzi e coloro che se ne rendono responsabili vanno severamente sanzionati e non tanto perchè si siano violate le normative vigenti, ma perchè si rischia concretamente di ledere l’ altrui salute, l’ altrui libertà e la condizione economica della comunità intera.
Gerardo Russomando, che conosco come uomo di grande fede cristiana, sarà certamente d’accordo con me se asserisco che “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, e che la malattia si possa contrarre per un banale momento di distrazione o per fatalità, ma, senza ulteriori giri di parole voglio esprimere chiaramente il mio pensiero: qualsiasi sia la ricorrenza, anniversario, compleanno, laurea o quant’altro, in questo momento, e temo per molto tempo ancora, feste, festini e maxi raduni NON SI DEVONO ORGANIZZARE E BASTA.
E se si viene invitati e non si vuol fare la parte del delatore, almeno declinare l’ invito, magari provando a far cambiare proposito agli organizzatori, e se proprio non si riesce a resistere alla tentazione, ce ne si assume la responsabilità e, prima di mettere nuovamente il naso fuori di casa, si passano un paio di settimane al chiuso della propria cameretta, evitando anche i contatti con i conviventi, specie se anziani.
L’ osservatorio “privilgiato” costituito dalla farmacia di cui sono titolare mi ha consentito di verificare come sia molto diffusa, invece, la tendenza a cercare di tenere la situazione sotto controllo in modo alquanto originale. Moltissime, infatti le richieste (ovviamente inevase) di acquistare i cosiddetti test rapidi da poter eseguire a casa in modalità “fai da te”. Ricordo che questi test NON SONO IN VENDITA NELLE FARMACIE ma destinati solo ad operatori professionali, per una serie di problemi di affidabilità legati al tipo di test, alle modalità di esecuzione degli stessi, (prelievo dei campioni etc.) ed ai tempi da rispettare per l’ eventuale rilevazione del virus. La cosa più singolare, però, è che la maggior parte delle richieste viene accompagnata dalla candida ammissione di non voler effettuare un test presso strutture pubbliche o laboratori accreditati per non dover rientrare ufficialmente nella rete dei soggetti da monitorare, in caso di esito positivo, unitamente ai possibili contatti diretti o indiretti che siano. Nulla di più sbagliato. Solo attraverso la ricostruzione puntuale dei contatti, che peraltro nelle nostre piccole comunità è impresa non insormontabile, è possibile arginare in maniera efficace la diffusione del contagio e i buoni risultati ottenuti un pò in tutta la Costiera parlano chiaro.
In conclusione io non mi pongo la domanda di cosa pensano di fare i Sindaci che, sicuramente, cercheranno di operare secondo scienza e coscienza, nell’ interesse della collettività. Mi chiedo piuttosto: quando capiremo che (nell’ attesa della vaccinazione su larga scala) basta il rispetto di poche semplici regole, che sono sempre e solo le stesse che ci stanno propinando da quasi un anno – distanziamento – mascherine – igiene delle mani – per dare un enorme contributo alla risoluzione di questa jattura ? Che dobbiamo rinunciare alle feste, alle tombolate ed a tutte quelle occasioni che, come la situazione che abbiamo sotto gli occhi dimostra, possono essere il momento di innesco di un nuovo focolaio? Che dobbiamo smetterla di essere egoisti ed evitare di fare i furbetti ? E, ripeto, non dobbiamo farlo solo perchè ci sono dei farraginosi d.p.c.m. cui attenersi, ma per il rispetto delle tante persone che a causa del Covid 19 non ci sono più, per quelli che ne hanno sofferto i sintomi e le conseguenze in termini di salute, per i più deboli che dobbiamo salvaguardare e per i tantissimi sacrifici che imprenditori, lavoratori, commercianti e anche persone semplicemente private della libertà di una passeggiata sono costretti a sopportare da troppo tempo.

Auguri di buon anno a tutti Giancarlo Barela

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