La visita ad Auschwitz è un’esperienza che ti cambia la vita

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La visita ad Auschwitz è un’esperienza che ti cambia la vita. Puoi essere la persona più ottimista e positiva del mondo ma, una volta varcati quei cancelli, vieni catapultato in un altro mondo: quello della sofferenza! Respiri un’aria che fai fatica a mandare nei polmoni e calpesti il suolo che ha condotto alla morte tanti, troppi esseri umani. La guida ti racconta storie di vita vissuta che a te sembra impossibile siano state vere, se non nei più cruenti film horror, mentre osservi annichilito quelle che erano state le prigioni che avevano “ospitato” uomini e donne di tutte le età e quadrati di un metro per un metro dove, per punizione, i ribelli (4  in ogni quadrato), dovevano stare in piedi, legati per interi giorni ed intere notti. Continui il tour in uno stato confusionale fino a quando ti ritrovi in una enorme camera, apparentemente normale, se non fosse che ad un certo punto, ti fanno guardare in alto, noti un bocchettone e ti spiegano che da quel bocchettone facevano uscire del gas: ti trovi praticamente in quella che era stata una camera a gas. Rabbrividisci ma prosegui perché pensi di aver visto tutto ma…non è così. Uomini e donne vivevano in due campi separati, dove vi era una serie innumerevole di baracche e locali: lì sono conservate le valigie appartenute ai prigionieri, i resti di oggetti personali ed occhiali dei deportati. Ma il campo che ti fa stringere un nodo alla gola ancora più forte è quello dei bambini. Bambini separati dai genitori che vivevano in celle costituite da letti di cemento e disegni ovunque perché, sì, ai bambini veniva consentito almeno disegnare. Tra un campo e l’altro infine vedi un lunghissimo binario ferroviario con vagone merci e ti spiegano che era il mezzo utilizzato per trasportare i detenuti i quali, una volta scesi, a seconda del loro stato di salute, dovevano andare a destra o a sinistra: a sinistra ci andavano coloro che non stavano bene e che venivano ammazzati seduta stante, per gli altri il destino riservava qualcosa di peggiore: le torture!

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