Il Consiglio di Stato dice sì alla sperimentazione sui macachi

Roma – Via libera del Consiglio di Stato alla sperimentazione sui macachi delle Università di Parma e Torino. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso presentato dalla Lav che chiedeva lo stop degli esperimenti. Si chiude così una lunga battaglia caratterizzata da carte bollate e accese proteste, che ha visto contrapporsi gli atenei e l’associazione animalista. Ricordiamo che lo scorso ottobre i giudici di Palazzo Spada avevano sospeso in via cautelare il progetto Light-Up dei due atenei italiani. In sintesi nel 2018 l’Unione Europea finanzia il progetto presentato dalle Università di Parma e Torino, si cerca la cura per chi è cieco a causa di lesioni al cervello. I giudici a ottobtre dispongono lo stop agli esperimenti per alcune verifiche. In sostanza, agli esperti della “Fondazione Bietti per lo studio e la ricerca in Oftamologia” viene chiesto di rispondere entro 70 giorni a quattro quesiti. Ieri, 28 gennaio 2021, i giudici si sono espressi sul merito e nelle prossime settimane verrà depositata la motivazione. Nel 2019, tornando alla cronaca, gli animalisti avevano presentato ricorso contro chi “vuole accecare i macachi senza che questo sia indispensabile“, la situazione però degenera e il professor Marco Tamietto viene messo sotto scorta (fonte La Repubblica 29 gennaio 2021).

Generico gennaio 2021
I comitati di bioetica si sono espressi, prima e dopo il finanziamento UE, sostenendo che per raggiungere gli obiettivi non si poteva prescindere dagli esperimenti sui sei macachi presenti nei laboratori di Parma. “Non li accechiamo ma è prodotta una macchia cieca circoscritta ad una zona di pochi gradi del loro campo visivo e limitata ad un solo lato, dopo l’intervento l’animale resta in grado di vedere e di interarige con i propri simili“, questo quanto dichiarano i professori legati al progetto. Dura la replica della Lav: “Per i macachi sono finite le speranze di salvezza. Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Oggi non ha perso solo la Lav, e gli oltre 440.000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste, ha perso tutta la ricerca, ha perso l’Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca“.

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