Gragnano, chiude il bar simbolo: piegato dalla crisi Covid

Gragnano, chiude il bar simbolo: piegato dalla crisi Covid. A parlarcene è Elena Pontoriero in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis. Quarant’anni di resistenza prima della resa, chiude i battenti lo storico bar di via Veneto: Anacar Marco Polo. Una sconfitta per intere generazioni che per anni hanno varcato l’ingresso dei grandi e spaziosi locali, per trascorrere i pomeriggi di una adolescenza diversa dai ragazzi moderni 2.0. A pesare sull’attività non soltanto la crisi generata dal Covid ma anche la scelta dei giovani, proiettati nei posti virtuali per incontrarsi. E’ quanto racconta lo scatto di Antonio D’Aniello, della cooperativa Pastai Gragnanesi, rimasto immobile davanti quelle serrande blindate del bar Anacar Marco Polo e riavvolgendo per qualche minuto il nastro dei ricordi: «Ho trovato chiuso un locale in cui siamo cresciuti. Un punto di riferimento, un circolo in cui le giornate e le serate si coloravano di amici, di chiacchiere, di primi video giochi e delle canzoni al jukebox, di caffè e gelati. Circolo Marco Polo meglio conosciuto come o’ bar e Olimpio! Una storia finita». Finisce così il mondo di tre generazioni che nelle accoglienti sale di via Veneto, all’avanguardia rispetto i tempi, hanno trascorso la favola della giovinezza. Al calcio balilla e al biliardo si sono alternati tanti gragnanesi che, oggi, rivestono ruolo importanti sia nel mondo politico, che anche imprenditoriale. Futuri professionisti che si davano appuntamento in un posto preciso della “via della bellezza”, affollando le sale del primo bar che era riuscito a dare posto non soltanto ai giovani ma anche agli anziani. «Parliamo degli inizi degli anni Settanta, quando a Gragnano non c’erano tanti bar come oggi, né forniti di giochi di ultima generazione e locali ampi per diverse attività di svago per tutte le età – ricorda il commercialista Dino Sorvillo – Per noi ragazzi di allora varcare l’ingresso del bar era come entrare in un luna park enorme, le sale sembravano non finire mai e la possibilità di scelta di come intrattenersi era ampia. Le nostre famiglie non ci hanno mai vietato di frequentare il Marco Polo, perché a memoria non ricordo di una sola lite avvenuta nel bar. Anzi, eravamo tutti bravi ragazzi. La gestione è passata nelle mani di tre titolari, ma Olimpio è stato forse il più longevo. Prima di lui, ricordo anche don Ludovico, un imprenditore di Arzano, che aveva scelto di investire a Gragnano prendendo il timone di quello che all’inizio si chiamò Circolo Libertas, diventato poi Anacas Marco Polo. Don Ludovico era davvero paziente, soprattutto per i numerosi scherzi che gli facevamo. La chiusura del bar per molti di noi è una sconfitta, perché è ben chiaro che i posti reali sono stati sostituiti con quelli virtuali. O meglio gli incontri delle nuove generazioni si fanno sui social e questo è il risultato ». Locali che si sono svuotati col passare del tempo, rimasti deserti con l’avvento della tecnologia e occupati da pochi e anziani clienti abituali. «Un pezzo di storia e anche di cuore che è andato via per sempre», conclude il professionista Dino Sorvillo. Un velo di tristezza per i tanti gragnanesi che hanno perso l’ennesimo avamposto dei ricordi.

Commenti

Translate »