Frode fiscale sull’asse Salerno-Brescia: ai domiciliari imprenditore di Ravello

Frode fiscale sull’asse Salerno-Brescia: ai domiciliari imprenditore di Ravello in Costiera amalfitana . L’inchiesta della Procura di Brescia che ha portato all’arresto di 24 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di 104 persone per evasione fiscale, passa anche per il Salernitano e, precisamente, per Ravello e Prignano Cilento. Compleanno amaro per il ravellese Michele Ruocco, che ieri – il giorno dopo la festa – si p visto notificare un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari in quanto ritenuto uomo di fiducia dei bresciani, organizzatori di un complesso e articolato sistema volto alla creazione di falsi crediti tributari per diversi milioni di euro, che venivano ceduti ai clienti dietro il pagamento di un corrispettivo, al fine di compensare i debiti da loro maturati verso l’erario. Ruocco, imprenditore della Mirage Multiservizi e della Ties Rebirth avrebbe presi parte alla frode occupandosi di trasferire i fondi illeciti sui conti correnti croati a lui intestati. Per questo motivo la procura di Brescia ha provveduto anche a sequestrargli ben per due milioni e 470mila euro. Posizione meno importante, invece, quella della cilentana Rosanna Renzi, solo indagata.

Secondo le accuse, il gruppo avrebbe messo in piedi un sistema di emissione fatture per operazioni inesistenti per circa 270 milioni di euro, che avrebbero consentito di abbattere, complessivamente, un debito Iva per circa 47 milioni di euro ed evadere l’Ires per oltre 58 milioni di euro, oltre che di cedere crediti fittizi per 21 milioni di euro. I principali coinvolti sono Fabio Nevio Cherin, con studio a Sirmione, Luisa Franzoni, amministratore dell’omonimo studio sempre a Sirmione e la madre Giovanna Ferlinghetti. Arrestato anche Massimo Battezzi, a capo di numerose società ritenute cartiere e già arrestato a febbraio di un anno fa nell’ambito di un’altra inchiesta fiscale. La capacità dei professionisti di ideare sempre nuove ed evolute forme di frode fiscale ha consentito di fornire servizi fiscalì in grado di celare il meccanismo fraudolento e di renderne più difficile l’emersione a favore di clienti disposti – pur di abbattere le imposte dovute – a versare un corrispettivo pari al 50%-70% del valore nominale dei crediti tributari inesistenti. Il gruppo si occupava anche di ripulire i proventi illeciti delle frodi tributarie, attraverso il trasferimento di somme di denaro su conti correnti aperti presso istituti di credito maltesi, slovacchi, ungheresi e croati poi monetizzatì da «spalloni», per essere infine restituiti agli evasori.

Fonte Il Mattino

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