Esame di abilitazione forense il Ministero fissa le date: 13, 14 e 15 aprile 2021

Il Ministero della Giustizia fa sapere in relazione all’esame di abilitazione forense che la sessione prevista per il 13, 14 e 15 aprile 2021 sarà svolta in un’unica sede per distretto e i partecipanti all’esame dovranno mantenere la mascherina per una decina di ore in un ambiente chiuso. L’Associazione italiana praticanti avvocati ha già condannato questa deprecabile decisione in un momento così delicato, vista la situazione sanitaria che ancora stiamo vivendo, ma il dicastero guidato da Alfonso Bonafede ha ribadito che eventuali modifiche verranno rese note solo il 16 marzo 2021, dunque ad appena un mese dallo svolgimento della prova . Ad aprile, ribadisce l’Associazione italiana praticanti avvocati c’è il rischio che la situazione sia ancora molto complessa dal punto di vista dell’emergenza pandemica, si chiede al ministro Bonafede la possibilità di prendere in considerazione di far svolgere le prove d’esame coinvolgendo i fori di competenza di ciascun avvocato ,invece di avere, come sarà,  Corti d’Appello con 4mila candidati, aumentando le sedi invece i numeri di praticanti avvocati da gestire si ridurrebbero, inoltre come per molte altre professioni le associazioni di categoria chiedono al ministro di ricorrere all’esame orale abilitante. Invece delle tradizionali tre prove scritte e della prova orale, due prove scritte e una orale: è la proposta alternativa per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato fatta pervenire al Ministero della Giustizia da parte delle associazioni Unione Praticanti Avvocati, Inoltre – Alternativa Progressista e Giovani Avvocatura, sempre in previsione dell’esame fissato per il 13, 14 e 15 aprile 2021. Le associazioni propongono una prova scritta preselettiva con domande di cultura giuridica generale concernenti il diritto civile e il diritto penale; una prova scritta concernente la redazione di un atto giudiziario, con l’ausilio di mezzi informatici, in una materia tra civile, penale e amministrativo a scelta del candidato ovvero, in alternativa, una prova scritta della durata di 90 minuti con brevi domande a risposta aperta in materia civile e penale. Infine, nel caso di superamento delle prove scritte, lo svolgimento di una prova orale, eventualmente anche da remoto, sulle materie già scelte dal candidato all’atto di iscrizione all’esame. Segnaliamo infine l’iniziativa di Giordano Bozzanca, presidente di InOltre Alternativa progressista, che tramite l’associazione che rappresenta ha presentato alle varie Regioni italiane un invito a predisporre una proposta di legge concernente la retribuzione del praticante, sulla scorta di quanto già fatto dalla Regione Toscana. Le associazioni vogliono chiedere agli enti lo stanziamento “di fondi affinché possa essere riconosciuto, in favore dei praticanti, un rimborso spese per l’attività svolta mediante il tirocinio”. “È un momento delicato per tutta la nostra categoria, – conclude Andrea Rispoli, presidente di Giovane Avvocatura – le associazioni lavoreranno costantemente per i diritti dei praticanti e per fare in modo che la sessione 2020 dell’esame possa concludersi entro il 2021”  e per “non bloccare l’accesso al mondo del lavoro a 25mila aspiranti avvocati“.
a cura di Luigi De Rosa
(fonte ANSA)

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