Difficoltà delle donne e analisi di genere

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Il motto socratico: “Scio me nihil scire “è dopo tanti secoli, tuttora valido almeno per me e soprattutto per quanto concerne la situazione delle donne in questo periodo. Mio padre, che per me incarna il prototipo di un grande uomo e non perché sono sua figlia, ma per ciò che gli ho visto fare e sentito dire. Ha trattato a me e a mamma come le sue principesse ed era solito dire che le piantine per crescere bene devono essere accarezzate. L’ho visto crescere una capretta, che aveva chiamato Bianchina, a cui era morta la mamma, dandole il latte con una bottiglia con il biberon e quando sentiva raccontare delle bravate maschili esordiva col dire: “Sono uomini “, forse perché la sua sensibilità lo distanziava tantissimo dall’universo maschile, anche dallo stesso Socrate, in quanto egli si contornava di concubine, mio padre, emigrato in Venezuela per risollevare le sorti della sua famiglia, a chi gli voleva procurare una donna di facili costumi, egli rispose di no, in quanto queste donne cercavano soldi, mentre egli era lì per lavorare. Mi chiedo dove sono adesso questi valori? Perché tanta sfrenata violenza contro le donne? Anche la pastore etiope Agetu n’è stata vittima. Menomale che non aveva figli, altrimenti sarebbero dovuti crescere senza la madre. Quando un uomo uccide o inveisce violentemente contro la madre dei suoi figli, dovrebbe pensare all’infelicità che semina non solo nell’immediato ma anche nel futuro, ai traumi che restano nei figli e nelle persone che amavano quella donna, che per lui era solo un oggetto da rompere continuamente o da sopprimere consapevolmente o inconsapevolmente che sia. Ritengo che tutto ciò sia frutto, in primis, di un decadimento culturale, morale e civile. I professori, infatti, prima erano rispettati dagli alunni, adesso, invece, ho visto alunni dare la pacca sulla spalla dei professori, altri schernirli davanti e da dietro, altri addirittura alzare le mani su di essi. Se non si rispetta un professore, come si può rispettare una donna, che dal racconto biblico viene presentata come creata dalla costola dell’uomo, anziché capire che sono nati da un’unica materia, se ne fa un’interpretazione sbagliata, ritenendola certamente inferiore, oggetto di possesso dell’uomo, giocattolo da rompere, distruggere quando cala l’interesse. Chi fa ciò ha certamente già visto donne più allettanti in giro, ed è uno di quegli uomini che guarda più all’apparire che all’essere, come Socrate che si fermava con le concubine, mentre la povera Santippe aspettava giorni e giorni il suo ritorno, mentre avrebbe dovuto scapparsene via al primo intoppo, come lei le donne innamorate aspettano e sperano di cambiare l’uomo violento, ma Cartesio diceva che “E’ atteggiamento prudente non fidarsi mai di quelli che ci hanno ingannato anche solo una volta.” Questi non sono uomini, (gli uomini e i gentiluomini per fortuna esistono ancora,) sono individui, al di sotto dei vermi che strisciano nel terreno e che un giorno si mangeranno anche costoro, che nella terra hanno fatto seppellire il cadavere di donne, alle quali un giorno hanno giurato amore. Inoltre sempre dal racconto biblico si evince che il Signore disse: “Tu donna partorirai con dolore”, per cui la donna partorisce con dolore, allatta con amore, alleva con dedizione unica, poi arriva uno squilibrato che con un gesto animalesco è capace di porre fine alla sventurata mamma del suo stesso figlio. Mi chiedo qual è la causa di tanto obbrobrio? Da una mia analisi introspettiva, ritengo che durante la crescita di chi è capace di fare ciò ci sia stata una mancanza d’amore ed esempio negativo da parte dei genitori e lo desumo dal fatto che io che non sono stata mai picchiata né da mamma, né da papà sono la calma personificata, né ho mai avuto fenomeni di rimozione; è noto, infatti che se un bimbo ha un ceffone da qualcuno picchierà fratelli, sorelle o amici che ha. Oltre a puntare il dito contro i genitori non amorevoli e violenti, lo punto anche contro la Scuola, che il più delle volte non educa né al sentimento, né al rispetto. Credo fermamente che se si facessero corsi di umanità, di educazione al sentimento, di educazione civica, ci sarebbero meno persone in carcere e meno persone sotto terra. La condizione della donna durante tutto l’arco della storia, omettendo forse solo il periodo del dolce Stilnovo è stata sempre di gran lunga inferiore rispetto all’uomo, in quanto nella maggioranza dei casi la donna pulisce, lava, riordina, cucina è in continuo tuttofare mentre alcuni uomini, indegni di questo nome osservano e a volte criticano anche. In questo odierno stallo femminile, questi uomini hanno più tempo di fare politica, sentirsi superiori, guadagnare più della donna e ridersela, cantarsela e spassarsela fuori casa. Se io avessi poteri decisionali, non darei il reddito di cittadinanza a chi non lavora, ma a tutte le casalinghe che gestiscono l’entourage familiare, perché le donne sanno gestire meglio i soldi, essendo più risparmiatrici e non hanno né vizi di gioco, né altri sfizi, anche chi esercita il mestiere più antico del mondo lo fa per soldi e non per sfizi. In questo periodo per le donne in politica è stata istituita la quota rosa, penso che ciò sia un ulteriore affondo alle donne, ritenendo che la quota azzurra non sia un diritto divino. E ancora sempre dal racconto biblico il Signore disse all’uomo: “Tu lavorerai la terra con sudore “. Adesso ne conosco proprio pochissimi che la coltivano. Auspico che si seguano le indicazioni del Signore, come le seguono le donne perciò che concerne loro, perché tutto proviene dalla terra. Ieri, ogni famiglia era artefice di un’economia di sussistenza, producendo alimenti biologici con cui far crescere in modo sano i componenti familiari, per cui il mio auspicio di ritorno cospicuo alla terra, creerebbe non solo un indotto economico, ma ci farebbe anche vedere un bel paesaggio intorno a noi di campagne coltivate e non incolte. Mi auguro inoltre che gli uomini violenti riflettano sulla violenza, perché essa non darà mai buoni frutti e che l’uomo e la donna possano sempre collaborare alla pari e che nessuno si senta mai inferiore o succube dell’altro genere, come auspico anche nei miei seguenti versi:
La donna
La donna peccatrice è stata additata,
perché a Adamo la mela aveva dato,
ma se egli sapeva che non si tocca,
perché la prese e se la mise in bocca?
E’ facile additare l’altro sesso,
sentirsi superiori assai piace.
Finiamo questa storia controversa,
prendiamoci per mano e di sicuro
lontano andiamo.
Non voglio starti dietro,
potrei non seguirti
e manco avanti,
potrei non imbroccar la strada giusta
ma camminar con te
uomo mio, fianco a fianco,
solo così staremo sempre insieme.
Solo così si avrà la parità
se questo concetto in testa a tutti entrerà.
Maria Marsicano

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