Crisi di governo, domani Cdm e poi Conte al Quirinale per dimettersi. Ipotesi: un reincarico per il “ter”

Più informazioni su

Crisi di governo, domani Cdm e poi Conte al Quirinale per dimettersi. Ipotesi: un reincarico per il “ter”. Domani Giuseppe Conte presenterà le sue dimissioni. Alle 9 è convocato il Consiglio dei ministri in cui il premier comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. L’ipotesi circolata nel pomeriggio era, invece, che il Cdm si sarebbe riunito in serata. Cambio di programma. Ancora qualche ora e poi il presidente del Consiglio, domani mattina, salirà al Colle per formalizzare la decisione al capo dello Stato, Sergio Mattarella.

È una settimana cruciale per il governo Conte. Niente più tutto per tutto nell’ostica aula del Senato: domani mattina il premier darà le dimissioni per puntare al reincarico per la formazione di un Conte-ter. Secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, il premier Giuseppe Conte avrebbe potuto recarsi già oggi al Quirinale o per dimettersi e tentare di ottenere subito un reincarico contando sul sostegno di responsabili centristi, o più semplicemnte per informare il capo dello Stato sull’evoluzione della situazione politica.

L’ipotesi di far nascere un Conte-ter riporta in primo piano anche il nodo del rapporto con Matteo Renzi e di una partecipazione o meno di Italia viva alla nuova maggioranza: se Conte avesse in mano l’appoggio di un nuovo gruppo centrista i voti dei renziani sarebbero aggiuntivi e non determinanti; viceversa se i famosi ‘responsabilì non fossero sufficienti il sostegno del senatore fiorentino diverrebbe di nuovo indispensabile.

Sono ore convulse. Il capo delegazione del Pd, Dario Franceschini, ha convocato una riunione dei ministri dem a cui partecipa anche il segretario nazionale Nicola Zingaretti. M5s nel pomeriggio ha riunito la squadra di governo con ministri e sottosegretari per fare il punto sulla situazione mentre alle 21 è in programma l’assemblea dei parlamentari con Vito Crimi. Insieme, dem e cinquestelle, spingono per una soluzione pilotata della crisi e mettono in guardia: o si governa il Paese o si va al voto. Mentre non ci sarà più il voto in Parlamento sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede perché con un governo dimissionario non si possono votare risoluzioni che impegnano l’esecutivo.

Fonte La Repubblica

Più informazioni su

Commenti

Translate »