Cava de’ Tirreni: Salvini contestato, indagati 4 giovani

Cava de’ Tirreni: Salvini contestato, indagati 4 giovani. Il leader della Lega provocò i ragazzi: «Se fate i bravi, ci facciamo un selfie». Al suo indirizzo volarono sedie e porta fazzoletti

Sedie “volanti” e contestazioni al comizio estivo di Matteo Salvini : nei guai quattro cavesi individuati dagli agenti della Polizia di Stato del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza. I giovani dovranno rispondere di adunanza sediziosa e resistenza a pubblico ufficiale. «Indagati perché in esecuzione di un medesimo disegno criminoso – così si legge nelle informative recapitate nei giorni scorsi ai giovani, tutti cavesi tra i 23 e 27 anni – in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati durante un’adunanza elettorale, tenuta dal segretario nazionale della Lega, il senatore Matteo Salvini. Gli stessi prendevano parte a una radunata sediziosa di circa trecento persone munite di striscione, oggetti volti ad arrecare suoni molesti, pentole, coperchi, tamburello, cassa amplificatore nonché un candelotto fumogeno, turbando la riunione di propaganda elettorale in atto lo scorso 26 agosto 2020.

Gli indagati, inoltre, usavano violenza e minaccia nei confronti di appartenenti alle forze di polizia per opporsi agli stessi mentre compivano un atto di ufficio, così turbando la riunione di propaganda elettorale in atto. In particolare ponevano in essere attraverso il lancio di bottiglie di plastica, una sedia, l’accensione di un calderotto e l’utilizzo di calci nei confronti dei pubblici ufficiali presenti un’attività di sfondamento nei confronti della forza pubblica schierata in prossimità del palco con le aggravanti del fatto commesso da più persone riunite in numero superiore a dieci, mediante il lancio di corpi contundenti ed altri oggetti atti ad offendere in modo da arrecare pericolo alle persone e nel corso di una manifestazione in luogo pubblico ».I giovani, nelle prossime ore, potrebbero essere sentiti dalle autorità competenti, nel frattempo sono stati invitati a nominare un difensore di fiducia.

I fatti risalgono alla scorsa estate quando si registrarono, in piazza Vittorio Emanuele III, accese contestazioni al passaggio del leader della Lega, Matteo Salvini. I contestatori si erano radunati, poco alla volta, all’ombra della fontana fino a raggiungere un cospicuo numero (almeno 200) mentre le forze dell’ordine schieravano gli agenti agli accessi del centro storico, in previsione di possibili scontri. La situazione precipitò nel momento in cui il leader della Lega dal palco provocò i manifestanti con una battuta sui selfie («Se fate i bravi faccio una foto anche con voi»). Ironia che non è piacque a quanti erano confinati al di là del cordone delle forze dell’ordine, tanto che alcuni manifestanti riuscirono a trovare un varco e, scavalcate le autorità, lanciarono due sedie e diversi porta-fazzoletti racimolati dal bar adiacente al palco della Lega. Un trambusto che durò circa dieci minuti, con la carica di alleggerimento delle forze dell’ordine che riuscirono ad evitare che i contestatori si avvicinassero ulteriormente al palco.

Insomma – al contrario di quanto aveva auspicato il primo cittadino Vincenzo Servalli , che aveva definito «superfluo » lo schieramento di forze dell’ordine – l’impiego delle squadre antisommossa si rese necessario per evitare che la situazione potesse ulteriormente degenerare. Gli agenti, già in quell’occasione, avevano indentificato almeno una decina di persone e – acquisti i filmati diffusi nel corso dell’intervento – avevano avviato le indagini per risalire ai responsabili.

Fonte La Città di Salerno

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