Casalvelino Cilento, bufera appalti divieto di dimora per il sindaco Silvia Pisapia

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Salerno, Cilento . Divieto di dimora nel suo Comune per il sindaco Silvia Pisapia. Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Vallo, diretti dal capitano Annarita D’Ambrosio, hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare personale nei confronti della prima cittadina, scrive Carmela Santi su Il Mattino . A suo carico pesanti accuse. Dalla corruzione, per l’assunzione di cittadini in cooperative locali, all’abuso d’ufficio e falsità ideologica. Nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Vallo sono coinvolti altri amministratori comunali, funzionari e imprenditori. Il quadro, come è già accaduto per altri comuni cilentani, è quello di favori, affidamenti illegittimi e logiche clientelari. Per la Procura vallese, Pisapia «andando al di là dei compiti istituzionali connessi alla sua carica, si è inserita in provvedimenti non di sua competenza, gestendoli a piacimento». I fatti farebbero riferimento ad un periodo che va dal 2015 al 2018 e tutto sarebbe partito da alcune segnalazioni su presunte illegittimità nella procedura amministrativa per la realizzazione dell’area Pip a Vallo Scalo. Sarebbe stata smascherata così secondo gli inquirenti una macchina burocratica malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia – emerge dalle indagini – attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatarie di appalti pubblici, che viene scoperta grazie a segnalazioni relative a presunte illegittimità intercorse nella procedura amministrativa per realizzare l’Area Piano Insediamento Produttivo. I reati contestati sarebbero stati posti in essere «allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, di realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori «amici» in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai clientes di posti di lavoro». La Pisapia, si legge nelle carte della Procura, nella qualità di sindaco unitamente a Pasquale Cammarota quale responsabile del servizio tecnico manutentivo del comune e Giuseppe Schiavo, responsabile della polizia municipale, nel compiere atti contrari ai doveri del loro ufficio affidavano alla società cooperativa Marine Service amministrata da Angela Lista i servizi comunali inerenti portualità, manutenzione e raccolta rifiuti, in violazione a quanto previsto dalla legge e ricevendo dalla Lista utilità consistenti nell’assunzione di persone da «essi individuate».
L’INCHIESTA
Le indagini sono state portate a termine, dai carabinieri coordinati all’epoca dal capitano Mennato Malgieri, comandante della compagnia di Vallo. Il do ut des scoperto ha riguardato tutti i servizi comunali essenziali: portualità, manutenzione, raccolta rifiuti, refezione scolastica e puntava anche ad accaparrarsi illegittimi permessi di costruire in zone appetibili dal punto di vista edilizio. Al centro delle indagini anche una concessione non in regola per la casa del marito del sindaco e una mega truffa alla Regione per ottenere finanziamenti per le aree Pip. Per la procura la Pisapia, in quanto sindaco, era principale artefice dei reati commessi e principale testimone delle condotte illecite dei suoi collaboratori e dipendenti. Tra gli indagati anche l’ex sindaco di Casal Velino Domenico Giordano, l’ex presidente del Consac Luigi Rispoli, Domenico Pinto e Angelo Gregorio.

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