Cartelle fiscali, rischio valanga. L’ipotesi dello stop per decreto

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Cartelle fiscali, rischio valanga. L’ipotesi dello stop per decreto.

Potrebbe essere un decreto legge ad hoc a bloccare il diluvio di cartelle fiscali che rischia di abbattersi sui cittadini a partire dalle prossime settimane. È una delle ipotesi allo studio del governo mentre le opposizioni sono all’attacco con numerosi emendamenti al decreto Milleproroghe alla Camera con l’obiettivo di fermare anche nel 2021 le cartelle esattoriali. Con l’inizio dell’anno rischia infatti di ripartire l’attività di riscossione dell’evasione fiscale e dei tributi locali, comprese le multe non pagate, che il governo ha congelato nel 2020 per via della pandemia.

Se non arriveranno nuovi stop, riprenderanno le procedure di riscossione: circa 35 milioni tra cartelle esattoriali, ipoteche, pignoramenti e fermi amministrativi, considerando gli atti bloccati nel 2020 e quelli che matureranno nel 2021. E ripartiranno gli accertamenti, gli avvisi bonari e l’invio delle lettere di compliance (in tutto, circa 15 milioni) per invitare i contribuenti a rettificare le proprie dichiarazioni. Si tratta, complessivamente di 50 milioni di atti. Circa la metà costituiti da quelli che si sono accumulati nell’anno che si è appena chiuso mentre l’altra metà è quella che si produrrà nel corso di quest’anno. Significa che, se non si fa nulla, mediamente, in ogni mese del 2021 l’Agenzia delle Entrate dovrebbe dare il via a oltre 4 milioni di azioni esecutive e altri interventi di recupero.

La situazione è oggettivamente problematica. Da una parte si tratta di tasse, multe e tributi non pagati in periodo pre-Covid (è così anche per gli atti che matureranno quest’anno) e che il Fisco dovrebbe recuperare, considerando anche che nei primi 10 mesi del 2020 le entrate da riscossione sono calate di 3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019 (-31%). D’altra parte, però, non siamo fuori dalla pandemia e anzi le difficoltà di tanti contribuenti sono aumentate e riportare la riscossione a pieno regime potrebbe causare la chiusura di molte attività. Senza contare le preoccupazioni per l’ordine pubblico relative all’invio di così tante cartelle: un ingorgo difficile da gestire presso gli sportelli delle poste e dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in tempi di Covid.

Secondo la viceministra dell’Economia, Laura Castelli (M5S), sono necessari «una “rottamazione quater” per gli anni dal 2016 al 2019 per dare respiro a quei contribuenti con morosità incolpevoli e un nuovo “saldo e stralcio” per evitare la notifica di milioni di cartelle». La rottamazione quater consentirebbe, come le precedenti, di pagare le cartelle con una rateizzazione e senza sanzioni e interessi. Il saldo e stralcio, come quello del 2018, porterebbe alla cancellazione in automatico delle cartelle di piccolo importo (l’altra volta erano quelle fino a mille euro affidate all’agente della riscossione entro il 2010). E questa volta avrebbe il vantaggio in intervenire a monte, cioè prima dell’invio stesso delle cartelle, con un minicondono d’ufficio, che risparmierebbe all’Agenzia di inviare queste cartelle per posta, contribuendo a evitare l’ingorgo.

Ma, oltre al saldo e stralcio, si valuta anche il differimento e lo scaglionamento dell’invio delle cartelle di importo maggiore, che quindi non verrebbero notificate tutte nel 2021 ma in più anni. Infine, è allo studio anche l’eliminazione del cosiddetto «magazzino», conferma la stessa Castelli, ovvero degli atti di riscossione più vecchi di 5 anni, che il più delle volte si risolvono in un buco nell’acqua, perché i soggetti che dovrebbero pagare spesso sono falliti o non più in grado di pagare o deceduti: «Bisogna pulire il magazzino pre 2015 dai ruoli inesigibili, costa troppo e non porta a nulla», dice la viceministra. Solo che per fare tutto questo servirebbero coperture per diversi miliardi e l’autorizzazione del Parlamento a un nuovo scostamento di bilancio, mentre nubi di crisi si addensano sul governo.

La Lega è all’attacco: «Ci sono 30 milioni di cartelle esattoriali di piccolo importo che rischiano di arrivare a casa di milioni di famiglie», dice Matteo Salvini, ricordando che il partito ha presentato in Parlamento proposte per evitarlo. «La maggioranza ha due opzioni — aggiunge Maria Stella Gelmini (Forza Italia) —. Fare un decreto ad hoc o votare i nostri emendamenti». Nel frattempo, per le vecchie cartelle inviate prima del Covid i contribuenti in difficoltà economica possono, secondo il decreto Ristori, saltare fino a 10 rate del loro piano di pagamento prima di decadere. E quelli già decaduti possono essere riammessi senza pagare arretrati.

Fonte Il Corriere

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