Campania, posti esauriti al Cotugno: si teme la terza ondata Covid

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Napoli: Il Cotugno è di nuovo pieno, ma non ci sono file davanti al pronto soccorso come a novembre. Ma questo accade solo perché i pazienti Covid oggi trovano rapida sistemazione nei reparti: ci sono posti letto liberi nelle “retrovie” e nelle linee di assistenza sub-intensiva. Gli arrivi, da almeno tre o quattro giorni a questa parte, sono comunque aumentati.

Medici, infermieri e operatori socio-sanitari del pronto soccorso hanno lavorato senza soste sia ieri sia il giorno precedente, per definire il quadro clinico, stabilizzare i malati, fare diagnosi, eseguire Tac, effettuare tamponi e ricoverare i malati. Ma, con una nuova ondata di contagi, gli ospedali, quelli della rete Covid e non Covid della Campania, tornerebbero in difficoltà.

«Siamo in zona gialla insieme a poche altre regioni d’Italia – sottolinea Maurizio Di Mauro, manager dell’azienda dei Colli – Abbiamo un basso tasso di ospedalizzazione e la rete dei medici del territorio sta facendo un grande lavoro come i colleghi infettivologi in ospedale. Ma ora che ci avviamo a riaprire le scuole e che l’economia respira dobbiamo davvero praticare la massima attenzione. Ormai abbiamo capito che questo virus, appena lo liberi, provoca nuove infezioni. Non abbiamo margini, oggi partiamo da ospedali già quasi pieni, abbiamo alcune decine di posti liberi nelle varie aree che però tenderebbero a saturarsi, se il virus tornasse a circolare come a ottobre o novembre. Un segnale che abbiamo imparato a cogliere». Di Mauto sottolinea: «Il virus cova sotto la cenere e poi esplode sempre allo stesso modo. In questo caso paghiamo la socialità delle feste. Dobbiamo stringere i denti e puntare a vaccinarci tutti al più presto, vincere la sfida di far funzionare i servizi e le attività economiche ma tenere bassi i contagi».

«Si tratta di pazienti che arrivano da ogni parte della città e della provincia, sia con mezzi propri, sia per trasferimento da altri presidi ospedalieri – afferma Novella Carannante, dirigente medico del pronto soccorso – Alcuni arrivano anche dal Cardarelli, quando quest’ospedale è al limite della ricettività, ma spesso anche con ambulanze private e con i mezzi del 118». Pazienti in alcuni casi già positivi al tampone, in isolamento domiciliare e che si sono aggravati contagiando anche i familiari, come in primavera e dopo l’estate. «Ieri abbiamo ricoverato ad esempio un padre e un figlio – aggiunge la specialista – L’età media oscilla dal 50 ai 70 e passa anni e gli anziani ottantenni sono purtroppo in aumento. Pochissimi in questa fase i giovani». La malattia? «È sempre la stessa: polmoniti, tosse, quadri tromboembolici, localizzati soprattutto al polmone».

«Vediamo sempre gli stessi quadri infiammatori, un po’ meno multiorgano e perlopiù localizzati alle basse vie respiratorie – aggiunge Fiorentino Fragranza, primario della rianimazione -. Tre casi su quattro sono in forma severa. Speriamo tutti nel vaccino: l’inverno è ancora lungo e migliaia di vittime ogni giorno in tutta Europa». Anche al Cardarelli il via vai è continuo, dopo la calma di dicembre e il ritorno dei pazienti ordinari che seguono un percorso separato per sospetti Covid al triage. Sono così lontane ma anche così vicine le immagini choc di due mesi fa. E, a complicare tutto, c’è infine la voragine all’Ospedale del mare, dove a causa del black out dei riscaldamenti il pronto soccorso è costretto a ridurre al minimo le attività e tutti i pazienti che possono essere rimessi vanno a casa o sono trasferiti in altri ospedali della rete cittadina.

Fonte: Il Mattino

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