Al via i saldi invernali: regole e calendario

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Il 2 gennaio 2021 è la data di avvio dei saldi invernali in Basilicata, Molise e Valle d’Aosta, le prime quattro regioni a segnare l’inizio degli sconti di stagione. A seguire, l’Abruzzo e la Calabria, con data di inizio al 4 gennaio e il giorno successivo, il 5 gennaio in Campania e Sardegna. In seguito alle nuove misure restrittive di cui al Decreto Natale (Decreto Legge n. 172 del 18 dicembre 2020), alcune Regioni hanno deciso di posticipare la data di avvio saldi al 7 gennaio 2021. Ad ogni modo si dovrà attendere ancora qualche giorno per avere conferma delle modifiche.

Gli acquisti in saldo, secondo i commercianti, interesseranno oltre 15 milioni di famiglie e ogni persona spenderà circa 110 euro. In pratica, spiega Confcommercio, sarà dal 7 gennaio, data di partenza ad esempio della Lombardia, del Piemonte e della Sicilia, che si potranno fare gli acquisti veri e propri in saldo. L’Umbria partirà il 9, il Lazio il 12, il 16 le Marche e la Provincia Autonoma di Bolzano (comuni non turistici). I saldi arriveranno solo a fine mese, in Liguria, il 29, ed il 30 in Emilia Romagna, Toscana, e Veneto. In queste ultime regioni però come in altre , era stato possibile effettuare vendite promozionali già nei 30 giorni precedenti. Infine, per comprare in saldo nei comuni turistici della Provincia Autonoma di Bolzano, bisognerà attendere il 13 febbraio. La durata sarà variabile: si va dalle 4 settimane della Toscana, fino ai 2 mesi di diverse regioni.

Come già è avvenuto con i saldi estivi, le regioni stanno assumendo decisioni diverse in merito alla data di avvio di sconti e vendite promozionali nei negozi a causa del delicato e complesso momento che sta attraversando il settore moda nella stagione invernale 2020. Non sono da sottovalutare, infatti, le molte restrizioni alle attività economiche e l’impossibilità degli spostamenti per motivi di shopping da una regione all’altra. Motivazioni che contribuiscono a delibere regionali differenti per rispondere alle specifiche esigenze territoriali.

Da sempre i saldi sono un volano d’affari importante per l’economia e soprattutto un’opportunità per i consumatori, che sono invogliati all’acquisto e hanno modo di comprare i prodotti tanto desiderati a prezzi ribassati. Ma non solo, perché contribuiscono anche ad aiutare i negozi. Grazie ai saldi gli esercizi commerciali incassano la liquidità necessaria per pagare tasse, dipendenti, fornitori, affitti, costi fissi e utenze e sono in grado di far fronte agli investimenti necessari agli ordinativi delle nuove collezioni.

Tuttavia, non rappresentano certo un momento di sviluppo dei nostri negozi, perché erodono marginalità. Per questo Federazione Moda Italia-Confcommercio pone un problema di concorrenza e di democrazia economica rispetto alle politiche commerciali dei colossi del web, che ottengono nel nostro Paese grandi ricavi pagando bassissime tasse. Occorre una web tax per poter operare sullo stesso mercato a parità di regole.

Confcommercio ricordano alcuni principi di base sui saldi ai tempi del Covid:

Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

Fonte: Confcommercio

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