Agerola. Incendiato lo studio dell’avvocato e giudice Maria Cuomo, solidarietà dall’Ordine e da Positanonews

Agerola. Incendiato lo studio dell’avvocato e giudice Maria Cuomo, solidarietà dall’Ordine e da Positanonews  . Una notizia che ci ha sconvolti perchè conosciamo e apprezziamo la bravura e la determinazione di Maria Cuomo cittadina della Svizzera della Campania, nota professionista anche in Costiera amalfitana oltre che in provincia di Napoli, dal cuore dei Monti Lattari dove opera la brutta notizia questa mattina.

Qualcuno ha  appiccato questa mattina ad Agerola il fuoco alla finestra ed alla porta dello studio legale dell’avvocato Maria Cuomo, giudice di Pace a Ottaviano, del foro di Torre Annunziata. L’ attentato è stato reso noto dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che ha espresso solidarietà alla collega ed ha definito l’episodio «uno squallido e vile tentativo intimidatorio». «Nel condannare fermamente il gravissimo e inconcepibile gesto- affermano in un comunicato il presidente Luisa Liguoro ed il segretario del Consiglio dell’ Ordine, Ester Di Martino – non possiamo che associarci al comprensibile turbamento provato dalla collega e assicurarle convinto sostegno in questo momento».

La solidarietà totale e incondizionata, ma anche lo sgomento, per questo episodio da parte di tutta la redazione di Positanonews in particolare del direttore Michele Cinque, venire colpiti solo perchè si fa il proprio lavoro è qualcosa che stravolge.

La stessa collega lo ha reso noto con un post sul suo facebook

Stamattina alle 4.50 circa, il proprietario del mio studio legale mi ha telefonato per comunicarmi che qualcuno aveva appiccato il fuoco alla porta di ingresso. In realtà quel qualcuno ha provato ad appiccare il fuoco anche alla finestra ma la fiamma non si è sviluppata perché ,evidentemente, le tapparelle in alluminio hanno bloccato l’incendio.
Mi sono chiesta: “PERCHE’?”.
Sinceramente non ho una risposta immediata ed è per questo che mi sento turbata.
Volevano fare uno scherzo? È chiaro come non sia di buon gusto.
Vuole essere un avvertimento? Una intimidazione? Una punizione?
Per cosa?
Perché ho vinto una causa che non avrei dovuto coltivare?
Perché sto difendendo qualcuno che non avrei dovuto difendere?
Perché ho fatto qualcosa?
Non lo so.
Ma posso assicurare che per tutto quello che ho fatto nella mia vita mi sono sempre assunta ogni responsabilità.
E aggiungo che la legge ha sempre motivato le mie scelte e i miei comportamenti.
Anche se la giustizia non sempre ci dà le risposte che ci aspettiamo; anche se la giustizia non è così immediata come vorremmo, IO CREDO NELLA LEGGE e, quand’anche le norme del codice deontologico forense non sono particolarmente conosciute dai “non addetti ai lavori”, ho sempre tenuto un comportamento corretto.
Allora, essendo ignoto o ignoti gli autori di questo atto, ho pensato di usare questo profilo social per dire che, se da tale comportamento assunto in mio danno , dovrei comprendere qualcosa, il mezzo di comunicazione usato è sbagliato.
Il linguaggio scelto non mi appartiene.
Io sono pronta a confronti diretti, non sono in grado di confrontarmi con gesti che provengono da chi, evidentemente, non ha altri modi per comunicare.
E non è una presa di posizione.
Non è una sfida.
Non è una provocazione.
Ho una responsabilità morale nei confronti dei miei figli e delle persone che mi conoscono , a cui ho sempre detto che solo con il dialogo si cresce.
Mi dispiace che quel qualcuno che ha deciso di danneggiarmi o di farmi un dispetto, non abbia , invece, pensato di venire a parlare con me.
Sicuramente sarebbe stato più proficuo .

Commenti

Translate »