Sorrento, 48 ore per evitare lo stop al reparto di Rianimazione

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Sorrento, 48 ore per evitare lo stop al reparto di Rianimazione. A fornire tutti i dettagli è Salvatore Dare, in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis. Entro le prossime 48 ore servono almeno un paio di anestesisti. Si tratta di rinforzi urgenti che l’Asl Napoli 3 Sud sta cercando di reclutare ovunque per scongiurare il peggio e dare manforte a un organico ridotto all’osso da settimane. In caso di fumata nera, il reparto di Rianimazione dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento rischia sul serio di dover chiudere, almeno temporaneamente. Una tegola assurda, clamorosa, che viene a galla nel bel mezzo della pandemia da Covid-19 e l’incubo di una terza ondata.

Quello di Sorrento è un caso delicato finito anche all’attenzione del governatore Vincenzo De Luca. Così, mentre si continua a parlare di «miracoli» negli Angelus social del venerdì in diretta Facebook, la realtà quotidiana evidenzia che si è arrivati al punto che in un ospedale non Covid di una capitale del turismo mondiale, in un territorio colpito pesantemente da decessi e casi di Coronavirus, si è a un passo dalla sospensione di un reparto essenziale per l’assistenza ai malati, non solo affetti dal virus.

«Stiamo facendo di tutto per individuare nuove unità da destinare a Sorrento, garantisco massimo impegno e sono convinto che il problema rientrerà almeno temporaneamente» dice l’ingegnere Gennaro Sosto, direttore dell’Asl Napoli 3 Sud che ieri ha raggiunto l’ospedale Santa Maria della Misericordia per incontrare i vertici sanitari della struttura diretta dal dottore Giuseppe Lombardi e fare un punto della situazione.

Il reparto di Rianimazione, diretto dalla primaria Matilde De Falco, deve fare i conti con incredibili lacune di personale per quanto riguarda i medici anestesisti. Al momento ci sono sette medici, «perché due non sono operativi per motivi di salute» aggiunge Sosto. Da qui nasce il problema di non poter garantire una completa copertura dei turni. Va anche considerato che gli anestesisti sono impiegati anche sull’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense dove lo scorso settembre proprio Sosto ha deciso di chiudere il pronto soccorso. Motivo? Ufficialmente, la ragione che ha spinto il direttore dell’Asl a sospendere le attività del reparto è stata quella di smistare le unità mediche e infermieristiche sia all’ospedale di Sorrento sia ai Covid Center campani. Una necessità dettata dal boom di contagi e ricoveri autunnali ma contestata dal Comune di Vico Equense che ha trascinato in tribunale l’Asl, perdendo il primo round al Tar della Campania.

Ora i nodi stanno venendo al pettine per Sorrento. «Intendiamo recuperare medici da altre strutture – afferma Sosto – Contiamo di risolvere tutto scongiurando la sospensione delle attività in Rianimazione. Con due unità in più riusciremmo a raggiungere un equilibrio ahimè ancora instabile. Sulla penisola sorrentina esistono grossi problemi di logistica: ciò rappresenta la prima motivazione adottata dagli operatori che preferiscono altri ospedali e altri territori della regione invece di venire a lavorare negli ospedali della penisola sorrentina. Siamo in affanno, è vero, ma l’azienda intende garantire tutti i servizi. Non è soltanto una questione primaria legata al Covid-19. Negli ospedali l’assistenza riguarda anche malati non contagiati, ci sono gli interventi chirurgici e gli anestesisti sono cruciali anche per questi settori dell’assistenza sanitaria». Sia chiaro: per alleviare il carico di lavoro degli operatori, nelle prossime ore, tutti i contagiati ricoverati a Sorrento – sia in Rianimazione sia nell’ansanteria – verranno trasferiti, principalmente al Covid hospital di Boscotrecase. «Ma sappiamo che inciderà relativamente questa decisione sugli assetti interni del reparto» conferma Sosto. Sì, perché con un esiguo numero di anestesisti, al momento a Sorrento non si riescono a coprire tutti i turni di lavoro. Quindi, se c’è un paziente (anche non Covid) da dover trasferire con un’ambulanza di Rianimazione, l’anestesista si ritrova dinanzi a un quesito infernale: salire in ambulanza con il malato e lasciare l’ospedale “scoperto” o restare in corsia e costringere il team 118 a viaggiare senza medico?

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