Positano. Favolemia, il significato del racconto sulle Janare di Paolo Marrone simbolo dell’accoglienza della nostra terra segui la diretta

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Positano, Costiera amalfitana. Ha coinvolto e convinto il progetto “Favolemia” di Giuseppe Rispoli, sono tanti gli spunti che emergono fra questi il racconto di Paolo Marrone ” A concorso finito vi voglio narrare un po’ la genesi ed il significato del mio racconto sulle Janare. La scintilla è nata quando tempo fa ho visto un documentario sulle antiche civiltà che risiedevano in Sardegna (A terra a chill’ato lato ro mare). Si parlava tra l’altro dell’esistenza di numerose necropoli sotterranee chiamate ” Domus de Janas ” ovvero case delle fate. Questo termine Janas mi ha fatto venire in mente le nostre Janare, visto che probabilmente l’etimologia è la stessa. La parola Janara deriverebbe da Dianara, le sacerdotesse di Diana, oppure dal latino Janua , cioè porta. Nella nostra tradizione campana e soprattutto beneventana le janare hanno assunto un’ accezione negativa, sono streghe, adoratrici del diavolo e tentatrici degli uomini. Nella mia fantasia ho voluto dare una piega diversa alla storia, anche memore delle tristi vicende delle tante donne condannate al rogo dai tribunali dell’Inquisizione con l’accusa di essere delle streghe, quando probabilmente erano solo delle libere pensatrici che lottarono coraggiosamente contro l’oscurantismo di quell’epoca. Le Janare quindi nella mia favola diventano un popolo in cerca di un destino diverso, che affrontano un viaggio pieno di incognite, rappresentato dall’instabilità del Capannuglio (il Capodoglio), che non è certo il mezzo migliore per affrontare il mare. Sbarcano infine a Positano, suscitando all’inizio la paura per ciò che non si conosce, che si trasforma poi in un’osmosi proficua, perchè la nostra è una terra accogliente e tollerante che si è sempre integrata con chi l’ha scelta come propria dimora facendo tesoro di ogni diversità. Per questo ora le janare sono in mezzo a noi e stanno in ogni famiglia, sono il risultato di tanti secoli di integrazione e scambi culturali che costituiscono ancora oggi la ricchezza del nostro Paese.”

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