Polemiche arbitrali: la situazione è questa, prendere o lasciare!

L’uniformità di giudizio, da parte degli arbitri, resta una richiesta molte volte inevasa

Le varie discussioni, riguardanti gli arbitraggi contestati in serie A,  non tendono a diminuire. Nemmeno l’utilizzo del Var è riuscito nell’impresa di mettere a tacere polemiche sterili per l’effetto che producono.
Resta solo, amaramente, da  constatare che i direttori di gara, troppo spesso, hanno utilizzato due pesi e due misure.
E’ da tempo che si invoca una uniformità di giudizio riguardante uno o più match.
Il modo di arbitrare è cambiato e non vi sono più episodi eclatanti che sarebbero, poi, smascherati da evidenti prove televisive e/o da altro. Ora, spesso, gli arbitri sono chiamati  alla conduzione di match in cui un singolo episodio o varie situazioni non rispondono a quella uniformità di giudizio tanto auspicata da molti.  Quindi, basta sanzionare ammonizioni giuste ad una squadra e tralasciare le altre, pur giuste, verso giocatori della squadra avversaria e si condiziona –volendo tenere conto sempre della buona fede delle terne arbitrali- partite anche molto importanti e decisive.
Qualcuno pensa ad un indirizzamento scientifico dei match, da parte di arbitri intenzionati a favorire una squadra piuttosto che l’altra,  e sarebbe giusto prendere le distanze da tali pareri, ma se nulla si fa per risolvere questo importante problema che divide il mondo del calcio, come si può indirizzare la mente umana verso altre ipotesi connotate dalla buona fede di coloro che hanno in mano, di fatto, gli esiti finali di interi campionati?
Queste problematiche investono (in un modo piuttosto che in un altro) tutte le squadre della serie A e le lamentele dei vari presidenti ed allenatori si susseguono senza soluzione di continuità.
Ed allora capita che, nel dopo partita di Inter-Napoli, Gattuso dica, come riportato dal sito ufficiale del Napoli: ‘’Siamo stai superiori all’Inter, espulsione assurda di Insigne’’ e poi aggiunga:  ‘’Un arbitro di livello non può cacciar via un giocatore che lo manda a quel paese. Se lo ha fatto significa che è permaloso. Invece dovrebbe capire il contesto e comprendere che ci sta nel campo. Non si può condizionare una partita perchè hai la luna storta e non sorvoli su episodi del genere. In altri campionati non accade. So che fare l’arbitro è difficile ed è un ruolo delicato, ma anche io mi prendo i vaffa dai miei giocatori e mi giro dall’altra parte perchè capisco il nervosismo”
Si potrebbe, anche, non essere d’accordo con le dichiarazione del tecnico azzurro perché, in ogni caso ed in ogni situazione, un giocatore deve osservare un comportamento rispettoso nei confronti del direttore di gara, ma il tutto viene a cadere quando, poi in altri match gli arbitri hanno subito vari e deplorevoli atteggiamenti, da parte dei calciatori, senza prendere i giusti provvedimenti.
Se a tutto ciò aggiungiamo anche la gestione dei cartellini gialli e la conseguente mancata espulsione di Skriniar, dopo quella di Insigne, rileviamo un episodio che –involontariamente- ha condizionato l’andamento di una gara importantissima che richiedeva un arbitraggio all’altezza dell’evento che si stava disputando. Il difensore nerazzurro, già ammonito in precedenza, aveva commesso un duro fallo che meritava la sanzione da parte dell’arbitro.
Tralasciando altri episodi dubbi, stendendo un velo pietoso sull’accaduto ed in assenza dei necessari interventi, da parte delle istituzioni arbitrali, passa, involontariamente, un messaggio:
‘’La situazione è questa, prendere o lasciare!’’
Vincenzo Vitiello

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