Piano di Sorrento. Condanna a Elefante caso Piemme, il PM è lo stesso dell’Housing sociale di Sant’Agnello

Piano di Sorrento ( Napoli ) . Condanna a Elefante caso Piemme, il PM è lo stesso dell’Housing sociale di Sant’Agnello , ad evidenziare questo aspetto il blog Politica in Penisola  di Vincenzo Califano La sentenza (di primo grado) pronunciata dal giudice onorario Marco Feminiano del Tribunale di Torre Annunziata che ha condannato a un anno e mezzo di reclusione l’ing. Antonio Elefante,  a un anno e quattro mesi i proprietari della fabbrica di limoncello – Piemme – Giovanni e Gian Mario Russo e a un anno Antonino Arpino titolare di una delle ditte che hanno fatto i lavori nella struttura ha visto mandati assolti Michele Amodio, tecnico del Comune di Piano di Sorrento, e un altro imprenditore edile, Gaspare Arpino.

A sostenere l’accusa per conto della Procura oplontina è stata il PM Andreana Ambrosino (togato), stesso PM del caso Housing Sociale di Sant’Agnello per il quale è stata richiesta una proroga di indagini, ma che già nei prossimi giorni potrebbe dar luogo a una serie di provvedimenti in grado di dare alcune risposte ai 53 assegnatari degli appartamenti posti sotto sequestro e che stanno incalzando la Procura per ottenerne il dissequestro. Anche in questa vicenda, molto più complessa di quella del caso Piemme, tra gli indagati c’è l’ing. Elefante oltre ai rappresentanti delle ditte costruttrici.

L’inchiesta in se è molto complessa, assodato che sia stato fatto un abuso, considerato il caso di Sorrento archiviato e Castellammare di Stabia ex Cirio con inchiesta, i media della Campania e d’ Italia che attenzionano la cosa, porterà i magistrati ad una analisi meticolosa di tutti i vari e complessi aspetti, i prezzi, le graduatorie, la procedura, i vari pareri, la vicenda , ma anche come mai non si sia intervenuto subito visto che vi erano delle denunce del WWF fatte prima della costruzione dei fabbricati, così da evitare la beffa del sequestro due giorni prima della consegna di case ben fatte e pronte per accogliere 53 famiglie disperate dopo questa lunga procedura, soldi spesi, aspettative deluse e sofferenze continue.  Come capirebbe chinque quivis de populo, la vicenda non potrà essere trattata in maniera sommaria ed i magistrati non possono fare altrimenti che acquisire tutti gli elementi al fine di arrivare alla verità e per farlo devono avere i loro tempi.

Tutte queste circostanze  fan pensare ancora di più a un approfondimento delle indagini, per cui se ne parlerà fra molti mesi ancora prima dell’inizio della causa vera e propria in Tribunale, che, conoscendo i tempi della giustizia, complicati dal coronavirus Covid – 19, porterà tutto molto probabilmente a fine 2021 o al 2022.

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