Nuovi tralicci dell’alta tensione sulla dorsale dei Monti Lattari. La denuncia del Wwf e di Italia Nostra. foto

PROGETTO TERNA: PREVISTI 37 TRALICCI PER LA NUOVA RETE A 150 KV SULLA DORSALE DEL PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI.
WWF E ITALIA NOSTRA: LE OPERE SONO IN CONTRASTO CON I VINCOLI POSTI A TUTELA DEL PAESAGGIO E DELL’ECOSISTEMA.

Con una dettagliata nota inviata al Ministro dell’Ambiente e dei Beni Culturali, al Parco Regionale dei Monti Lattari, al Dirigente dell’Ufficio Gestione Risorse Naturali Protette della Regione Campania e al Soprintendente per l’area metropolitana di Napoli, le associazioni WWF e Italia Nostra in Penisola Sorrentina, hanno evidenziato come le opere che la TERNA intende costruire all’interno della ZSC denominata “Dorsale dei Monti Lattari” appaiano in contrasto con le norme poste a tutela del paesaggio e della Natura. Si tratta della realizzazione di sostegni per il nuovo elettrodotto TERNA, piloni da allocare sulla dorsale, che avranno inevitabili impatti in aree SIC e Natura 2000 e nelle aree di tutela del Piano Paesistico dell’area sorrentino amalfitana (PUT).
Con Decreto Ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato infatti approvato il progetto definitivo relativo alla costruzione dell’elettrodotto di interconnessione misto aereo-cavo a 150kV “Sorrento-Vico Equense-Agerola-Lettere” e delle opere connesse. Il progetto ha già ottenuto tutte le autorizzazioni degli enti preposti, compreso l’UOD 03 della Regione Campania a firma del Dirigente arch. Alberto Romeo Gentile che, in sostituzione del Parco Regionale dei Monti Lattari, l’ha ritenuto, dopo un primo parere sfavorevole, conforme alle norme di salvaguardia del Parco che “sebbene non consentano la costruzione di nuovi impianti per il trasporto e la produzione di energia elettrica superiori a 60 kV, permettono tuttavia la manutenzione di tutti i tipi di impianti esistenti e conseguentemente la loro ristrutturazione.” A ben leggere le norme di salvaguardia del parco – scrivono le associazioni ambientaliste – non è consentito installare nuovi impianti per la produzione ed il trasporto di energia di elettrodotti superiori a 60 kV. Dagli elaborati progettuali appare chiaro come la cosiddetta “manutenzione e ristrutturazione di impianti preesistenti”, per cui è stato espresso il parere favorevole, si configura a tutti gli effetti, nel tratto interessante l’area parco, come installazione di un nuovo impianto per il trasporto di energia di ben 150 kV (!) e, quindi, superiore a 60 kV, da realizzarsi con la costruzione di 37 nuovi piloni di altezza considerevole e insistenti, ciascuno, su di una superficie di circa 50 mq da erigere in aree di massimo pregio, sottoposte a tutela ambientale e naturalistica. Per tali motivi il parere dato dalla Regione Campania di conformità alle norme di salvaguardia del parco si baserebbe quindi su presupposti errati! “Dei 56 nuovi piloni del progetto TERNA ben 37 ricadono nella ZSC “Dorsale dei Monti Lattari” per circa 18 km! L’impatto ambientale della posa in opera di tali opere sarà inevitabilmente notevole, specie quando i piloni si dovranno installare nei pressi di aree umide e sorgenti frequentate da anfibi di interesse comunitario. Senza contare il fatto che nel tratto agerolese-pimontese, che va da Colle S. Angelo ad Acqua Fredda, siamo in zona ad alto rischio idrogeologico classificata a massimo pericolo frana dall’Autorità di Bacino. C’è da aggiungere che per la costruzione delle opere sarà necessario aprire nuovi sentieri, strade carrabili o camminamenti tra la vegetazione e, a tal proposito, le prescrizioni di Rete Natura 2000 e le norme di Salvaguardia del Parco vietano espressamente manomissioni in tal senso.
Inoltre va tenuta presente la distribuzione puntiforme ma non trascurabile dei grandi alberi, alcuni dei quali già dichiarati monumentali (su tutti i faggi), e di tutte le piante protette ai sensi della L. R. n. 40/94 sulla “Tutela della Flora endemica e rara”, tra cui le rare orchidee!
La documentazione prodotta dalla commissione tecnica di verifica – VIA VAS per l’impatto ambientale, appare insufficiente e basata su dati scientifici obsoleti o incompleti, estratti da poche e non più aggiornate pubblicazioni, ignorando la corposa letteratura ornitologica di riferimento sull’area.” “Infine il nuovo elettrodotto attraverserà per un breve tratto nel Comune di Positano la zona territoriale 1a del PUT, la cui normativa prevede di impedire ogni trasformazione del suolo e non consentire l’attraversamento di elettrodotti, oltre che assicurare la conservazione della vegetazione spontanea. I nuovi piloni saranno costruiti anche all’interno della zona Parchi Territoriali la cui normativa vieta le modificazioni del suolo di qualsiasi genere e l’estirpazione della flora!” Per tali motivi, visto che il parere richiesto alla Soprintendenza e rilasciato dal Ministero competente appare in contrasto con le norme di tutela paesaggistica vigenti nell’area; la modifica del paesaggio con l’allestimento ex-novo di decine di piloni sulla dorsale dei Monti Lattari appare inconfutabile e rilevante; la costruzione dei nuovi piloni è prevista all’interno dell’area SIC denominata “Dorsale dei Monti Lattari” – dove, per qualsiasi intervento potenzialmente capace di arrecare danni o modifiche alle componenti eco sistemiche, è richiesta una Valutazione di Incidenza che garantisca che l’intervento non pregiudichi l’integrità del sito in causa e tale valutazione va fatta in modo dettagliato e puntiforme per ogni sostegno; la Regione Campania, con D.G.R. n. 684 del 30/12/19, ha demandato le competenze per il rilascio del parere “Sentito” nei siti all’interno della Rete Natura 2000, all’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari; il progetto che prevede l’allocazione di piloni di elettrodotti da 150kV di considerevole altezza, e di relative vie di accesso per la loro costruzione, comporterà un grave impatto sulle componenti ecologiche ed ecosistemiche del sito rischiando di incidere sulle entità faunistiche e vegetazionali endemiche e tipiche della regione biogeografica di appartenenza; il WWF Terre del Tirreno e Italia Nostra hanno chiesto di non consentire la realizzazione delle opere, riservandosi di inoltrare l’intera documentazione alla Procura della Repubblica.

Meta, 19 dicembre 2020

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