Napoli, una stanza degli abbracci per far sentire gli anziani meno soli

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Napoli, una stanza degli abbracci per far sentire gli anziani meno soli. Un abbraccio può curare. Non si tratta di un modo di dire ma di una vera e propria analisi dei bisogni emotivi e psicologici che l’Asl partenopea sta mettendo in conto con l’avanzare della pandemia di Covid-19. L’idea di realizzare una stanza degli abbracci per permettere alle persone un contatto protetto ma in presenza non è nuova ed è stata già rodata nel Nord Italia, dove proprio in questi giorni di feste molte persone sole nelle residenze degli anziani hanno potuto rivedere i propri cari attraverso questi particolari dispositivi. Un abbraccio protetto che comunque ha fatto sentire tutti meno soli. Ora questo sistema è nell’agenda dell’azienda sanitaria che punta a installarla nelle residenze per anziani a Napoli. Si tratta di una parete divisoria trasparente dotata di manicotti in cui infilare le braccia, per stringersi e scambiarsi carezze. «Dall’inizio dell’emergenza Covid abbiamo attivato servizi di sostegno psicologico rivolti sia agli operatori sanitari che ai cittadini» spiega Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 che annuncia, tra i prossimi obiettivi, l’impegno «per la creazione di stanze e cabine per gli abbracci».

IL PROGETTO «L’idea di consentire un contatto fisico, seppure con protezioni e limitazioni, è il lato umano dell’emergenza pandemica di cui vogliamo farci carico e a cui stiamo pensando, confrontandoci con le equipe dei dipartimenti di psicologia clinica dell’Asl» afferma il manager Verdoliva che sta raccogliendo proposte e indicazioni su un possibile prototipo da realizzare a breve. «Alcune delle nostre postazioni per i tamponi sono simili alle cabine degli abbracci e potremmo tenerne conto, con le dovute variazioni ma, in ogni caso, ci sono anche altri aspetti da considerare e che necessitano sopralluoghi – aggiunge il direttore generale – la necessità di sanificare ed areare i luoghi allestiti con le stanze per gli abbracci e i materiali da impiegare, preferibilmente con pareti divisorie rigide perché più semplici da igienizzare». In realtà, l’assistenza psicologica come servizio da garantire ad operatori sanitari e cittadini in difficoltà per le conseguenze del Covid, è un servizio che l’Asl ha già messo in campo da marzo con una linea telefonica di aiuto e l’assistenza in presenza presso gli ambulatori ma, ora, si tratta di un passo in più. L’intenzione è di «installare le strutture per gli abbracci nelle Rsa per consentire agli anziani di ristabilire una vicinanza con i propri cari» ma potrebbero affacciarsi anche altre possibilità come ad esempio, l’installazione nel Covid residence di Ponticelli.

GLI PSICOLOGI Non ci sono dubbi sul «valore terapeutico» dell’abbraccio, come sottolinea Claudio Zullo, direttore dell’Unità Operativa di Psicologia Clinica dell’Asl Napoli 1 che si sofferma sull’importanza anche «della riproduzione simulata di un gesto affettuoso». «L’abbraccio è la dimensione preverbale tra le più significative per gli esseri umani ed è attraverso il toccare che stabiliamo la relazione empatica con l’altro – spiega lo psicologo – creare una modalità che consente di compiere un abbraccio simulato o di mettere in atto un gesto come se ci abbracciassimo, rappresenta un momento di cura e attenzione verso l’altro molto significativo, durante una fase di astinenza e privazioni». Le stanze degli abbracci, quindi, più che una soluzione rappresentano un aiuto nelle relazioni e nel mantenimento dell’equilibrio psicologico ed emotivo messo a dura prova dal Coronavirus che ha stravolto la quotidianità di tutti. «Non dobbiamo dimenticarci che siamo un’unità biopsichica, ovvero il nostro aspetto psicologico ha valenza corporea – aggiunge Zullo – il benessere psicologico aumenta le difese immunitarie e rafforza la vitalità di ciascuno di noi».

Fonte Il Mattino

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