Juve-Napoli: non basta la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni per smorzare sterili polemiche

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 Il  dire ”…io affermo le cose come stanno, come sono avvenute”, non rende merito nemmeno a quel confronto in cui ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma nel rispetto dell’altrui parere e con un punto di incontro che non può prescindere da ciò che è stato sancito e motivato da una sentenza del Coni

‘’Sarebbe degno della miglior tragedia napoletana se fosse stato messo tutto in piedi ad hoc. Il Napoli la trasferta la voleva fare ed è dimostrato dalle documentazioni. La furbata non c’è perché viene bloccata dai provvedimenti amministrativi. Il Napoli non aveva una ragione su un milione per saltare quella gara. La squadra era già pronta a partire’’.
Questi i passaggi salienti dell’arringa dell’avvocato del Napoli Mattia Grassani all’udienza presso il Collegio di Garanzia sul caso Juventus-Napoli. A sostenere la tesi del legale e a confortare il patron partenopeo De Laurentiis su un esito positivo della sentenza, anche l’intervento della Procura Generale dello Sport: ”Come procura in un procedura di questo tipo e come tutori della legalità diciamo che è una vicenda particolare e per il Collegio assolutamente inedita. A nostro parere la Corte d’appello federale ha fatto il passo più lungo della gamba, si parla di giustizia disciplinare e invece qui la giustizia è tecnica. La condotta del Napoli non è rilevante in questo procedimento”.
De Laurentiis si era detto fiducioso, già alla vigilia della sentenza: ”Essendo stato a casa a lungo col Covid ho studiato la malattia. Dopo i primi due casi del Genoa, era chiaro che i miei due giocatori contagiati più un membro dello staff avrebbero potuto contaminare altri: per me era una questione di responsabilità, penale e sociale: non potevo disattendere due Asl e fare l’untore della Juve’’. Riporta ilsole24ore.com.
Ebbene, sembrava che tutto fosse stato ampiamente chiarito con una sentenza del Collegio di Garanzia del Coni che azzera la giustizia sportiva e riporta tutto indietro a quel famigerato 4 ottobre, quando gli azzurri non poterono partire per la trasferta di Torino, valevole per la seconda giornata di campionato, a causa della positività di alcuni giocatori. Il Napoli non poteva effettivamente muoversi dai confini regionali per cause di forza maggiore come da l’alt intimato dall’Asl.
Ma non è così, come una razionale e sensata analisi dell’accaduto farebbe pensare. Si, Signori, quando vi sono vari interessi in gioco anche una sentenza, che rende merito alla Giustizia, viene in qualche modo chiacchierata e criticata.
A voler rifarsi alla sentenza del Coni, semplificando, è  accaduto che sono state ascoltate, con la dovuta attenzione, le prove che ha prodotto il Napoli, che ha dimostrato –in vari modi- l’impossibilità a  partire per Torino, nonostante avesse la volontà di recarsi nel capoluogo piemontese per disputare il match contro la Juventus.
Il Ministero della Salute e, di conseguenza il Cts, hanno fatto notare come il rischio di focolai all’interno delle singole squadre era diventato un terreno molto pericoloso. Il protocollo licenziato quando i dati sulla pandemia stavano calando vertiginosamente rimane d’attualità per non fermare il campionato, ma sul destino delle singole partite le Asl hanno la facoltà di intervenire come hanno fatto a Napoli: questa la linea anche al Ministero per lo Sport. ”Stiamo parlando troppo di calcio, ma le priorità devono essere altre: meno pallone e più scuola, se possibile. Al primo posto c’è la salute delle persone…”, così il ministro alla Sanità Roberto Speranza.
Ed allora, viste le prove prodotte dal club azzurro, vista  la documentazione rilasciata dall’ASL, visto anche il parere del Ministero della Salute e, di conseguenze del Cts, non si continua a non comprendere normative e leggi varie oltre all’aspetto prioritario riguardante la salvaguardia della salute pubblica.
E’ importante riportare anche le dichiarazioni della dottoressa Maria Rosaria Granata dell’Asl Napoli 2 Nord intervenuta nel corso della trasmissione ‘Club Napoli All News’, in onda su Teleclubitalia, in merito alla decisione dell’Asl Napoli 2 di porre in isolamento fiduciario i giocatori del Napoli, impedendo loro di partire per la trasferta a Torino e così di giocare contro la Juventus:
“Il Napoli non ha sbagliato nulla e l’Asl non si è comportata in maniera diversa. Il ministero della Salute stabilisce che i contatti stretti dei positivi vengano posti in quarantena per 14 giorni”.
I MOTIVI DEL PROVVEDIMENTO – “Dopo Zielinski, è risultato positivo Elmas e valutando la situazione epidemiologica – continua la dottoressa Granata –  di questo momento, abbiamo predisposto l’isolamento. Adesso noi siamo in un periodo di boom di contagi, quindi noi ogni giorno comunichiamo i nuovi positivi, e la situazione è sicuramente cambiata rispetto al protocollo firmato a giugno dai rappresentanti del calcio italiano. La mia decisione, inoltre, è stata presa in piena autonomia poiché in Campania si registra un incremento di contagi”.
TROPPE POLEMICHE – “Se l’Asl di Genova avesse fermato i calciatori del Genoa, non ci sarebbero state polemicheNon ha senso effettuare i tamponi nell’immediatezza. Come ci ha insegnato l’esperienza del Genoa, dopo ci siamo ritrovati con 24 positivi nella squadra. Effettuare tampone nell’immediatezza può avere un esito non reale”, spiega ancora Granata.
Sembra, comunque, che ancora la situazione non sia molto chiara ad alcuni media che continuano a rifarsi alle prime due sentenze della Giustizia Sportiva ed allora il  dire ”…io affermo le cose come stanno, come sono avvenute”, non rende merito nemmeno a quel confronto in cui ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma nel rispetto degli altrui pareri e con un punto di incontro che non può prescindere da ciò che è stato sopra riportato.
Vincenzo Vitiello

 

 

 

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