Il Natale con gli occhi di Annavera Viva, la scrittrice salentina che ama e vive Napoli.

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    Articolo-intervista di Maurizio Vitiello – Il Natale con gli occhi di Annavera Viva, la scrittrice salentina che ama e vive Napoli.

     

    Un Natale diverso, nessuna tavolata e montagne di regali, nessun viaggio dai genitori o dagli amici.

    Vediamo che ne pensa Annavera Viva, la scrittrice salentina che ha adottato e si è fatta adottare dalla città di Napoli, tanto da viverci e ambientare i suoi romanzi.

     

    Ecco le domande a cui ha risposto:

     

    Andiamo avanti perché indietro non si può andare, ma, forse ora, siamo più fiduciosi nel vedere la luce in fondo al tunnel, anche se c’è stanchezza.

    Per quanto tempo possiamo ancora dire andrà tutto bene? 

    Non credo che si possa dire che tutto è andato bene; purtroppo, era una speranza iniziale che è stata ampiamente disattesa.

    Un’onda che ha travolto vite e economie.

    Ovunque, se questo ci può consolare.

    Siamo fortunati, però, nella misura in cui apparteniamo al nostro tempo.

    Un tempo che ha dalla sua parte una ricerca scientifica avanzata, che ci aiuterà a venirne fuori.

    L’ottimismo riguarda questo, la nostra è un’epoca fortunata, abbiamo farmaci e conoscenze impensabili per le generazioni precedenti, quindi ne usciremo molto più velocemente e con danni minori di quanto sarebbe accaduto se fossimo nati all’inizio del secolo scorso.

     

    La nostra identità è strettamente costruita sul rapporto con l’altro, come affrontare questa fase considerando che per l’uomo moderno rinunciare alle attività di interazione sociale e di condivisione delle esperienze significa andare contro ai propri impulsi primordiali? 

    Va affrontata sapendo che è transitoria.

    È l’unico modo.

    Ripetersi che finirà.

    Nessuno resisterebbe all’idea che possa durare per sempre.

    Si allenterebbero le precauzioni, si diventerebbe fatalisti.

    Proprio perché contro natura.

     

    La tecnologia ci ha salvato la vita quest’anno, ma sostituisce questa necessità?

    Sostituire un rapporto umano con la tecnologia è impensabile, però ci è stata di grande aiuto.

    Anche a livello logistico.

    Pensi quante cose ci ha permesso: restare in contatto visivo con i propri cari, lavorare da remoto, al sicuro nelle proprie case, accedere agli svaghi, persino ordinare il cibo a domicilio.

    Tutto questo noi lo diamo spesso per scontato, ma è un progresso grandioso.

    E io ho molta fiducia nel progresso, la conoscenza porta sempre a dei miglioramenti per l’uomo e per la società.

    E i danni collaterali sono da attribuire alla cattiva gestione che ne fanno gli uomini e mai al progresso in se.

     

    In conclusione, speriamo proprio che il 2021 sia un anno diverso e positivo.

     

    Maurizio Vitiello

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