Decreto Natale, l’Italia resta chiusa dal 24 alla Befana. Ecco come funziona

Con grave ritardo, ma alla fine il governo ha deciso. Per scongiurare una nuova esplosione dei contagi, gli italiani passeranno le Feste in lockdown. Il Natale sarà blindato, anche se a metà a causa della deroga sulle visite.

Il Covid, che è tornato a mostrare gli artigli (indice Rt in risalita), cancellerà la tradizionale corsa della Vigilia agli ultimi acquisti (negozi chiusi il 24) e i cenoni, i pranzi, i veglioni di Capodanno, i pomeriggi di tombolate e panettone tra più nuclei familiari e amici. Ma si potranno ospitare in casa due persone non conviventi (senza alcun vincolo di parentela), accompagnate dai figli con meno di 14 anni. Con il rischio concreto di un “liberi tutti” che potrebbe vanificare i sacrifici dei cittadini che rispetteranno le regole. Dopo giorni di scontri e tormenti, il governo ha varato il decreto (comprensivo di «ristori immediati») che trasformerà l’Italia in una un’unica zona rossa nei dieci giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio. Regole della zona arancione invece nelle giornate lavorative dal 28 al 30 dicembre e del 4 gennaio. Lo dice Il Mattino.

«È stata una decisione non facile, sofferta», ha spiegato Giuseppe Conte, «il virus si lascia piegare ma non sconfiggere». Poi il premier ha enfatizzato la deroga: «Abbiamo cercato un punto di equilibrio tra la necessità della stretta e l’importanza sociale e morale delle festività natalizie, per consentire quel minimo di socialità di questo periodo. Controlli nelle case? Noi non mandiamo la polizia nelle abitazioni, questo decreto è rivolto a limitare gli spostamenti». Comunque soddisfatto Dario Franceschini, leader del fronte rigorista: «Abbiamo adottato misure indispensabili per prevenire una terza ondata. Saranno un Natale e un Capodanno diversi, ma il sacrificio va fatto, servirà a evitare sofferenze e salvare vite».

Prima della mediazione finale, Conte era riuscito a fissare nel 3 gennaio il limite temporale della zona rossa, lasciando le regole della zona gialla dal 28 al 30 dicembre. Ma nell’ultimo miglio, il fronte rigorista con Franceschini e i ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Regioni) è riuscito a incassare due risultati: la zona rossa (tutti in casa, negozi, bar e ristoranti sbarrati) varrà fino alla Befana. Inoltre Franceschini & C. hanno ottenuto la zona arancione (negozi aperti, ma bar e ristoranti chiusi) nei giorni feriali. Sarà però sempre possibile uscire per andare a Messa e per ragioni di «necessità, lavoro o urgenza». Indispensabile l’autocertificazione.

Il tema delle visite per «evitare il Natale in solitudine», su cui ha dato battaglia Conte, è stato oggetto di uno scontro feroce. I rigoristi volevano limitare le visite a «due parenti stretti o congiunti». Invece il premier è riuscito ad allargare le maglie: si potranno ospitare in casa due commensali (anche non parenti o congiunti), accompagnati dai figli sotto i quattordici anni. Ciò permetterà non solo a due nuclei familiari, ma anche a due coppie di amici, di riunirsi per le Feste. Resta il divieto di superare i confini regionali. Conte, preoccupato «per la tenuta psicologica del Paese», ha lottato per ottenere che non venissero conteggiati i ragazzi fino ai 18 anni. Alla fine però ha dovuto ripiegare sui 14 anni.

I rigoristi, al pari della ministra degli Interni Luciana Lamorgese, temono che la possibilità per due persone di andare a casa di un’altra famiglia impedisca «controlli appropriati». «Come faranno le forze dell’ordine», ha detto un ministro durante il lungo braccio di ferro, «a verificare che altre persone non si aggiungano ai due ospiti autorizzati? Chi può incrociare in tempo reale i dati di chi ha fruito della deroga dei due commensali?». Insomma, di fatto il governo si appella «al senso di responsabilità» degli italiani, pur confermando le sanzioni da 400 a mille euro per chi farà il furbo.

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