Decreti ristori: la filiera turistica sul piede di guerra

Ancora una volta la filiera turistica è pronta a scendere in piazza per difendere l’orgoglio e la dignità di una categoria piegata dalla pandemia e dalle tante promesse non mantenute da chi si dovrebbe occupare del suo sostentamento. Adv Unite si riunirà il 7 gennaio a Roma per “la manifestazione inclusiva ed aggregante, senza nessuna sigla preminente sulle altre, di tutte le anime che compongono il settore turismo quali agenzie viaggi, agenzie di viaggi di nuova apertura, in franchising o filiali di network, banconisti, tour operators, commerciali p.iva, guide ed accompagnatori, società di pullmann, Ncc, transferisti, piloti ed aeroportuali, albergatori, bagnini, stagionali”. Il 12 gennaio, invece, sempre nella capitale, sarà il turno di MAAVI (Movimento Autonomo delle Agenzie di Viaggi e Tour Operator), la cui presidentessa Enrica Montanucci in una lettera ha spiegato che i Ristori arriveranno “così in ritardo da servire solo a sanare i buchi fatti per resistere in questi 10 mesi. Ci troveremo i primi di gennaio con metà fondo ancora da ricevere, e niente per andare avanti o provare a fare qualsiasi programmazione di ripartenza”. Una situazione disperata anche perché i 100 milioni di euro da stanziare per le agenzie e tour operator sono, secondo la Montanucci una cifra ridicola, “uno scempio che veramente è così grande da poter essere solo involontario perché nemmeno a programmarlo si sarebbe potuto fare peggio”. In piazza dunque il 12 gennaio per “urlare a questi signori che non ci facciamo portare via la nostra dignità, oltre che il nostro lavoro. E che è bene che si inizi a rivalutare gli stanziamenti per portarli a cifre che dovranno necessariamente essere più congrue e adeguate a sostenere la filiera, parlando di almeno 600 milioni di euro, per consentirci di sopravvivere e ripartire”. L’Italia è un paese che vive di turismo ma qualcuno sembra essersene dimenticato.

 

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