Covid in Costa d’Amalfi: la riflessione di Gerardo Russomando, ex assessore di Maiori

Covid in Costa d’Amalfi: la riflessione di Gerardo Russomando, ex assessore di Maiori.

Gentile Direttore, ho letto la notizia della decisione da parte del Sindaco del piccolo Comune di Furore di chiudere, fino al 6 gennaio 2021, le Chiese ed il cimitero.
Purtroppo non sono rimasto sorpreso.
In costiera amalfitana ci sono già stati parecchi precedenti nei mesi scorsi: a Cetara, a Maiori ed a Conca dei Marini.
Praticamente, i Sindaci, sapendo di non avere alcuna opposizione, senza pensarci neanche due volte, decidono di chiudere solo questi luoghi.
Ovviamente, non c’è la minima motivazione di natura scientifica tanto è vero, per dirne solo una, che neanche nei provvedimenti del Governo per le zone rosse, nonostante le tante chiusure previste, non esiste quella delle Chiese e dei cimiteri.
Invece, quello che accade è che il diritto alla libertà di culto, costituzionalmente garantito, viene tranquillamente resettato da un Sindaco qualsiasi con motivazioni vicine allo zero.
È un vero e proprio arbitrio che calpesta un diritto fondamentale? A me sembra proprio di si.
Ma perché accade?
Anche qui la risposta è abbastanza semplice.
Gli amanti dei diritti esistono, ma a giorni alterni.
In questo caso, non ho mai sentito neanche la voce del Vescovo, e neppure quella di almeno qualche parroco, che si sia elevata per protestare.
Con ogni probabilità entro la fine del 2021 questa pandemia sarà alle spalle e quindi tutta la vicenda passerà, se ancora ne esisterà qualcuno, sul tavolo degli storici.
Non potrà non essere notato, tra le cose che accaddero, anche questo bruttissimo precedente della chiusura delle Chiese.
E non si potrà non dire che tutto questo avvenne perché nessuna voce si alzò in segno di dissenso.
Io ho provato almeno a fare la mia parte ed ho detto chiaramente quello che penso in più di un’occasione.

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