Capri: operaio si ammala e muore di cancro. La Sippic dovrà pagare 430 mila euro

Capri. Sentenza storica per l’Isola azzurra: la Sippic con dannata a risarcire la famiglia di un operaio morto di tumore. Lavorava in uno stabilimento con 17 motori diesel, finestre murate e amianto. Lo ha stabilito il giudice del lavoro Giuseppe Gambardella che ha accolto il ricorso firmato dagli avvocati Gino Spagnuolo Vigorita e Giuseppe Todisco, accertando la responsabilità della Sippic Spa per il decesso di Salvatore Federico ed obbligandola — si legge nella sentenza di primo grado —a corrispondere ai ricorrenti, rispettivamente coniuge e figlio, oltre 430 mila euro.

Salvatore Federico ha lavorato nell’azienda che produceva energia elettrica dal 1974 al 2000. Era un operaio specializzato. Si occupava
della manutenzione dei motori, della pulizia dei filtri, della riparazione delle tubature e quant’altro. A mani nude. Nel febbraio del 2002 si ammala. Scopre di avere un tumore alle corde vocali.  E la notizia della vittoria contro la Sippic fa il giro dell’isola. «Di regola difendo le aziende ma questo
è un caso che mi ha coinvolto emotivamente — ha commentato Gino Spagnuolo Vigorita — non è ammissibile che, sino agli anni 2000, si sia assistito ad una gestione della sicurezza da prima era industriale». Tra gli ex dipendenti Sippic quasi tutti soffrono di ipoacusia e molti altri purtroppo sono deceduti per malattie dell’apparato respiratorio o leucemie.

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