Antartide, via alla campagna oceanografica: nel team ricercatori della Parthenope e del Cnr foto

NAPOLI – Tra poche ore, venerdì 4 dicembre 2020, quattro studiosi dell’Università Parthenope di Napoli, napoletani e sorrentini, partiranno per raggiungere l’Antartide per partecipare alla missione di quest’anno a bordo della nave “Laura Bassi“, destinata alla ricerca. Studio che vede impegnato l’Ateneo campano da oltre trent’anni, nell’ambito del Pnra, Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, finanziato dal ministero dell’Università e Ricerca e coordinato dal Cnr per le attività scientifiche e dall’Enea per l’attuazione operativa delle spedizioni. Pasquale Castagno, Yuri Cotroneo e Giovanni Zambardino del dipartimento di Scienze e Tecnologie e Pierpaolo Falco, figliuolo dell’indimenticato pioniere della subacquea negli anni sessanta e recordman mondiale di apnea, Ennio Falco, docente del Dist ma appena approdato all’Università Politecnica delle Marche, dopo aver ottemperato a tutti i protocolli anti-Covid previsti quest’anno (lo screening prevede tre tamponi), partiranno con gli altri colleghi italiani alla volta di Singapore per raggiungere poi Christchurch in Nuova Zelanda (12 ore di volo fino a Sinagapore e 12 ore di attesa per imbarcarsi per Christchurch). Dopo i 14 giorni di quarantena obbligatori, raggiungeranno la “Laura Bassi” che li condurrà in Antartide verosimilmente la notte della vigilia di Natale. La “Laura Bassi” è stata la novità del 2020, una rompighiaccio che consentirà agli studiosi di raggiungere zone che erano impossibili con la precedente nave e di rimanere più a lungo, anche quando il ghiaccio comincerà a formarsi per la fine dell’estate antartica. La “Laura Bassi” oggi l’unica nave italiana in grado di operare in mari polari, è di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ed è stata battezzata così in onore della prima scienziata al mondo a ottenere una cattedra universitaria . La destinazione finale dei ricercatori è il Mare di Ross dove per due mesi saranno studiati i mooring, i punti fissi di osservazione della variabilità oceanografica, del progetto Morsea (Marine Observatory of the Ross Sea), anche se già durante la navigazione tra la Nuova Zelanda e il Mare di Ross verranno raccolti i dati attraverso la corrente circumpolare antartica e saranno posizionati a mare diversi strumenti che continueranno a lavorare anche in assenza degli studiosi. Le attività dei ricercatori saranno seguite dall’Ateneo dal direttore del Dipartimento Giorgio Budillon, da Giannetta Fusco e, per il supporto tecnico amministrativo, da Elvira Marrone, Imma Romagnuolo, Alessandra Avallone, Massimo de Stefano e Arturo de Alteris. L’Antartide è il laboratorio naturale del nostro pianeta, è l’unico posto della Terra dove la presenza umana è ancora così ridotta che in sostanza, pensando alla nostra vita quotidiana scombussolata dalla pandemia, in questo posto il problema del distanziamento sociale non si pone. È anche il barometro naturale, il luogo adatto dove studiare ed analizzare le variazioni climatiche. Inoltre è un posto unico nel quale l’uomo si adatta con difficoltà, coordinandosi con una natura estrema e dove la temperatura invernale può arrivare a 80-85 gradi sotto lo zero, “fortuna” che tra dicembre e febbraio in Antartide è estate.
a cura di Luigi De Rosa
(foto tratte dal web)

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