Angri, bimba di 1 mese morta denutrita. La mamma: “Temevo il Covid, avevo paura di uscire”

Angri: bimba morta di circa un mese per malnutrizione. «Non ci posso credere. Quella coppia si era sposata l’anno scorso. In strada erano sempre mano nella mano, innamorati. Non posso pensare che abbiano volutamente lasciato morire la loro prima figlia ». Questa la fotografia che una vicina di casa, che «preferisce rimanere nell’anonimato », ieri ha consegnato parlando della coppia di quarantenni angresi che giovedì scorso è stata colpita dalla morte della primogenita nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Nocera Inferiore. Nella città doriana, d’altronde non si è parlato d’altro. Si sono accesi i riflettori della cronaca nazionale, ancor più perché correlata all’emergenza Covid. Lo scrive La Città di Salarno.

La coppia. Sposati un anno fa con il rito civile proprio al Comune di Angri, la coppia di quarantenni viveva nell’area delle palazzine popolari di via Cristoforo Colombo, strada dove c’è proprio l’ufficio dei Servizi sociali dell’Ente. Un particolare, questo, non di poco conto. Perché proprio da qui gli assistenti sociali, da giorni al lavoro sul caso con magistrati e forze dell’ordine, hanno ricostruito la vita dei due che vivono insieme alla madre pensionata di lui. «Il pianto di quella bambina o la lamentela di qualche vicino infastidito dalla situazione ci sarebbe subito pervenuta», hanno spiegato gli assistenti sociali che da giovedì non si danno pace. Proprio lì, da quell’osservatorio privilegiato, se qualcosa non fosse andato per il verso giusto, sostengono che «l’avrebbero assolutamente saputo». Per il resto era una famiglia come le tante attanagliate dalla crisi economica e sanitaria – scatenata dal Covid-19. Entrambi disoccupati, andavano avanti con la pensione della madre di lui. Un anno fa le nozze in Comune e poi la gravidanza del primo figlio, una femmina. Il peggio, nonostante una situazione lavorativa precaria, sembrava essere alle spalle. Soprattutto per lui, che si era lasciato alle spalle un passato collegato alla droga.

La relazione. «Avevo paura di uscire di casa e per questo motivo non ho mai chiesto aiuto per la bambina»: questo il racconto che la mamma della piccola ha fornito ad assistenti sociali e forze dell’ordine durante il sopralluogo nella propria abitazione, avvenuto dopo il decesso di giovedì scorso all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Sconvolta, insieme al marito e alla suocera, per quanto accaduto, ha confermato la versione che aveva già raccontato ai medici del reparto di Terapia intensiva neonatale dopo il ricovero della figlia avvenuto venerdì scorso. Parole che andrebbero a chiudere il cerchio con quanto “visto” da carabinieri e assistenti sociali, con il contesto abitativo della coppia che andrebbe a confermare la testimonianza della donna.

«Nessun segnale». Nel corso del sopralluogo di forze dell’ordine e assistenti sociali presso l’abitazione della coppia, sono state raccolte anche le testimonianze dei condomini della palazzina popolare dove vivono i coniugi e l’anziana madre di lui. Rapporti buoni, tutto sommato, quelli tra i due e il resto del vicinato. Certo, la paura del Covid c’era, soprattutto dopo il contagio di un condomino che avrebbe indotto la mamma della piccola a non uscire più di casa nemmeno per chiedere aiuto per l’allattamento della bimba, ma nonostante il distanziamento e i problemi si continuava ad essere uniti. Proprio per questo, i vicini hanno confermato alle forze dell’ordine le prime versioni già fornite agli assistenti sociali del Comune: «Se avessimo sentito la bambina piangere ininterrottamente saremmo intervenuti o avremmo chiesto aiuto a qualcuno».

Cordoglio in città. Angri, intanto, è affranta per quanto accaduto. Nessuno criminalizza la coppia, vittima, per tanti, degli effetti generati dal Covid- 19. «È una notizia che sconvolge nel profondo un’intera comunità, che piange con tanta sofferenza nel cuore un piccolo angelo di soli 32 giorni – ha detto il sindaco Cosimo Ferraioli – . Qualsiasi parola non può esprimere un dolore simile. Possiamo solo pregare per questa anima innocente e restare uniti nel lutto». Dello stesso avviso Maria D’Aniello, assessore comunale con delega alle politiche sociali: «Chiediamo a tutti, rispetto e silenzio – ha spiegato – . La famiglia mai ha avuto a che fare con i servizi sociali, né come supporto, né come assistenza. Serve rispetto anche per le attività della giustizia che chiariranno tutto quello che è accaduto»

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