Alexandre Dumas Sorrento nel cuore. Anniversario dei 150 anni dalla morte foto

L’eredità e l’attualità che questo personaggio a lasciato a Sorrento è di capitale importanza sotto l’aspetto storico, artistico e paesaggistico. Definisce e racchiude la bellezza della Penisola  Sorrentina in una espressione che avrà il suo seguito fino ad esserne abusata bosco di agrumi. 

Alexandre Dumas padre, è uno di quei nomi che mancano tra i visitatori illustri di Sorrento nella lapide del Museo Correale. Il restauro  della lapide marmorea voluto da Filippo Merola Direttore del Museo e Gaetano Mauro Presidente della Fondazione Correale ha attirato l’attenzione degli amanti e storici del territorio che hanno voluto meglio approfondire.  Questo elenco di nomi ha sempre suscitato qualche  perplessità, sia per l’assenza di qualche personaggio sia per la presenza di qualche altro. Mancano, infatti alcuni nomi tra cui quello di Alexandre Dumas, che fu nominato da Garibaldi soprintendente onorario alle Belle Arti di Napoli, di Paul Bourget, di Maksim Gor’kij e di numerosi pittori.

Riportiamo l’interessante convegno dedicatogli dall’Università Suor Orsola Benincasa e alcuni brani stralciati dalla biblioteca sorrentina.

Alexandre Dumas et l’Italie
Alessandro Dumas e l’Italia
Alexandre Dumas l’Italia nel cuore
1 dicembre 2020 ore 15,30
Anniversario dei 150 anni dalla morte di Alexandre Dumas padre
«Mi ha nutrito da quando ero bambino e non ci si può sottrarre a tale eredità, come non ci si può sottrarre ai re magi.» Umberto Eco
Dumas è un simbolo sempre fiorente dell’amicizia franco-italiana. Considerato uno dei padri delle serie a puntate, l’autore del Conte di Montecristo (tra i romanzi più letti in Italia) consente di accedere sia alla Storia che alla Letteratura, se non altro per le sue proprie vicende, degne dei suoi romanzi. Coinvolto nel Risorgimento Italiano al fianco di Garibaldi, Dumas è un vettore di valori repubblicani attraverso le innumerevoli opere che riguardano l’Italia, dalle Impressioni di viaggio a La San Felice, da I Garibaldini a Una Lucertola a Napoli e, segnatamente, per il giornale L’Indipendente, che ha creato e diretto a Napoli negli anni dell’Unità.
Lucio d’Alessandro
Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Paola Villani
Direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche
Laurent Burin des Roziers
Console Generale di Francia a Napoli
Alvio Patierno
Responsabile Area di Lingua e Letteratura Francese
Jocelyn Fiorina
Centrale Supélec Université Paris – Saclay, Parigi

Alexandere Dumas ,scrittore francese,nasce Sabato 24 luglio 1802 a VillersCotterêts, Francia. Muore Martedì 6 dicembre 1870  (a 68 anni) a Puys, Francia per una Malattia vascolare.

Generico dicembre 2020

dal volume di Focarile  Sorrento Città Internazionale

Alessandro Dumas
Il drammaturgo e romanziere Alessandro Dumas, nacque il
24 luglio 1803 a Villers-Cotterets (Asne) 1 e morì il 6 dicembre
1870 a Puys,presso Dieppe. Dopo un’infanzia difficile,fu attratto
dalla lettura delle opere di \YJ alter Scott, compose un melodramma
nel 1823, e si trasferì a Parigi. Il primo dramma storico-romantico
in prosa« Henri III et sa Cout »,lo scrisse nel 1829. L’attività
letteraria fu interrotta dalla Rivoluzione del 1830. Schieratosi
con gli insorti, la Fayette affidò a Dumas
l’incarico di ordinare
la guardia nazionale in Vandea.
M.me Mélanie, fu la donna che più l’avvinse, e gli ispirò il
primo dramma moderno « Antony » (1831), trionfalmente accolto
per la sua arditezza innovatrice.
Nel periodo 1831-1843,Dumas compose una decina di drammi
e commedie fra cui la « Tour de Nesle », « Catherine Howard
» « Kean ,; e « Les demoiselles de Sainte-Cyr ». Negli anni
successivi incominciò i suoi viaggi all’estero e venne anche in
Italia. soggiornando parecchi mesi a Firenze, con l’attrice Ida
Ferrier, che sposò nel 1840.
Nel 1844 scrisse il celebre romanzo« I tre moschettieri», e
nel 1844-50 il « Conte di Montecristo». A Parigi pubblicò un
giornale letterario « Le mousquetaire » (1854-57). Poi andò in
Russia e in Finlandia dove fu accolto con grandi onori.
Ritornato in Francia, acquistò una goletta per recarsi in
Oriente. Nel suo primo scalo a Genova il 16 maggio 1860, apprese
che Garibaldi marciava su Palermo , e lo raggiunse il 9
giugno nella Capitale dell’Isola. offrendogli 50.000 franchi per

l’acquisto di armi. A Napoli.il dittatore lo nominò direttore onorario
del museo e degli scavi e gli propose, fra l’altro, la pubblicazione
di una grande opera su Napoli e sulla Campania 2
Dumas fondò il giornale « L’indipendente » e si occupò
degli scavi di Pompei recandosi spesso a Sorrento.
Poi scrisse « Il Corricolo » . che si compone di 48 racconti
napoletani. È stato definito: « il più geniale tra gli scrittori popolari
del secolo XIX » .

da Genius Loci 2003 rivista del centro studi Marion Crawford    diretta da Antonino De Angelis

Sostando nei luoghi all’aperto,
o attraversando le strade strette fra i muri e sommerse dall’alta vegetazione, era praticamente
impossibile guardare lontano ed avere una visione ampia del territorio, l’effetto era
quello di trovarsi in un bosco, in un bosco di agrumi tanto per ripetere ancora una volta la
felice definizione di Alessandro Dumas. Oggi invece, ripercorrendo quegli stessi luoghi
dove sopravvivono gli scheletrici muri di tufo svuotati del loro contenuto arboreo, lo sguardo
corre lontano verso prospetti ve sempre più ampie, aperte alla vista di un paesaggio sempre
più somigliante alla periferia di anonimi aggregati urbani. Un effetto pianura poco esaltante
dove le preziose testimonianze del vecchio paesaggio agrario stanno per essere cancellate.
Nel resto dell’area peninsulare la situazione evolve verso esiti non dissimili.

Alexandre Dumas padre (così chiamato per distinguerlo dal figlio, omonimo, anche lui autore di romanzi famosi come “La signora delle camelie”) fu uno dei più proliferi e popolari scrittori francesi del diciannovesimo secolo. Senza mai raggiungere un grande merito letterario, Dumas riuscì a ottenere grande popolarità prima come drammaturgo e poi come novellista storico, soprattutto con opere come “Il conte di Montecristo” e “I tre moschettieri”.

Inoltre è importante considerare che dalle sue memorie, scritte con uno strano misto di candore e cialtroneria, viene fuori, in maniera nitida, l’immagine della Francia nell’era romantica.

Alexandre Dumas nasce il 24 luglio 1802 da Thomas-Alexandre Davy de La Pailleterie, soldato semplice figlio di un marchese, e di una schiava nera di Santo Domingo, La Pailleterie and Marie Cessette Dumas, dalla quale eredita il cognome. Alcuni anni dopo la morte del padre, nel 1823 il giovane Alexandre viene mandato a Parigi per intraprendere gli studi di legge. Nella capitale riesce a ottenere, grazie alla sua buona calligrafia, diversi incarichi presso il Duca d’Orléans, il futuro re Luigi Filippo. Nel 1824 nasce suo figlio, Alexandre, da una relazione con la sua vicina di pianerottolo.

In quegli anni Dumas si fa notare per le sue opere teatrali, inserendosi nel movimento romantico francese. I suoi lavori riscuotono un discreto successo (sebbene all’occhio moderno risultino melodrammatici e troppo cruenti). “Enrico III e la sua corte” (1829) racconta del rinascimento francese, “Napoleone Bonaparte” (1831) invece è piéce teatrale sulla figura, ormai leggendaria, del condottiero e imperatore francese, da poco defunto. A differenza dei lavori precedenti, “Antony” (1831) non è un dramma storico, ma un’opera in cui l’autore sviscera i temi dell’adulterio e dell’onore.

Negli anni successivi l’interesse di Dumas si sposta verso il romanzo storico, grazie soprattutto alla collaborazione dello scrittore Auguste Maquet, col quale produce le opere più famose. I romanzi di Dumas padre non hanno grande spessore psicologico, né accuratezza nella ricerca delle fonti storiche. L’unico interesse dell’autore infatti è creare una storia eccitante ambientata in un background storico, vivace e colorato.

I suoi romanzi più noti “I tre moschettieri” (pubblicato nel 1844 e messo in scena nel 1845) e “Il conte di Montecristo” (1844), vengono pubblicati a puntate sui giornali, il primo sulla rivista “Le Siècle”, il secondo sul “Journal des débats”. Entrambi riscuotono un successo enorme, tanto da resistere al passare del tempo e divenire classici della letteratura, rivisitati periodicamente dal cinema e dalle televisioni in tutto il mondo. In seguito Dumas pubblica “Vent’anni dopo” e “Il visconte di Bragelonne” (entrambi continuazione de “I tre moschettieri”).

Con l’arrivo del successo, Dumas inizia a condurre una vita al di sopra delle proprie possibilità economiche, eccentrica e piena di eccessi. Nel 1844 acquista un terreno nei pressi di Parigi a Port-Marly, dove fa costruire il “Castello di Montecristo”, un edificio in cui si mescolano diversi stili, dal rinascimento, al gotico, al barocco. Nel 1847 inaugura un proprio teatro, il “Théâtre-Historique” (Teatro Storico), dove vengono rappresentate le opere dei maggiori autori del passato, come Shakespeare, Goethe, Calderon de la Barca, Schiller. Dopo solo tre anni però il teatro fallisce. Rovinato dai debiti Dumas vende all’asta il suo castello e nel 1851, cercato da più di 150 creditori, deve riparare in Belgio. Nel 1854, risolti i suoi problemi finanziari, torna a Parigi.

Grande ammiratore di Garibaldi, Dumas cerca di inviare armi alla Spedizione dei Mille. Entra a Napoli assieme alla spedizione e rimane nel capoluogo campano per tre anni, dove è “Direttore degli scavi e dei musei”, ma nel 1864 lascia la sua carica pressato dal malumore dei napoletani che poco tollerano la presenza di uno straniero a ricoprire una carica così prestigiosa. Dal suo soggiorno a Napoli, Dumas scrive “Il Corricolo” e “La San-Felice”, biografia romanzata di Luisa Sanfelice, nobildonna napoletana che appoggiò la Repubblica Partenopea.

Nel settembre del 1870, dopo una malattia vascolare che lo lascia semiparalizzato, si trasferisce nella villa del figlio a Puys, vicino a Dieppe: qui Alexandre Dumas padre, muore il 6 dicembre 1870. Nonostante le sue ultime volontà fossero diverse (avrebbe voluto che le sue spoglie rimanessero a Villers-Cotterêts, un cimitero che per lo scrittore “ha più l’aria di un’aiuola fiorita dove fare giocare i bambini che di un posto per far dormire i cadaveri”), nel 2002 i suoi resti sono stati trasferiti al Panthéon di Parigi.

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