Salerno, riaprire le scuole superiori con i trasporti in queste condizioni è una follia

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Salerno. Riaprire le scuole superiori il 9 dicembre «è un azzardo che non possiamo permetterci»: l’assessore all’Istruzione del comune di Salerno, Eva Avossa, prende posizione in merito all’ipotesi di riapertura delle scuole superiori come proposto mercoledì dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Ma ci sono spiragli per l’apertura in tutta sicurezza delle scuole del primo ciclo. «Dopo il 3 dicembre, sulla base dei dati scientifici che ci darà l’Asl – fa sapere l’Avossa – potremo pensare alla riapertura delle scuole del primo ciclo». A distanza di due giorni dall’ordinanza che ha sancito la proroga della sospensione didattica in presenza per le scuole dell’infanzia e della prima elementare fino al 3 dicembre, il Comune chiarisce che solo in presenza di un campionamento certo dei tamponi rapidi che si stanno effettuando sarà possibile aprire le scuole del primo ciclo. Ma su un punto il Comune è certo. «Aprire le scuole superiori il 9 dicembre è un azzardo – dice l’Avossa – pensiamo piuttosto ad aprire il primo ciclo. Perché alle superiori la didattica a distanza funziona benissimo e sussiste il problema trasporti».

I NODI
L’affollamento sui bus degli studenti pendolari delle superiori è un rischio che non può essere affrontato in tempo di seconda ondata del Covid. Per questa ragione il Comune rende noto l’esito di una rilevazione che permette di individuare un primo dato relativo agli studenti che ogni mattina si dirigono verso Salerno in pullman o treno. «Sono 3mila e 633 – dice l’Avossa – si tratta di allievi delle superiori pendolari che ogni giorno si spostano verso Salerno. Stiamo lavorando con l’assessore alla mobilità De Maio e alla Provincia per adeguare il sistema di trasporto per le scuole superiori. Ma senza questa condizione aprire il 9 dicembre le superiori non è possibile. È un azzardo. Pensiamo invece ad aprire il primo ciclo». Ecco. Questo è il punto nodale. Quando si apriranno le scuole dell’infanzia, della primaria e delle medie? Fino al 3 dicembre non cambierà nulla – fa sapere l’Avossa – si attende anche il nuovo Dpcm del Governo. «In caso di uscita dalla zona rossa e in presenza di dati dell’Asl più confortanti in termini di campionamento possiamo pensare ad aprire le scuole per i ragazzi del primo ciclo», dice l’Avossa. Ieri riunione tra sindaco, Vincenzo Napoli, l’Avossa e il responsabile Dipartimento prevenzione Asl per fare il punto sull’opera di monitoraggio dei tamponi sul personale scolastico, i genitori e gli studenti onde verificare l’andamento della pandemia ed avere oggettivi elementi di valutazione alla base delle decisioni da assumere in condivisione con i responsabili dell’Asl, dei dirigenti scolastici, delle famiglie. Lunedì prossimo 30 novembre sarà compiuta una prima valutazione dei dati raccolti e tale osservazione proseguirà quotidianamente. «Non abbiamo aperto le scuole della infanzia e la prima elementare – spiega l’Avossa – perché le famiglie erano preoccupate. Abbiamo ricevuto decine e decine di segnalazioni di comitati di genitori che annunciavano l’assenza a scuola dei propri figli. La paura è tanta ed è comprensibile. Rischiavamo di avere classi con 3 alunni in presenza all’infanzia. E questo sarebbe stato un rischio per tutti, vanificando gli sforzi fatti fino ad oggi». Poi un accenno ai presidi con i quali il Comune ha tenuto una riunione. Gli stessi presidi hanno chiarito al sindaco e all’assessore che le scuole erano perfettamente organizzate, con l’unico dubbio relativo ai dati di contesto non pervenuti. «Le scuole non sono luoghi di contagio, la scuola non è un problema, questo ci tengo a sottolinearlo – dice Avossa – le scuole hanno adottato tutte le precauzioni questa estate. I presidi hanno fatto un lavoro straordinario e li ringrazio. Il vero problema è cosa accade all’esterno delle scuole. Apriremo quando l’Asl ci darà certezza scientifiche». Ad oggi – stando ai dati parziali delle scuole – sono stati tamponati 250 insegnanti. Ma non basta. Altre centinaia di maestre e operatori scolastici restano ancora fuori. Quindi i prossimi giorni sono decisivi. Gianluca Sollazzo Il Mattino.

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