Salerno. Mattia Carbone torna al Ruggi, scagionato dalle accuse di violenze, finisce il suo calvario

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Salerno. Mattia Carbone torna al Ruggi, scagionato dalle accuse di violenze, finisce il suo calvario  . Oggi un servizio di Viviana De Vita su Il Mattino
«Sono innocente, ho fiducia nella giustizia e adesso voglio solo pensare a lavorare». È sereno Mattia Carbone, il primario del reparto di radiologia del Ruggi travolto lo scorso giugno dalla bufera giudiziaria in seguito alla denuncia di una paziente che lo accusò di averla palpeggiata durante una visita, ed ora riabilitato dal tribunale del Riesame che gli ha revocato la misura interdittiva della sospensione della professione medica. All’indomani del suo rientro in reparto dove è stato festeggiato dai suoi colleghi che non hanno mai dubitato di lui, il radiologo battipagliese non ha molta voglia di parlare preferendo lasciare che sia la giustizia a fare il proprio corso e a dimostrare pienamente la sua estraneità a ogni addebito contestato.
LO SFOGO
«So che la vicenda non è ancora chiusa e dovrò comunque affrontare un giudizio ma ribadisco la mia estrema serenità soprattutto alla luce della pronuncia del Riesame che è entrato nel merito della vicenda smontando la tesi accusatoria». La carenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari hanno infatti convinto i giudici del Riesame (presidente Sgroia) davanti ai quali è stato discusso l’appello, ad annullare l’ordinanza interdittiva consentendo al primario di rientrare al lavoro. «I miei colleghi prosegue il professionista battipagliese mi hanno mostrato tutto il loro affetto facendomi trovare in reparto una torta di bentornato in segno del loro sostegno e della loro vicinanza. È stato un momento di gioia dopo la sofferenza dei mesi scorsi sebbene nel rispetto delle norme previste a causa del Covid. In questo momento di piena pandemia lavorare in un plesso ospedaliero come il Ruggi non è facile e mi sono subito dato da fare. C’è tanto lavoro, ci sono continuamente situazioni di emergenza e non è possibile fermarsi nemmeno per un attimo». È infatti proprio il lavoro la molla che spinge il primario a reagire dopo la gogna mediatica da cui è stato travolto con l’inchiesta giudiziaria. «Ho due figli minorenni. Sapere di essere innocente e vedere il proprio nome sui giornali può essere devastante».
LA VICENDA
Era lo scorso giugno quando Carbone, in seguito alla denuncia di una quarantenne che si era recata nell’ambulatorio di radiologia del Ruggi per una visita specialistica, fu raggiunto dalla misura interdittiva della sospensione di un anno dalla professione. La donna riferì agli agenti della squadra Mobile di Salerno, che coordinarono le indagini, di essere stata palpeggiata dal primario durante una visita medica avvenuta nel settembre del 2019. Secondo la tesi della Procura, smontata ora dal Riesame davanti al quale i legali del primario hanno prodotto una consulenza medico-legale e un video-tutorial su come avviene un esame ecografico alla mammella per verificare la presenza di eventuali linfonodi, nell’effettuare la visita Carbone avrebbe costretto la paziente a subire atti sessuali mascherati da manovre per effettuare l’esame radiologico. È stata invece proprio la documentazione prodotta dai legali dell’indagato davanti ai giudici del Riesame a smontare quelle accuse: per i giudici, in pratica, non era possibile che il radiologo avesse potuto abusare della paziente per l’attività particolareggiata che richiedeva l’esame eseguito nel reparto del Ruggi. Nell’immediatezza della vicenda a scendere subito in campo al fianco del primario fu Mario Polichetti, sindacalista della Fials Salerno che ribadì la necessità di essere garantisti esprimendo «solidarietà all’uomo e al professionista, che deve avere l’opportunità di difendersi nelle sedi competenti e non di subire un processo sommario sui social o sui media».

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