Piano di Sorrento, Johnny Pollio ricorda l’amico Giancarlo d’Esposito e ci ripropone una sua intervista di qualche anno fa video

Riportiamo il ricordo di Johnny Pollio dell’amico Giancarlo d’Esposito – pubblicato su TalePiano – accompagnato dal video di una sua intervista nella rubrica “In vino veritas”.

giancarlo

«Sono appena tornato dal suo funerale. Mi è sembrato di stare fuori dal tempo e fuori dallo spazio. Assente, assente e con una sensazione di vuoto. Essere con Giancarlo e non poter chiacchierare con lui, divagare sul tutto, finendo spesso anche sui massimi sistemi era inconsueto. Brutto. Così ho aperto l’archivio dei ricordi. Mi sono collegato al PC. Un paio di clic sistemati ed ho tirato fuori questo souvenir datato aprile 2017. L’unica nostra chiacchierata “a cazzo”, come le definivamo noi, pubblica. Una chiacchierata risalente agli albori di In Vino Veritas, quando la rubrica girava ancora su AgoraInforma.

Dopo una ventina di minuti, sempre “a cazzo”, chiedo a Giancarlo: Una canzone che oggi pensi ti possa rappresentare? Giancarlo ci pensa su e poi risponde: Dovrei andare su una canzone degli 883… Il mio secondo tempo, dopo le mie disavventure di salute. Già, il suo Secondo tempo.

Un Secondo tempo che Mister Destino aveva deciso di farci giocare insieme, il primo l’avevamo fatto non solo in squadre diverse, ma proprio in campionati diversi.

Il Secondo invece… Ci ha visto sudare e correre insieme.

Fraseggi, dribbling, rincorse, assist… poi all’improvviso Mister Destino cambia idea e lo toglie dal campo. La mia incredulità quando sulla lavagna del quarto uomo è comparso il numero della maglia di Giancarlo, come colui che doveva uscire.

Ho imprecato: Mister perché? Se togli Giancarlo ne devi mettere altri dieci per vincere ‘sta cazzo di partita, altrimenti tanto vale tornare tutti a casa.

Ma il Mister è così: non si discute. Allora non discuto, ritorno nei miei pensieri e vi regalo questa chiacchierata “a cazzo”. Vi regalo di nuovo la sua voce, le sue idee, i suoi sogni ed il testo del pezzo di Max Pezzali che Giancarlo aveva scelto per rappresentarlo.

Finchè un bel giorno non mi sono accorto che
Bisognava decidere
Finchè un bel giorno la carta d’identità
Non mi ha rivelato la verità
Non è il momento, non è il momento di scherzare
Qui c’è un casino, un casino di cose da fare
Ho superato, ho superato la metà
Del mio viaggio e mi devo sbrigare

Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
Perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show
Peró è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
Perché io, io spero tanto che sia splendido

Finchè un bel giorno io non ho capito che era l’ora di scegliere
Cose e persone che mi succhiavano via
Anche soltanto un grammo d’energia
Buttare tutto, buttare quello che fa male
O perlomeno buttare quello che non vale
Non vale niente o non vale almeno un’emozione
Se non vale mi devo sbrigare

Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
Perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show
Peró è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
Perché io, io spero tanto che sia splendido

Quanti armadi da svuotare, quante cose da buttare
Che sembravano importanti e invece non mi servono
Quante occasioni perse da recuperare
Quante carte da giocare

Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
Perché io un po’ mi sento come all’inizio dello show
Peró è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
Perché io, io giá lo sento, sará splendido

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