Pfizer all’EMA per il via libera mentre in Cina è stato inoculato il primo vaccino a un milione di cavie foto

L’azienda americana Pfizer con la tedesca BioNTech ha chiesto l’autorizzazione all’uso di emergenza (emergency use autorization) per il mRNA, candidato vaccino per il Covid-19 all’autorità di regolamentazione degli USA, la Fda (Food and Drug Administration). Una mossa che potrebbe portare alla somministrazione delle prime dosi già dal mese prossimo. L’azienda è inoltre intenzionata a chiedere un prossimo via libera anche all’Agenzia europea del farmaco Ema, e nel Regno Unito. La notizia è trapelata alcuni giorni dopo che molte aziende farmaceutiche avevano presentato l’esito della fase 3. E’ stato dimostrato che il vaccino ha un’efficacia del 95% ed è in grado di prevenire non solo i casi lievi ma anche quelli più gravi dell’infezione da nuovo coronavirus. Ora sarà la Fda insieme ad esperti indipendenti a decidere se dare il via libera. In caso positivo, la palla passerà alle autorità governative degli Stati Uniti addette alla distribuzione delle dosi. La priorità molto probabilmente verrà data agli operatori sanitari, agli ospiti delle case di cura e ai soggetti fragili. Secondo le informazioni presentate alla National Academy of Medicine questa settimana 25 milioni di fiale potrebbero essere disponibili per l’uso negli Stati Uniti a dicembre, 30 milioni a gennaio e altri 35 milioni a febbraio e marzo. La difficoltà consiste nel fatto che il farmaco deve essere conservato ad almeno meno 70 gradi: la Pfizer ha assicurato però di avere accumulato negli anni una grande esperienza nel conservare e trasportare vaccini a basse temperatura, e di disporre di una vasta infrastruttura mondiale da questo punto di vista. Il vaccino denominato BNT162b2 se avesse il nulla osta potrebbe essere pronto per distribuzione fra qualche settimana. In Cina, dove tutto è cominciato e dove, strano ma vero in questo frangente, la burocrazia ha fatto molti passi indietro, sono ben cinque i vaccini in fase di sperimentazione. Uno di questi il cosiddetto vaccino “proteico ricombinante” è stato già inoculato a un milione di cavie. Non ci resta che incrociare le dita adesso e dopo, se è così come è stato affermato, fra qualche mese anche in Europa vedremo la luce in fondo al tunnel.
di Luigi De Rosa
(foto tratte dal web, fonti RAI NEWS, Il Sole 24 Ore)

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