Partorisce bimbo morto, il giallo del tampone

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Napoli, Campania. Era tutto pronto per mettere in vita il figlio che aveva in grembo, non c’erano complicazioni, valori nella norma, si aspettava solo il momento decisivo.
Unico intoppo, la febbre della partoriente: una condizione che ha reso necessario somministrare tampone e test sierologico, prima di dare il via al parto. Ma la storia si trasforma in dramma. Giovedì notte, clinica Sanatrix, il corpicino senza vita dal grembo di una donna napoletana giunta in buone condizioni di salute al nono mese di gravidanza. Rabbia e dolore per i familiari della partoriente (una donna di Chiaia), che vanno in escandescenze, se la prendono con il personale sanitario e battono su un punto in particolare: sono state perse ore decisive in attesa dell’esito del tampone, non hanno voluto procedere al parto. Un sospetto alimentato anche da quanto dichiarato dallo stesso ginecologo di fiducia della famiglia, che – come emerge da una intervista in pagina – si era detto disponibile e pronto a far nascere il piccolo. Di tutt’altro tenore la posizione della clinica vomerese, che in una nota respinge l’idea di aver provocato la morte del feto, per non rischiare contagi dalla partoriente. Nessuno ha autorizzato lunghe attese nell’accoglienza della donna – si legge -, anche perché sin dall’accettazione era stato praticato il test sierologico che in dieci minuti aveva dato esito negativo, questo quanto scrive Leandro Del Gaudio su Il Mattino oggi
LA REPLICA
Ma ecco il testo della dirigenza della Sanatrix: «Nessun primario, medico, né tanto meno il direttore sanitario della clinica Sanatrix, ha mai dato nessuna disposizione per fermare o ritardare alcun parto se non urgente. Siamo profondamente dispiaciuti per quanto accaduto ma occorre ristabilire la verità dei fatti per non aggiungere dolore ad altro dolore. Rispetto a quanto accaduto la notte scorsa è doveroso precisare che la partoriente è stata sottoposta non solo a tampone per Sars cov2 ma all’ingresso in pronto soccorso anche a test sierologico che in circa 10 minuti ha dato un risultato negativo. Tale protocollo è previsto proprio per poter gestire le emergenze in attesa degli esiti del tampone molecolare che richiedono più tempo. Con l’esito negativo del test sierologico sulla signora, qualsiasi emergenza poteva essere gestita dai medici curanti, senza alcuna limitazione da parte del primario o del direttore sanitario, non potendo mai immaginare di ritardare un’urgenza medica o chirurgica.
Sia il Primario del reparto di ginecologia, sia il direttore sanitario, vista l’ora in cui si sono svolti i fatti, non erano presenti nella struttura né tanto meno hanno impartito ordini ostativi al parto, visto che sono stati informati solo dopo l’evento, come è facilmente ricostruibile dal magistrato prontamente intervenuto. Il personale medico, paramedico, infermieristico e di sicurezza della Clinica Sanatrix sono ben consci dell’accaduto e pronti a ricostruire la verità dei fatti, smentendo l’inverosimile e fuorviante ricostruzione dei fatti apparse sui social. Ogni altra ricostruzione dei fatti è pura speculazione su una tragedia che non merita ulteriore dolore, se non altro per rispetto ad una famiglia la cui sofferenza non è neanche lontanamente immaginabile. La direzione della clinica Sanatrix dichiara la piena fiducia nell’operato della magistratura, auspicando una rapida ricerca della verità che possa ristabilire la dignità professionale del Primario, delle ostetriche e degli altri operatori ingiustamente coinvolti». Acquisite le cartelle cliniche dalla polizia, aperta un’inchiesta coordinata dall’aggiunto Simona Di Monte (colpe mediche), al momento non risultano indagati né ipotesi di reato definite.

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