Ore 19.30 di 40 anni fa , L’evento che sconvolse la Campania e non solo

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Una normale domenica sera si trasformò 40 anni orsono in una tragedia umana. Ore 19.35 una donna semplice stendendo i panni dice al marito di avvertire giramenti di testa, il marito le risponde che è sicuramente un abbassamento di pressione mentre alla tv stanno trasmettendo Juve- Inter big macth dell’ottava giornata di serie A stagione 1980 -81. È la sera del 23 novembre 1980 e dalle 19.30, quando dalla tv viene nominato il nome di quel signore, Scirea, della Juve, succede l’irreparabile e quella normale sera sarà ricordata come la sera del terremoto che seppellì parecchie e parecchie persone. Un boato, le lampadine che si accendono e si spengono, due bambini che stavano giocando vengono presi dal padre mentre la madre corre ad aprire la porta. Si riparano sotto l’uscio della porta, l’unica salvezza da quel evento tanto drammatico quanto  incontrollabile.  Il vicino di porta piange mentre gli altri stanno a sentire la persona con più personalità. Furono 6-7 forse 8 scosse. Finite, il buio, gente che scende le scale senza sapere come fare, un bambino si perde ma la signora sopra lo recupera. Si cercano i parenti più stretti poi si è tutti in strada ad accendere gli unici mezzi di comunicazione di allora fuori casa. È L’amica fedele di quel tempo, quella radiolina che nel pomeriggio aveva informato i tifosi delle squadre dividendo le persone a secondo la fede calcistica, questa volta li unisce in un unico dolore e stupore. Dai radio giornali di allora arrivano notizie drammatiche. Si parla di parecchie persone nell’Irpinia e nella Basilicata sotto le macerie che non si riescono a trovare. E non si riesce a trovare neanche una famiglia composta da padre, madre, figlio piccolo. La persona con più personalità va all’obitorio e fortunatamente la non ci sono. Intanto le radioline riportano ancora delle notizie drammatiche.  Questo è quello che accadde a quelle popolazioni dell’entroterra irpina che videro centinaia e centinaia di vite umane seppellite sotto le macerie. Pure nell’area napoletana, stabiese, e nella costiera sorrentina ci furono case completamente distrutte e purtroppo morti ma tanti morti. Fu così che l’Italia ritornò ad essere unita. Lo fece con a capo un ex partigiano dalla tempra dura che faceva della purezza d’animo e dell’onestà le sue armi migliori. Il presidente che pure essendo piccolo per statura era un gigante per onestà e personalità. Andò nelle zone colpite e la si rese conto piangendo della grave situazione. Subito ritorno il vecchio leone della partigianeria italiana, quello  che aveva sconfitto Mussolini e che ora era pronto a dare una mano al popolo del sud lui che mai era stato a livello politico nel meridione. Il presidente  riunì sotto di sé tutti gli italiani (nel 82’ fece la stessa cosa, ma per un evento piacevole) Di nome Sandro di cognome Pertini, fu la fortuna di un popolo. Il discorso che fece in tv fu un vero terremoto politico. Il ministro Zamberletti si dimise, fu istituita la protezione civile e tutti ma veramente tutti si diedero da fare. L’Italia anche quella politica si unì sotto al suo capo e nessuno osò criticare un ‘altra fazione politica. Nell’ Irpinia ci furono tanti morti. Da quella drammatica sera seguirono altre scosse non pericolose ma la paura di tornare a casa era tanta. Ora c’è un terremoto sanitario a causa del Covid 19,La  gente ne è cosciente non tanto la politica che dovrebbe unirsi sotto il proprio capo, il presidente Mattarella che come Pertini fa dell’onesta una sua qualità ma che deve avere più personalità cercando di unire attorno a se tutte le forze politiche come fu fatto 40 anni fa,

 

 

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